È ormai opinione diffusa che il modo più efficace per limitare i gas serra prodotti dalla zootecnia è quello di migliorare la produttività aziendale mantenendo la competitività economica. Questo aumento di produttività può essere ottenuto riducendo tutte le cause di inefficienza rappresentate da elevata mortalità, accrescimento al di sotto delle potenzialità del tipo genetico, elevato indice di conversione degli alimenti, unito ad un non ottimale stato di salute e benessere degli animali e utilizzando in modo più efficiente tutte le risorse che sono necessarie per la produzione di carne o di latte.

A livello europeo sono state individuate le principali strategie di mitigazione che possono essere applicate negli allevamenti sia da carne che da latte e che possono avere un effetto sulla riduzione di metano (CH4) derivante dalla fermentazione enterica e dalle deiezioni, protossido di azoto (N2O) derivante dalle reazioni a carico dei composti azotati escreti dall’animale, dallo spandimento del refluo zootecnico in campo e dall’utilizzo dei fertilizzanti azotati di sintesi, e l’anidride carbonica (CO2) che deriva dalla combustione dei carburanti fossili utilizzati nelle lavorazioni colturali e dalla produzione degli alimenti acquistati, dei fertilizzanti e dei pesticidi; e sull’aumento del sequestro di carbonio nel terreno. 

Queste strategie si possono suddividere in tre categorie:

  1. quelle che riducono le emissioni di gas ad effetto serra, attraverso pratiche e soluzioni innovative che migliorano l’efficienza di utilizzazione degli alimenti, modificano alcuni processi metabolici-digestivi o intervengono sulla dispersione dei gas dalle stalle, dai depositi delle deiezioni e dai campi;
  2. quelle che favoriscono l’assorbimento di carbonio e consistono nella adozione di pratiche che determinano la cattura del carbonio nel terreno o nella biomassa;
  3. quelle che permettono di evitare le emissioni e riguardano in particolare la produzione di energia da fonti rinnovabili in sostituzione dei combustibili fossili.

Le strategie di mitigazione che determinano un miglioramento delle performance produttive degli animali e quelle che modificano la dieta hanno un potenziale di mitigazione più elevato. Il miglioramento delle performance produttive può avvenire grazie al miglioramento genetico, al miglioramento delle condizioni di benessere degli animali che può essere realizzato con una maggiore ventilazione degli ambienti, con il miglioramento della superficie dei box grazie alla presenza di tappetini in gomma o con l’aumento dello spazio per capo.

Per quanto attiene il CH4 enterico, la riduzione delle emissioni si può avere orientando la flora microbica ruminale attraverso l’alimentazione. Ciò può essere ottenuto migliorando la digeribilità dei foraggi oppure aumentando la quota di mangimi. Le fermentazioni possono essere poi orientate con i tannini, le saponine, gli oli essenziali o i grassi

La riduzione delle emissioni di N2O, si può ottenere principalmente riducendo l’uso dell’azoto nell’alimentazione degli animali, riducendo l’impiego di fertilizzanti azotati di sintesi grazie ad un utilizzo più efficiente del refluo zootecnico, rimuovendo rapidamente gli effluenti nei ricoveri, coprendo le vasche di stoccaggio dei liquami, utilizzando degli inibitori della nitrificazione e dell’ureasi, adottando delle tecnologie che favoriscono l’interramento rapido del refluo ed implementando tecniche di agricoltura di precisione.

Il miglioramento della quota di carbonio assorbita nel terreno, strategia ormai imprescindibile per la lotta ai cambiamenti climatici, può essere perseguito in diversi modi: con una sistematica distribuzione del refluo zootecnico sul terreno come fertilizzante organico, con le cover crops, riducendo le operazioni colturali, convertendo le colture in parti permanenti o aumentando la presenza di macchie o filari. Questa è una misura strategica, specie in quelle regioni in cui la zootecnia è più intensiva.

Bisognerà inoltre, incentivare l’utilizzo di tecnologie quali la digestione anaerobica degli effluenti con produzione di biogas in grado di ridurre le emissioni dirette di metano allo stoccaggio degli effluenti e quelle indirette, attraverso la sostituzione di combustibili fossili con fonti di energia rinnovabili, pannelli fotovoltaici e favorire l’efficientamento energetico dell’azienda agricola, estrinsecabile non solo nella produzione di energia da fonti rinnovabili ma anche dal recupero dei flussi energetici (es. calore prodotto in eccesso), da un uso più razionale di macchinari ed una riorganizzazione di processi produttivi ed operazioni, da interventi sugli impianti e sulle strutture. 

Nell’ambito del progetto LIFE BEEF CARBON coordinato dal Centro di ricerca Zootecnia e Acquacoltura di Lodi, che ha come obiettivo quello di ridurre del 15% le emissioni di gas ad effetto serra negli allevamenti di bovini da carne in Francia, Irlanda, Italia e Spagna sono state prodotte le “LINEE GUIDA PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA NELL’ ALLEVAMENTO DEL BOVINO DA CARNE” in cui state sono state individuate le principali strategie di mitigazione per ridurre le emissioni, per aumentare l’assorbimento di carbonio in atmosfera o evitare l’uso dei combustibili fossili (i principali responsabili dell’innalzamento dell’anidride carbonica in atmosfera). Queste linee guida hanno fornito dei valori di impatto quantitativi che potranno essere usati nella formulazione della prossima politica agricola comunitaria, che ha la lotta ai cambiamenti climatici come uno degli obiettivi prioritari.

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