IN BREVE

Il latte è il latticino più consumato al mondo e per l’uomo rappresenta una delle maggiori fonti di biocomponenti benefici. I lipidi contenuti nei semi oleosi possono essere trasferiti al latte vaccino o convertiti in altre biomolecole con effetti nutraceutici, ottenendo come risultato un latte più sano. Esiste però una grande incertezza riguardo l’effetto di alcune variabili legate all’animale, al seme, al livello di integrazione e alle caratteristiche della dieta. L’obiettivo di questa review era di mostrare l’effetto dell’integrazione di semi oleosi nella dieta di vacche da latte sulla produzione, sulle componenti e sul profilo degli acidi grassi del latte. È stata effettuata una ricerca sistematica degli articoli pubblicati con elevato rigore scientifico dove la strategia nutrizionale per le vacche da latte prevedeva un’integrazione di semi oleosi nella dieta. Il latte delle vacche alimentate con semi oleosi conteneva una quantità maggiore di acidi grassi insaturi a 18 atomi di carbonio, tra cui la serie omega-3 e gli acidi grassi rumenico e vaccenico. Nel complesso, l’integrazione con semi oleosi nella dieta delle vacche aumenta la concentrazione di biomolecole nel latte con potenziali effetti benefici sulla salute umana.

La crescente preoccupazione dei consumatori per la correlazione dieta-salute ha aumentato l’attenzione dei nutrizionisti e degli scienziati sugli effetti benefici per la salute dei singoli alimenti.

Il latte bovino è considerato uno degli alimenti più completi, contenente una ricca varietà di nutrienti e biocomponenti essenziali. In questo senso, negli ultimi decenni la valutazione del profilo degli acidi grassi (FA) del latte ha rivestito una grande importanza. Il grasso del latte è la fonte naturale più ricca di acido linoleico coniugato (CLA), con contenuti che vanno da 2 a 53.7 mg g-1. L’ampia variabilità del contenuto di CLA può essere spiegata da diversi fattori quali razza, regione geografica e gestione dell’allevamento; tuttavia, la strategia più efficace per modulare il profilo degli acidi grassi del latte è attraverso la manipolazione della dieta.

L’acido linoleico coniugato è costituito da un insieme di isomeri posizionali e geometrici di LA (C18:2 c9c12). Il CLA è un prodotto intermedio nel metabolismo dei lipidi e nella bioidrogenazione ruminale e si trova naturalmente nel latte e nella carne dei ruminanti. E’ particolarmente importante perché diversi studi che utilizzano modelli animali o colture cellulari, e alcuni condotti anche sull’uomo, hanno riscontrato proprietà nutraceutiche legate al suo consumo, come effetti antiaterogenici, antidiabetogeni, anticarcinogeni, oltre al fatto che permette la modificazione della composizione corporea.

La manipolazione delle diete somministrate alle vacche da latte determina variazioni nel profilo lipidico del latte; ad esempio, l’aggiunta di ingredienti con un contenuto maggiore di acidi grassi monoinsaturi (MUFA) e di acidi grassi polinsaturi (PUFA) aumenta il CLA. L’integrazione di grasso nelle razioni delle vacche da latte si basa principalmente su grassi, oli e su semi oleosi di origine vegetale. Quando le condizioni agroclimatiche ed economiche lo consentono, l’integrazione di semi oleosi è stata ampiamente utilizzata e valutata visto il loro costo più basso, il contenuto più elevato di UFA e il contributo proteico alla razione rispetto ad altre strategie (ad esempio, l’utilizzo di oli). Tuttavia, i risultati degli studi che hanno valutato l’effetto dell’integrazione di semi oleosi nelle razioni di vacche da latte sono apparsi discordanti, il che può essere associato a differenze nelle condizioni metodologiche e sperimentali, come il livello di integrazione, il contenuto di precursori delle diete di base e la lavorazione dei semi oleosi e nelle variabili legate agli animali che potrebbero potenzialmente aumentare la produzione di latte, il contenuto di grassi e il trasferimento di FA dai semi oleosi al latte.

La meta-analisi è una tecnica statistica interdisciplinare utile a stimare l’effetto medio associato a un determinato fattore di intervento da diversi risultati di studio in diverse condizioni sperimentali; inoltre, un modello di meta-analisi ad effetto random può essere esteso a un modello a effetto misto per valutare le fonti di eterogeneità attraverso la meta-regressione. Un gruppo di ricercatori ha quindi condotto una review analitica per analizzare l’effetto globale dell’integrazione delle diete per vacche da latte con semi oleosi sulla produzione di latte e sulla sua composizione chimica attraverso un approccio di meta-analisi. Inoltre, sono state esplorate le fonti della variabilità tra gli studi che spiegano l’eterogeneità dell’integrazione di semi oleosi.

È stata eseguita una ricerca completa e strutturata utilizzando i seguenti database elettronici: Google Scholar, Primo-UAEH e PubMed. Le variabili di risposta erano: produzione di latte (MY), indice aterogenico (AI), Σ omega-3 PUFA, Σ omega-6 PUFA, grassi, proteine, lattosio, acido linoleico (LA), acido linolenico (LNA), acido oleico (OA), acido vaccenico (VA), acido linoleico coniugato (CLA), acidi grassi insaturi (UFA) e acidi grassi saturi (SFA). Le variabili esplicative erano razza, stadio di lattazione (primo, secondo e terzo), tipologia di semi oleosi (semi di lino, soia, colza, semi di cotone e di girasole), modalità (interi, estrusi, macinati e tostati), livello di integrazione nella dieta, differenza in termini di LA, LNA, OA, foraggio e NDF delle razioni integrate e delle razioni di controllo, periodo di washout e disegno sperimentale.

È stata eseguita una meta-analisi con il pacchetto “meta” del programma statistico R. È stata applicata un’analisi di meta-regressione per esplorare le fonti dell’eretogeneità. L’integrazione di semi oleosi nelle razioni delle vacche da latte ha avuto un effetto positivo su CLA (+0.27 g 100 g-1 acidi grassi (FA); p < 0,0001), VA (+1.03 g 100 g-1 FA; p < 0,0001), OA (+3.44 g 100 g-1 FA; p < 0,0001), LNA (+0.28 g 100 g-1 FA; p < 0,0001) e UFA (+8.32 g 100 g-1 FA; p < 0,0001) ed effetti negativi su AI (-1.01; p < 0,0001), SFA (-6.51; p < 0,0001), grasso del latte (-0.11%; p < 0,001) e proteina del latte (-0.04%; p < 0,007). Il contenuto di grassi era influenzato dalla razza dell’animale, dallo stadio di lattazione, dalla tipologia e dalla lavorazione dei semi oleosi e dai contenuti dietetici di NDF e LA. CLA, LA, OA e UFA, componenti desiderabili del latte, erano influenzati dalla tipologia, dalla lavorazione e dall’ingestione dei semi oleosi; inoltre, le concentrazioni di CLA e VA erano influenzate dal washout e dalla progettazione.

L’integrazione di semi oleosi nelle razioni delle vacche da latte ha un effetto positivo sulle componenti del latte desiderabili per il consumo umano. Tuttavia, la risposta degli animali all’integrazione di semi oleosi dipende da variabili esplicative legate al disegno sperimentale, alle caratteristiche dell’animale e alla tipologia di semi oleosi.

Tratto da: “Oilseed Supplementation Improves Milk Composition and Fatty Acid Profile of Cow Milk: A Meta-Analysis and Meta-Regression”, di Genaro Plata-Pérez, Juan C. Angeles-Hernandez, Ernesto Morales-Almaráz, Oscar E. Del Razo-Rodríguez, Felipe López-González, Armando Peláez-Acero, Rafael G. Campos-Montiel, Einar Vargas-Bello-Pérez e Rodolfo Vieyra-Alberto. Animals 2022, 12, 1642. https://doi.org/10.3390/ani12131642