In questo articolo vengono riportati i risultati di alcuni studi sugli effetti antimicrobici di Oxilem.

I lavori di ricerca hanno riguardato:

  • la valutazione dell’effetto antimicrobico di Oxilem con metodo MIC (minima concentrazione inibente); la valutazione della capacità di Oxilem di inibire la formazione di Biofilm presso il laboratorio Clèver Bioscence; la valutazione dell’effetto antimicrobico di Oxilem con metodo: MIC (minima concentrazione inibente).
  • la valutazione della capacità di Oxilem di inibire la formazione di Biofilm; Valutazione dell’attività prebiotica di Oxilem, presso laboratorio Bict Biondustry Innovation.
  • la prova di efficacia in vitro nei confronti di ceppi batterici di origine aviare, presso l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna.

Gli antibiotici nel settore veterinario, a partire dagli anni ’50, rappresentano un mezzo fondamentale per il controllo delle malattie infettive. Il loro uso persistente, però ha determinato negli anni la comparsa di ceppi batterici resistenti. L’utilizzo inadeguato di tali antimicrobici terapeutici in medicina umana e veterinaria accelera la comparsa, nonché la propagazione, di microorganismi resistenti. Ciò comporta gravi conseguenze come fallimenti terapeutici, tassi di ospedalizzazione maggiori, più morti e più elevati costi per la sanità pubblica. La resistenza agli antibiotici è diventata un problema di salute pubblica internazionale che richiede urgente riflessione. In campo zootecnico la presenza di ceppi microbici resistenti determina un peggioramento dello stato di salute degli animali ed il conseguente calo delle performance di crescita. Nell’allevamento i focolai di infezioni e malattie sono molto frequenti e l’uso di antibiotici a concentrazioni subterapeutiche per tempi prolungati è uso consueto. L’Unione europea pertanto ha ridimensionato l’utilizzo degli antibiotici, ad eccezione di coccidiostatici ed istomonostatici in alimentazione animale, ponendo le basi per la ricerca e lo sviluppo di sostanze antibatteriche non sintetiche alternative.

Non solo, risulta fondamentale oggi trovare un prodotto che sia in grado di sostituirsi al farmaco e che sia allo stesso tempo in grado di tutelare la salute ed il benessere animali, la qualità e la sicurezza alimentare delle produzioni e che sia in linea con la sostenibilità ambientale.

In quest’ottica trova spazio Oxilem. Le proprietà antimicrobiche di tale prodotto sono dovute alla capacità dei polifenoli di limitare la funzionalità della membrana citoplasmatica o della parete cellulare dei microrganismi e alla capacità di intervenire sulla sintesi degli acidi nucleici (Maggiolino, et al., 2019). Inoltre, i polifenoli sono in grado di reagire in maniera aspecifica con gruppi sulfidrilici delle proteine microbiche alterandone la funzionalità enzimatica. Alla base della tossicità di tali composti nei confronti dei microrganismi vi è la presenza dei gruppi idrossilici delle strutture fenoliche, per cui composti altamente idrossilati appaiono antimicrobici più efficaci (Cowan, 1999).

Di seguito sono riportati i dati sintetizzati di una serie di test in vitro tesi a dimostrare proprio l’effetto antimicrobico di tale prodotto, che lo rendono una valida alternativa all’uso di farmaci. Presso il Laboratorio Clèver Bioscence (Responsabile Scientifico Dott.ssa Emma Mazzei), è stata valutata l’efficacia di Oxilem contro specifici microrganismi patogeni rilevanti in acquacoltura, in termini di minima concentrazione inibente (MIC), e in termini di inibizione della produzione di biofilm. La MIC, concentrazione più bassa di Oxilem capace di inibire in vitro la crescita microbica, è stata valutata mediante test di suscettibilità antimicrobica con metodo della microdiluizione in brodo (protocollo CLSI – Clinical and Laboratory Standards Institute).

È emerso che Oxilem è in grado di inibire la crescita di diversi microrganismi già a basse concentrazioni, come Vibrio anguillarum, harveyi, parahaemolyticus, Clostridium perfringens e Edwardsiella tarda (MIC 0,39 g/L); Photobacterium damselae subsp. Piscicida (MIC 0,195 g/L) Aeromonas salmonicida subsp. Salmonicida (MIC 0,024 g/L). Risulta inoltre che Oxilem è più attivo nei confronti di batteri Gram negativi e rappresenta una buona alternativa all’uso di antibiotici (Clèver bioscience, 2019).

L’attività antimicrobica di Oxilem è stata valutata anche dal laboratorio Bict Biondustry Innovation (Responsabile Scientifico Dott.ssa Rapacioli Silvia) sempre mediante test in vitro di suscettibilità antimicrobica, con l’obiettivo, anche in questo caso, di misurare quantitativamente l’attività antimicrobica di Oxilem e individuare la minima concentrazione inibente (MIC). Oxilem è stato saggiato nei confronti di batteri Gram positivi e Gram negativi.

È emerso che Oxilem ha buona capacità di inibire la crescita della maggior parte dei microrganismi tesati già a basse concentrazioni, ad eccezione di L. monocytogenes, S. aureus MRSA e C.jejuni. Si può inoltre confermare che Oxilem è più attivo nei confronti di batteri Gram negativi (Bict Bioindustry Innovation, 2017).

Di seguito è proposta una sintesi dei dati relativi all’effetto antimicrobico di Oxilem nei confronti di ceppi batterici di interesse zootecnico:

Ha dato anche ottimi risultati la valutazione della capacità di Oxilem di inibire la formazione del biofilm, importante fattore di virulenza microbica. Secondo il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) di Atlanta, fino all’80% delle infezioni batteriche che colpiscono persone nei paesi occidentali sono causate da biofilm polimicrobici.

La capacità di Oxilem di inibire la formazione del biofilm microbico è stata saggiata in vitro dal laboratorio Bict Biondustry Innovation (Responsabile Scientifico Dott.ssa Rapacioli Silvia), utilizzando il colorante Crystal violet, che permette di osservare l’adesione delle cellule batteriche su piastra. Con questo test è possibile quindi, ottenere una misura quantitativa del biofilm, analizzando i batteri colorati mediante spettrofotometria.

Oxilem è in grado di inibire la formazione di biofilm durante la crescita di Staphylococcus aureus MRSA, microrganismo noto per la sua resistenza agli antibiotici beta-lattamici, come per esempio le penicilline, utilizzate nella cura di numerose infezioni. Per questo microrganismo l’inibizione della formazione di biofilm avviene alle concentrazioni di 3,14% V/V fino alla concentrazione di 0,024% V/V, minima concentrazione testata (Bict Bioindustry Innovation, 2018).

L’attività di inibizione della produzione di biofilm è stata studiata anche presso il Laboratorio Clèver Bioscence su Pseudomonas fluorescens sempre utilizzando il colorante Crystal violet. L’efficacia di Oxilem è stata testata sia in termini di inibizione della crescita microbica sottoforma di biofilm (preventive test), sia in termini di capacità di disgregare la matrice stessa del biofilm una volta formata (curative test).

È emerso che Oxilem è in grado di inibire la produzione del biofilm alla concentrazione minima di 0,781 g/L ed è in grado di penetrare nella matrice del biofilm, una volta formato, alla concentrazione minima di 1,56 g/L. Di conseguenza, l’attività antimicrobica di Oxilem è tale da limitare le infezioni particolarmente resistenti dovute alla presenza di biofilm contro cui la maggior parte degli antibiotici è inefficace.

Questa importante caratteristica può anche essere sfruttata per migliorare l’attività di altri antimicrobici che non possono invece penetrare nel biofilm (Clèver bioscience, 2019). Presso l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (Dirigente Responsabile di Sezione Dott.ssa P. Massi), è stata condotta un’ulteriore prova di efficacia in vitro di Oxilem nei confronti di ceppi batterici di origine aviare di Salmonelle enteritidis, typhimurium, gallinarum, virchow, hadar, infantis e ceppi di E.coli e Clostridium perfringens; per ognuno è stato calcolato l’alone di inibizione della crescita in piastra all’aggiunta di dischetti imbevuti con Oxilem.

Sono risultati sensibili (alone di inibizione con diametro maggiore) all’Oxilem i ceppi di Salmonella enteritidis, thyphimurium, virchow e Clostridium perfringens, alla più bassa diluizione testata; ciò vuol dire che la loro crescita è limitata in presenza di Oxilem (Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna “Bruno Ubertini”, 2008).

Oltre all’importante evidenza dell’effetto antimicrobico di Oxilem nei confronti dei più noti microrganismi patogeni, è fondamentale valutare l’effetto sui microrganismi “buoni”. Presso il Laboratorio Bict Biondustry Innovation (Responsabile Scientifico Dott.ssa Rapacioli Silvia) è stata per questo misurata l’attività prebiotica di Oxilem nei confronti di un pool di microrganismi probiotici presi come riferimento (S.boulardi, E.faecium, L.plantarum, L.rhamnosus, L.acidophilus). Un composto prebiotico è infatti in grado di aumentare selettivamente la crescita di specifici batteri “buoni” (probiotici) a discapito dei batteri enterici. È stata utilizzata un’equazione quantitativa (indice prebiotico) in cui la crescita dei batteri probiotici ed enterici (E.coli, S.thyphimurium) è stata confrontata in presenza o in assenza di Oxilem.

Dal test è emerso che Oxilem ha attività prebiotica, principalmente nei confronti di Enterococcus faecium (Bict, Bioindustry Innovation, 2017).

Ciò porta ad affermare che Oxilem conferisce un beneficio alla salute dell’intestino mediante una modulazione del microbiota a favore dei microrganismi probiotici. Numerose evidenze in vitro e in vivo confermano gli effetti dei polifenoli e dei loro cataboliti sulla composizione della microflora intestinale; si ipotizza che tale effetto sia dovuto all’abbassamento del pH indotto da tali sostanze, in grado di inibire la crescita di microrganismi patogeni come Clostridium perfringens e difficile a favore di bifidobatteri ed eubatteri, senza intaccare l’attività dei batteri lattici (Williamson & Clifford, 2010). Per tali ragioni Oxilem si può definite un ottimo prodotto in grado di preservare il benessere intestinale (Gut Health), tema estremamente attuale in zootecnia, dato il notevole impatto che ha sulle prestazioni delle specie allevate.