Dall’incontro di due forti professionalità, quella di Marco Zanetti, strettamente legato al mondo agricolo-zootecnico, e quella di Vittorio Rabboni, imprenditore della PreGel azienda operante del settore della gelateria, pasticceria e beverage, nasce la realtà di “Fattorie Rabboni e Zanetti“, una tra le aziende leader in Italia nell’allevamento di pecore lacaune lait che impegna tutte le proprie risorse nella ricerca della qualità, dalla produzione e della sicurezza alimentare.

Il progetto nasce nel 2017, quando Marco, allevatore da generazioni di bovini da latte e conigli, decide di intraprendere una strada tutta sua dedicandosi all’allevamento ovino. Nello scegliere la razza a cui rivolgersi studia e si documenta per trovarne una che possa garantire una certa omogeneità dei capi, finché viene a conoscenza della francese Lacaune (disponibile sul nostro sito un articolo per approfondire le caratteristiche di questa razza) e, assaggiato il suo latte, ne rimane colpito per l’elevata qualità ed il gusto molto dolce ed estremamente gradevole. E’ qui che entra in gioco Vittorio, nel suo ruolo di imprenditore del settore dolciario, coinvolto da Marco sull’idea di approfondire le potenzialità del prodotto derivante da questi ovini, ed inizia l’avventura.

L’azienda sorge sulle prime colline della provincia di Forlì e si estende per circa 235 ettari, tra proprietà ed affitti, con un numero totale di capi pari a 1.200 di cui circa 650 in mungitura. Colpisce subito la tipologia di gestione estremamente innovativa per il settore zootecnico in generale ed ovino in particolare, e non stupisce che sia affidata a ragazze e ragazzi molto giovani, il più grande dei quali è il titolare che ha 35 anni. La quota rosa è preponderante considerando che ad oggi su 6 operatori stabili in azienda, 4 sono giovani donne, e Marco tiene a sottolineare questo aspetto perché, ci dice, “senza le donne il nostro allevamento non avrebbe ragione di esistere“. Ritiene infatti che la caratteristica versatilità che contraddistingue il genere femminile, nonché la maggior cura ed attenzione a determinate tematiche quali, ad esempio, gli aspetti igienico-sanitari, permettano loro di affrontare importanti questioni, per esempio il rischio di diffusione delle zoonosi, in maniera decisamente più oculata e professionale. Oltre queste riflessioni, ciò che accomuna tutti gli addetti è sicuramente la grande passione e la provenienza dal mondo universitario, altro aspetto piuttosto nuovo, nonché la volontà di organizzarsi con una turnazione che consenta a tutti quanti di avere i necessari riposi settimanali.

Dal punto di vista organizzativo gli animali sono stabulati in un capannone suddiviso in vari box multipli con lettiera permanete e dotato di sistemi di aereazione ad estrazione, in quanto precedentemente destinato all’allevamento di avicoli. L’alimentazione è di tipo tradizionale basata su fieno e mangime, e attualmente, con l’esorbitante aumento dei prezzi delle materie prime, ha un costo che si aggira attorno ad 1 euro/capo/giorno.

La gestione della riproduzione avviene attraverso l’applicativo “Sementusa”, uno strumento gestionale che consente di registrare tutti gli eventi correlati alla riproduzione: genealogie, nascite e morti, aspetto ritenuto di un’importanza estrema cui l’azienda tiene moltissimo per la proprie scelte strategiche. I parti avvengono tutto l’anno anche se sono generalmente concentrati nei mesi di febbraio e settembre.

La gestione dell’agnello è considerata uno dei punti più delicati e al contempo fondamentali del sistema produttivo ed è stata individuata perciò una risorsa, Elena, giovane laureanda in Produzioni Animali, come responsabile della nursery. In questa zona dell’allevamento gli animali sono suddivisi in  gruppi omogenei per età all’interno di box con lettiera in paglia, dove è disponibile un sistema di allattamento artificiale, detto “lupa”, tarato sui fabbisogni del singolo gruppo. Particolare attenzione viene posta alla somministrazione del colostro garantendone l’assunzione entro le prime 5 ore di vita in quanto, come è risaputo, rappresenta il mezzo più efficace per trasferire gli anticorpi e l’immunità ai neonati.

Altro aspetto sul quale si punta molto è la qualità del latte, cui viene data grande attenzione attuando dei protocolli di monitoraggio e gestione estremamente all’avanguardia attraverso il supporto della tecnologia e della ricerca scientifica operata da enti quali Università ed Istituti Zooprofilattici con cui c’è forte collaborazione. La sala mungitura è dotata di lattometri elettronici e collegata ad apposito software, e gli animali sono suddivisi in gruppi in base al tenore in cellule somatiche:

  1. nel primo si trovano pecore con un contenuto inferiore alle 300.000 csc/ml;
  2. il secondo che racchiude quelle aventi un valore tra 300.000 e 500.000 csc/ml;
  3. il terzo dove ci sono soggetti con valori di cellule tra i 500.000 e 1.400.000 csc/ml.

La gestione in gruppi è resa possibile dai controlli funzionali effettuati mensilmente su tutti i capi in lattazione, strumento imprescindibile per chi vuole gestire la propria mandria in maniera consapevole e che consente di effettuare le scelte opportune sugli animali da riformare in quanto ritenuti non performanti. Attualmente il tasso di riforma si attesta attorno al 20%, e la rimonta è totalmente interna. La routine di mungitura prevede la pratica del post dipping attraverso un sistema spray, in quanto la classica distribuzione del disinfettante attraverso i bicchierini allungherebbe eccessivamente i tempi di mungitura, con ricadute negative sul benessere delle pecore stesse. Vengono inoltre attuati dei protocolli sanitari  come ad esempio lo screening degli agenti mastidogeni sulle pecore appena partorite, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche.

 

Di fronte al grande entusiasmo dei punti di forza illustratici da Marco e da sua moglie Laura, nel raccontarci la loro tipologia di allevamento, chiedo se ci siano ed eventualmente quali siano le difficoltà riscontrate in campo. Tralasciando il momento storico senza precedenti sul lato dei prezzi delle materie prime, ci sono due aspetti principali che ci vengono presentati: il primo riguarda il costo necessario per effettuare mensilmente i controlli funzionali, ed il secondo riguarda la mancanza del supporto delle informazioni inerenti la genetica.

Ad oggi sono infatti disponibili solo i dati produttivi forniti dall’Associazione Allevatori, ma non è stato implementato a livello nazionale un sistema di calcolo degli indici genetici. Questo comporta che ogni allevatore sta attuando a modo sua una sorta di selezione basata esclusivamente sul fenotipo dei soggetti, con il rischio di incorrere in gravi errori o comunque con la certezza di allungare i tempi di miglioramento della razza, che potrebbero invece essere decisamente ridotti utilizzando gli strumenti forniti dalla genetica. Proprio su quest’ultimo aspetto l’azienda, come obiettivo futuro, si pone quello di ricorrere all’uso delle tecniche di inseminazione artificiale e sta collaborando attivamente ad un progetto dell’Università degli Studi di Bologna sull’uso di seme fresco.

 

L’azienda “Fattorie Rabboni e Zanetti” organizza anche corsi di formazione supportata dal team di tecnici con cui collabora costantemente, è possibile saperne di più seguendo la pagina Facebook.

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