La mastite è una infiammazione della ghiandola mammaria causata principalmente da batteri e con minor frequenza da lieviti, muffe ed alghe (Zecconi e Zanirato, 2013). La bovina da latte, soprattutto durante il periodo di asciutta, è particolarmente soggetta a questa patologia a causa dello stress e dell’abbassamento delle difese immunitarie che si verificano durante la sospensione della mungitura (Schukken et al., 2011). Inoltre, la bovina, nel primo periodo dell’asciutta, non presenta barriere fisiche, come tappi di cheratina posti a livello dello sfintere del capezzolo, che possano costituire una barriera contro l’ingresso di agenti mastitogeni (Schukken et al., 2011). Per questo motivo la maggior parte degli allevatori in Italia (53%) utilizza la profilassi antibiotica a tappeto su tutti i capezzoli delle bovine alla messa in asciutta (Bonelli e Comparelli, 2020). Questo trattamento causa gravi problemi legati all’antibiotico-resistenza e nel 2019 la Federation of Veterinars of Europe ha espresso la propria preoccupazione in un comunicato, indicando come possibile soluzione l’utilizzo di protocolli di asciutta selettiva (FVE/doc/047, FVE GA 7 Giugno 2019).

In alcuni Paesi europei e del Nord America si stanno svolgendo delle ricerche per identificare i parametri consoni alla selezione delle bovine idonee ad essere asciugate senza l’utilizzo di antibiotico.

L’Olanda nel 2005 utilizzava, nelle aziende di bovine da latte, il 68% degli antibiotici per preservare la sanità della mammella e il 90% delle bovine veniva trattata con farmaci a tappeto alla messa in asciutta (Santman-Berends et al., 2021). Per questo nel 2008 si è impegnata nella riduzione dell’utilizzo di antibiotici a scopo profilattico con una diminuzione del 20% nel 2011 e del 50% nel 2013 rispetto al 2009 (Vanhoudt et al., 2018). Nel 2013 è stata approvata una normativa che bandisce l’uso a tappeto di antibiotico alla messa in asciutta ed a gennaio 2014 la Royal Dutch Veterinary Association ha emanato delle linee guida (Vanhoudt et al., 2018). Queste riportano una conta delle cellule somatiche massima durante l’ultimo controllo prima dell’asciutta di 150.000 cellule/ml per le bovine primipare e 250.000 cellule/ml per le pluripare affinché possano essere asciugate senza antibiotico, poiché considerate a basso rischio di infiammazione mammaria (Vanhoudt et al., 2018). Sui limiti di idoneità i ricercatori olandesi hanno condotto differenti studi, tra cui quello di Scherpenzeel et al. nel 2016 per la scelta delle bovine per l’asciutta selettiva in cui hanno simulato otto diversi scenari nei quali gli animali venivano asciugati senza antibiotico in base a differenti soglie di conta delle cellule somatiche totali. Dalla ricerca non emerge uno scenario migliore, poiché le conseguenze coinvolgono vari parametri: salute della mammella, costi economici e percentuale di riduzione di antibiotico. Dipende dallo scopo dell’operatore valutare il più favorevole. I limiti di conta di cellule somatiche totali utilizzati dalle linee guida olandesi risultano essere quelli idonei ad una riduzione maggiore dell’antibiotico, pari circa al 60% rispetto a quella ipotizzata in un’azienda che utilizza l’asciutta tradizionale con trattamento a tappeto. Questo dimostra che questi limiti sono ideali per preservare l’ambiente da problemi di antibiotico resistenza, ma non sono necessariamente i più adatti in caso di preservazione della salute mammaria (14,5% di nuovi casi di mastite clinica e 48,3% di subclinica) o di riduzione dei costi (Scherpenzeel et al., 2016).

Da ricerche successive svolte in campo è stato appurato come la simulazione di Scherpenzeel et al. (2016) fosse pessimistica soprattutto dal punto di vista economico, poiché uno studio scritto sempre da Scherpenzeel et al. (2018) ha dimostrato che qualsiasi protocollo di asciutta selettiva è vantaggioso dal punto di vista dei costi rispetto all’utilizzo dell’antibiotico su tutte le bovine.

Inoltre, Vanhoudt et al. (2018), analizzando i dataset aziendali di circa 3.000 aziende tra il 2011 e il 2015, hanno registrato un aumento dei casi di mastite totale dal 14% nel 2011 al 17% nel 2015 nelle aziende che hanno applicato i criteri delle linee guida nazionali olandesi per l’asciutta selettiva. L’incremento è inferiore rispetto a quanto ipotizzato da Scherpenzeel et al. nel 2016 e ciò è dovuto probabilmente ad un miglioramento delle condizioni igienico sanitarie delle aziende e all’introduzione di sigillanti capezzolari, che diminuiscono le probabilità di contrarre la mastite (Vanhoudt et el., 2018). Questo sottolinea come le condizioni ambientali e gestionali delle aziende siano essenziali per l’applicazione e l’efficacia dei protocolli di asciutta selettiva.

Sono di rilevante importanza anche l’attitudine e la propensione all’utilizzo del protocollo da parte degli allevatori, motivo per cui Scherpenzeel et al. nel 2016 hanno proposto dei questionari. L’87% degli imprenditori si è dimostrato favorevole all’eliminazione della somministrazione di antibiotici a scopo di profilassi alla messa in asciutta, anche se il 53% di essi si è attestato timoroso, poiché avrebbe potuto comportare perdite dal punto di vista economico. Nonostante ciò, il 75% degli allevatori si è convertito totalmente all’asciutta selettiva (Scherpenzeel et al., 2016), evidenziando una diminuzione del 29% dell’utilizzo dell’antibiotico in generale in azienda e del 35% alla messa in asciutta degli animali nel biennio 2013-2015 (Vanhoudt et al., 2018).

Nel 2021 sono stati analizzati i dati aziendali del periodo 2013-2017 di circa 17.000 aziende olandesi (il 90% del totale) per delineare un quadro completo del cambiamento delle condizioni di salute delle bovine, del differente utilizzo degli antibiotici e degli effetti del lungo-medio periodo che si sono verificati dall’applicazione dell’asciutta selettiva obbligatoria (Santman-Berends et al., 2021). Nei cinque anni analizzati non si sono verificati mutamenti nel grado di salute delle mammelle delle bovine ed i casi di mastite sono aumentati di meno di un’unità percentuale, accompagnati da una riduzione dell’utilizzo di antibiotico per curare le mastiti. L’unico dato sfavorevole è stato l’aumento del numero di cellule somatiche totali nelle bovine pluripare (+0,41%). Lo studio panoramico conferma sostanzialmente le ricerche precedenti ed individua effettivamente l’asciutta selettiva come efficace ed utilizzabile senza avere perdite produttive, sanitarie ed economiche consistenti (Santman-Berends et al., 2021).

Ampliando il panorama geografico, in altri Paesi extraeuropei si stanno svolgendo ricerche per valutare nuovi protocolli di asciutta selettiva. Un esempio è la sperimentazione condotta da Kabera et al. della Faculty of Veterinary Medicine of the Université de Montréal (Québec, Canada) nel 2020 in cui non viene utilizzata la conta delle cellule somatiche totali ma la carica batterica aerobica totale dei singoli quarti per valutare l’idoneità delle bovine a non essere trattate con antibiotico alla messa in asciutta. Il progetto ha dato risultati molto positivi, poiché è stato valutato che il latte con carica batterica inferiore alle 50 UFC/ml e non presentante batteri agenti della mastite, può essere considerato come derivante da capezzoli sani e che quindi possono essere trattati esclusivamente con prodotti sigillanti.

Da analisi condotte nei 120 giorni successivi al parto non sono state valutate differenze significative tra i gruppi delle bovine trattate e non, le quali, indifferentemente dal gruppo di trattamento (convenzionale o selettivo), non presentano una conta delle cellule somatiche differente o percentuale di mastiti rilevate dissimile (Kabera et al., 2020). Questo garantisce l’efficacia del protocollo, poiché non inficia le condizioni di salute delle bovine non trattate. Kabera et al. hanno osservato, inoltre, una diminuzione positiva dell’utilizzo di antibiotico pari al 58%.

Un simile dato di riduzione dell’utilizzo dell’antibiotico è stato riscontrato anche nel 2018 alla Cornell University (Ithaca, NY) da Vasquez et al. I ricercatori hanno utilizzato un algoritmo che analizza i dataset aziendali per selezionare le bovine idonee all’asciutta selettiva. I parametri utilizzati sono simili a quelli olandesi: conta delle cellule somatiche all’ultimo controllo prima dell’asciutta e media degli ultimi tre controlli inferiore a 200.000 cellule/ml, con massimo un caso di mastite durante la lattazione precedente e assenza di trattamento antibiotico negli ultimi 30 giorni. Questi parametri utilizzati sono risultati essere particolarmente efficaci; infatti, lo studio ha dimostrato la possibilità di diminuire del 60% dell’utilizzo di antibiotico senza inficiare le condizioni sanitarie delle bovine. Rispetto agli studi olandesi non vi è una differenza fra pluripare e primipare. Lo studio di Vasquez et al. (2018) utilizza un semplice algoritmo escludendo l’osservazione in azienda o il supporto veterinario, ottenendo comunque risultati incoraggianti. Il difetto principale è l’assenza di parametri che possano individuare le aziende in cui realmente si possano utilizzare questi protocolli di asciutta selettiva (Vasquez et al., 2018).

In Italia gli studi per valutare i protocolli di asciutta selettiva sono ancora in corso.

Nel 2018 la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna e con l’approvazione della Società Italiana di Buiatria, ha riscontrato come idonee all’asciutta senza antibiotico bovine che non hanno manifestato casi di mastite nella lattazione precedente, con conta delle cellule somatiche totali <200.000 cellule/ml durante l’ultimo controllo prima della sospensione della mungitura e con tampone batteriologico negativo ai più frequenti agenti patogeni della mastite (Norma et al., 2018).

Nel 2019 è stato proposto il primo vero articolo sperimentale scritto da Zecconi et al. che, basandosi su dataset aziendali, ha condotto un’indagine epidemiologica ed ha stabilito i valori soglia ottimali di conta di cellule somatiche totali <100.000 cellule/ml per le bovine primipare e < 200.000 cellule/ml per le pluripare. Valori più restrittivi rispetto a quelli adottati nel panorama olandese.

Questi criteri sono tuttora utilizzati in campo in uno studio condotto dall’Università degli Studi di Milano (Progetto MAGA finanziato dalla Regione Lombardia, sites.unimi.it/progetto_maga). Il progetto è in fase di sviluppo e utilizza anche la conta delle cellule somatiche differenziali come parametro di idoneità. Anche l’Università degli Studi di Padova ha iniziato un progetto con protocolli di asciutta selettiva che prevedono l’analisi dei campioni di latte dei singoli quarti per valutarne conta delle cellule somatiche totali e analisi batteriologica (Panozzo et al., 2021).

In Piemonte, invece, L’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte (ARAP) ha attivato il servizio di consulenza Masti-stop disponibile per tutti gli allevatori di bovine da latte piemontesi. Tra i servizi erogati vi è anche una consulenza per valutare l’idoneità non solo degli animali, ma anche delle stalle all’uso dell’asciutta selettiva: aziende con conta delle cellule somatiche media > 200.000 cellule/ml e con nuovi tassi di infezione mammaria > 10% non possono essere considerate consone (Casalone et al., 2020).

L’asciutta selettiva sta divenendo una realtà sempre più concreta e presente nel panorama internazionale e nazionale e, da come si può evincere dagli studi, la sua attuazione e fattibilità è possibile senza inficiare le condizioni di salute delle bovine nel primo post parto, aumentare i costi economici e causare perdite produttive.

 

Questo lavoro, è tratto dall’attività di tirocinio di Tesi magistrale svolto con la Professoressa Luciana Bava.

Bibliografia e sitografia 

  • Bonelli D., Comparelli A. (2020), Indagine sui modelli aziendali di gestione del periodo di asciutta nella vacca da latte a livello italiano, Ruminantia.
  • Casalone M., Coraglia M., Bosio F., Rota N., Moroni P., Cavarero F., Giaccone D. (2020), Masti-stop: un nuovo approccio integrato, Informatore zootecnico, 11, 2-10.
  • FVE/doc/047, FVE GA 7 Giugno 2019.
  • Kabera F., Dufour S., Keefe G., Cameron M., Roy J. P. (2020), Evaluation of quarter-based selective dry cow therapy using Petrifilm on-farm milk culture: A randomized controlled trial, Journal of Diary Science, 103, 7276–7287.
  • Norma A., Diegoli G., Lanza G., Lazzeretti G., Miraglia V., Trambajolo G. (2018), Linee guida: Uso prudente dell’antibiotico nell’allevamento bovino da latte, Regione Emilia-Romagna.
  • Panozzo L., Catarin G., Gottardo F., Barberia A. (2021), L’utilità dell’adozione dell’asciutta selettiva, L’Informatore zootecnico, 11, 47-51
  • Progetto MAGA (2021), https://sites.unimi.it/progetto_maga/, visitato Maggio 2021.
  • Santman-Berends I. M. G. A., van den Heuvel K. W. H., Lam T. J. G. M., Scherpenzeel C. G. M., van Schaik G. (2021), Monitoring udder health on routinely collected census data: Evaluating the short- to mid-term consequences of implementing selective dry cow treatment, Journal of Diary Science, 104, 2280–2289.
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