Un nuovo approccio al concetto di benessere

Se una bovina non è zoppa, o non soffre di mastite, vuol dire che sta bene? Fino a oggi si è sempre pensato che fosse sufficiente che gli animali non fossero malati o non avessero fame per affermare che si trovassero in un buono stato di benessere. Eppure, evitare gli stati negativi di per sé non è sufficiente a garantire che gli animali si trovino in condizioni ottimali di benessere.

Ecco perché nella scienza del benessere animale sta emergendo il concetto di “benessere positivo” e la ricerca si sta spostando dalla necessità di garantire la semplice sopravvivenza degli animali e alleviare la sofferenza verso il concetto di “una buona vita”, che sia degna di essere vissuta (guarda anche l’intervista “Il benessere “positivo” nella bovina da latte“).

In quest’ottica, è importante garantire che l’equilibrio tra le emozioni positive e negative sia a favore delle prime e che gli animali abbiano l’opportunità di vivere esperienze gratificanti e appaganti (Mellor, 2016). Inoltre, la promozione del benessere positivo è in linea con le aspettative dei consumatori e dei cittadini e può essere comunicata con successo per fornire un valore aggiunto ai prodotti di origine animale (Vigors, 2019).

Questa nuova visione del concetto di benessere animale ha portato l’Unione Europea a finanziare una specifica rete di ricerca sul benessere positivo (“LIFT”, Lifting farm animal lives – Laying the foundations for positive animal welfare, all’interno di un’azione COST dell’UE; https://liftanimalwelfare.eu/).

Inoltre, nella recente Partnership Europea sulla Salute e sul Benessere Animale (European Partnership on Animal Health and Welfare; https://www.eupahw.eu/) è attivo un progetto interno dal titolo “Assessment of positive welfare; defining animal-based measures”.

Tuttavia, la scienza del benessere positivo sta ancora muovendo i suoi primi passi, e molto lavoro è ancora necessario per mettere a punto degli strumenti validi, affidabili e facilmente attuabili in campo.

Come valutare il benessere positivo?

L’attuale approccio europeo alla valutazione del benessere promuove l’uso di indicatori basati sugli animali, mentre considera i sistemi di allevamento e le procedure di gestione come fattori che possono avere un impatto positivo (benefici o benefit) o negativo (rischi) sul benessere degli animali (EFSA AHAW, 2012).

Come anticipato precedentemente, però, sono attualmente disponibili pochi indicatori per misurare il benessere positivo. Tra questi, la sincronizzazione dell’alimentazione e del riposo, la chiusura degli occhi (eye white), la postura delle orecchie, le posture di decubito e la valutazione qualitativa del comportamento sembrano essere i più promettenti per le bovine da latte (Mattiello et al., 2019).

Inoltre, anche il grooming e l’uso delle spazzole sono stati suggeriti come possibili indicatori di benessere positivo (Keeling et al., 2021).

Lo studio

Lo studio si inserisce all’interno di un ampio progetto integrato FEASR – Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 – MISURA 16 “Cooperazione” – SOTTOMISURA 16.2 – “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie” – OPERAZIONE 16.2.01 – “Progetti pilota e sviluppo di innovazione”, dal titolo “Sviluppo di un modello gestionale innovativo di filiera per migliorare il flusso informativo interno e esterno, ottimizzare i processi e ottenere produzioni lattiero-casearie sostenibili e di qualità che rispondano alle esigenze dei consumatori”.

Capofila del progetto è la Santangiolina Latte Fattorie Lombarde Società Agricola Cooperativa, che con grande lungimiranza ha promosso queste attività con l’obiettivo di definire, sviluppare e validare strumenti operativi per intraprendere un percorso virtuoso di miglioramento della filiera in relazione al benessere animale, alla sostenibilità ambientale, alla qualità e alla tracciabilità dei processi e dei prodotti dell’intera filiera.

I risultati del progetto sono stati concretamente applicati per riconoscere dei bonus aggiuntivi per il pagamento del latte agli allevatori più virtuosi. In particolare, per quanto riguarda il benessere degli animali, lo scopo specifico di questo studio è stato quello di testare per la prima volta un prototipo di protocollo basato esclusivamente su misure di benessere positivo in 20 allevamenti lombardi di bovine da latte.

Negli stessi allevamenti sono state raccolte anche misure strutturali e gestionali allo scopo di comprendere quali di queste possano rappresentare dei benefit in grado di migliorare la qualità di vita degli animali, premiando economicamente gli allevamenti che li mettono in pratica.

Tutti gli allevamenti analizzati nel presente studio vengono annualmente sottoposti alla valutazione del benessere utilizzando il sistema Classyfarm, che prende in considerazione numerosi aspetti di stabulazione e gestione e alcuni indicatori diretti sugli animali, ma che non include indicatori positivi di benessere.

Secondo il sistema Classyfarm, tutte le aziende hanno ottenuto un punteggio di benessere complessivo elevato e otto aziende su 20 hanno ottenuto un punteggio eccellente.

Gli indicatori positivi testati nel protocollo comprendevano la percentuale di sincronizzazione durante l’alimentazione e durante il riposo, la percentuale di bovine che ruminavano durante il decubito, la presenza di posture confortevoli di decubito e la percentuale di bovine che accettavano di essere toccate dall’operatore durante un test di evitamento (Avoidance distance at the feeding rack test).

Inoltre, per valutare lo stato emotivo delle bovine durante l’alimentazione e durante il riposo, è stata registrata la posizione delle orecchie e il grado di apertura degli occhi.

Infine, è stata effettuata una valutazione qualitativa del comportamento (QBA) usando una lista di 20 descrittori (aggettivi) definiti nel progetto Welfare Quality®. Il QBA è un metodo utilizzato per descrivere come gli animali interagiscono con l’ambiente e per evidenziare la valenza emotiva (negativa/positiva) e il livello di arousal o eccitazione (basso/alto) della mandria, sulla base di un approccio olistico in cui l’animale viene valutato nella sua interezza (Wemelsfeder et al., 2009).

I risultati degli indicatori comportamentali sono stati analizzati in funzione di vari fattori, quali la tipologia di stabulazione (cuccette o lettiera), il tipo di alimentazione (con o senza integrazione di fieno), il numero di distribuzioni di alimento, la presenza di pascolo, la presenza di arricchimenti ambientali (spazzole) e la presenza di sistemi automatici di mungitura.

I risultati

Il sistema di stabulazione non ha influenzato significativamente il livello di sincronizzazione durante il riposo, che è risultato basso sia su lettiera che in cuccetta (Tabella 1), rispetto alle percentuali considerate ottimali, che a seconda degli autori variano dall’80 al 90% (Mattiello et al., 2019).

I risultati più interessanti hanno invece riguardato le differenze relative ad alcune variabili legate al comfort e allo stato emotivo delle bovine durante il riposo, in funzione del tipo di stabulazione (lettiera vs cuccette) (Tabella 1).

Lo stato emotivo più rilassato, il maggior livello di comfort (decubito con almeno uno degli arti anteriori estesi) e la percentuale maggiore di animali che ruminavano durante il decubito nelle bovine stabulate su lettiera confermano quanto già riportato nell’opinione dell’EFSA del 2009, secondo cui la lettiera garantisce più elevati livelli di comfort per le bovine, rispetto alle cuccette.

Tabella 1. Media ± s.e. degli indicatori positive di benessere durante il decubito (livello di sincronizzazione, posture confortevoli e stato emotivo), in funzione della tipologia di stabulazione.

La disponibilità di spazio non ha influenzato in modo significativo alcuna delle variabili considerate.

Il livello medio di sincronizzazione dell’alimentazione era sempre più elevato quando il numero di poste era superiore al numero di bovine nel recinto (Figura 1).

Anche la percentuale massima di bovine che si alimentavano simultaneamente e la percentuale di bovine con una posizione rilassata delle orecchie erano notevolmente più elevate quando era disponibile più di una posta in mangiatoia per ogni bovina rispetto a quando le poste erano in numero pari o inferiore al numero delle bovine (% massima di bovine che si alimentavano simultaneamente: 72,12±9,88 vs 53,86±5,82%, rispettivamente; postura rilassata delle orecchie: 22,64±6,36 vs 17,19±2,65%, rispettivamente).

Figura 1. Effetto del numero di poste in mangiatoia per ogni bovina sulla percentuale di bovine che si alimentano simultaneamente durante la sessione di osservazione di 60 minuti iniziata 15 minuti dopo la distribuzione dell’alimento (campionamento a scansione a intervalli di 5 minuti)

Inoltre, quando si includeva il fieno nella dieta, sono state osservate posture delle orecchie più rilassate e un livello più elevato di sincronizzazione dell’alimentazione (Tabella 2), suggerendo che le bovine apprezzano questo tipo di alimentazione.

Secondo il parere dell’EFSA (2009), la quantità e la qualità di fibra nella dieta possono influenzare l’anatomia, la fisiologia, il comportamento e la salute delle bovine. In accordo con questa opinione, i risultati di questo studio suggeriscono che l’inclusione di fibre lunghe, come il fieno, possa avere effetti positivi sullo stato mentale delle bovine da latte.

Tabella 2. Media ± s.e. degli indicatori positivi di benessere durante l’alimentazione (livello di sincronizzazione e stato emotivo), in funzione della presenza di fieno nella dieta.

Gli stati emotivi delle bovine sono stati, inoltre, valutati mediante QBA. L’analisi delle componenti principali eseguita sui punteggi dei 20 descrittori utilizzati non ha mostrato particolari trend di distribuzione delle aziende in funzione del numero di distribuzioni di alimento, della presenza di arricchimenti ambientali, della presenza di paddock all’aperto e della presenza di sistemi automatici di mungitura.

L’unico fattore che sembra influenzare la distribuzione delle aziende nello spazio individuato dalle prime due componenti principali (PC) è la possibilità di accesso al pascolo, consentito solo in uno degli allevamenti visitati. Questo allevamento ha ottenuto i punteggi più alti sulla PC1, che corrispondono a pesi maggiori di descrittori con una valenza positiva (amichevole, attivo, positivamente occupato, calmo, felice, contento e rilassato) (Fig. 2).

Secondo l’ultimo parere scientifico dell’EFSA sulle bovine da latte (EFSA, 2023), il pascolo è ancora più efficace dei paddock per promuovere il comportamento alimentare (che va dalla ricerca del cibo alla sua ingestione) e quello sociale e per fornire stimoli visivi e olfattivi.

Pertanto, l’accesso al pascolo è raccomandato per promuovere stati emotivi positivi nei bovini da latte (Crump et al., 2021).

Nel campione preso in esame, solo un’azienda dava accesso al pascolo, perché questa pratica di gestione non è diffusa negli allevamenti intensivi di bovini da latte, tipici della Pianura Padana. Pertanto, i risultati di questo studio non possono essere considerati rappresentativi della popolazione degli allevamenti di vacche da latte.

Tuttavia, il QBA ha evidenziato stati emotivi positivi in questo allevamento. Ciò è in linea con gli attuali piani strategici della PAC, che incoraggiano e sostengono l’accesso al pascolo per migliorare il benessere degli animali (European Commission, 2023).

Figura 2. Pesi dei descrittori (nei riquadri arancioni) e plot delle aziende (cerchi) risultanti dall’analisi delle componenti principali eseguita sui descrittori del QBA. L’unica azienda in cui le bovine avevano accesso al pascolo è evidenziata da un cerchio verde e si trova nell’angolo in basso a destra del grafico, caratterizzato da alti pesi di descrittori che indicano valenza positiva e bassi livelli di eccitazione.

Conclusioni

Il presente studio rappresenta un primo tentativo di applicare un protocollo per la valutazione del benessere in azienda basato esclusivamente sull’utilizzo di indicatori di benessere positivi e vuole rappresentare un primo passo per promuovere la ricerca futura per lo sviluppo di schemi di valutazione nel campo emergente del benessere positivo.

Nonostante gli elevati punteggi raggiunti dalle aziende mediante la valutazione con il sistema ClassyFarm, gli indicatori di benessere positivo hanno ottenuto valori piuttosto modesti. Ciò suggerisce che le valutazioni del benessere effettuate utilizzando i tradizionali indicatori diretti, uniti a parametri strutturali e gestionali, come il sistema Classyfarm, sono in grado di evidenziare situazioni di buon benessere in termini di assenza di sofferenza, ma non possono garantire che gli animali stiano provando emozioni positive.

Pertanto, l’introduzione di almeno alcune misure che valutino le espressioni comportamentali e le emozioni nei protocolli esistenti potrebbe essere utile per fornire una visione più completa ed accurata del benessere animale.

Tuttavia, la fattibilità di questi indicatori per la valutazione del benessere in azienda può essere scarsa: l’applicazione dell’intero protocollo ha richiesto un giorno intero in azienda, perché alcune misure sono strettamente legate a momenti specifici (ad esempio, la somministrazione dell’alimento o l’inizio del periodo di risposo).

Inoltre, alcuni indicatori, come la postura delle orecchie e il bianco degli occhi, hanno richiesto un’ulteriore e successiva elaborazione, in quanto dovevano essere valutati manualmente da foto dopo il lavoro sul campo.

In futuro, lo sviluppo di sistemi automatici per rilevare queste misure potrebbe facilitare notevolmente la valutazione dello stato emotivo delle bovine.

Fortunatamente, le tecnologie dell’allevamento di precisione stanno progredendo rapidamente e sono già disponibili alcuni incoraggianti risultati preliminari per l’analisi automatica delle espressioni facciali sia nei bovini che nei suini (Neethirajan et al., 2021).

Nonostante i limiti rappresentati dall’esiguo ​​e sbilanciato campione di allevamenti, che non ha permesso di verificare l’effetto combinato dei fattori considerati, questi risultati preliminari forniscono suggerimenti sui possibili benefici per migliorare il benessere delle bovine da latte e per promuovere stati affettivi positivi.

I risultati della presente ricerca suggeriscono che la stabulazione su lettiera, un rapporto poste in mangiatoia/bovina >1, la presenza di fieno nella dieta e l’accesso al pascolo possano essere considerati possibili benefici per il miglioramento del benessere delle bovine da latte.

Sulla base dei risultati ottenuti, la cooperativa Santangiolina ha ora introdotto questi benefici nel sistema di valutazione per il calcolo del prezzo del latte da pagare ai produttori, che sono così incoraggiati a concedere tali benefici.

Questo approccio, volto a premiare gli allevatori più virtuosi, potrebbe spingere altri allevatori a interessarsi al benessere positivo, e può quindi essere considerato un esempio da seguire da altre cooperative o dall’industria lattiero-casearia, sempre più attenta a commercializzare prodotti che soddisfino le aspettative dei consumatori.

Oltre a ciò, risultati di questo tipo possono essere interessanti anche per un pubblico più ampio, che potrebbe essere facilmente raggiunto attraverso i social media, i quali potrebbero aiutare a stimolare interazioni e discussioni sull’argomento, oltre a una nuova consapevolezza sulle emozioni degli animali (Muca et al., 2023).

Tratto da: “Exploring positive welfare measures: preliminary findings from a prototype protocol in loose housing dairy cattle farms”, Front. Vet. Sci., 27 giugno 2024, Sec. Animal Behavior and Welfare. Volume 11 – 2024 |https://doi.org/10.3389/fvets.2024.1368363

Autori

Silvana Mattiello e Monica Battini, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Università degli Studi di Milano.

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