La rubrica “Neutralizzale” si è finora occupata di sensibilizzare l’allevatore e gli addetti al Pest Control sulla problematica delle mosche nei vari contesti, ponendo l’accento non tanto sul benessere animale bensì sull’importanza della biosicurezza, la quale, a sua volta, si riflette sui guadagni dell’azienda.

Le temperature in rapida discesa alleviano sensibilmente la problematica “entomologica”; tuttavia, per dovere di cronaca, è doveroso sottolineare come le temperature “autunno-vernine” all’interno della stalla garantiscono non solo la sopravvivenza della mosca ma pure la sua riproduzione. Ovviamente il ciclo di sviluppo subirà un pesante rallentamento e l’incidenza di fattori esterni, ambientali e non, farà aumentare sensibilmente la percentuale di mortalità.

Mentre durante l’estate la deposizione delle uova da parte della femmina di mosca avviene anche in ambienti alternativi alla deiezione solida animale, come potrebbe essere il terreno umido circostante, durante la cattiva stagione il numero di pabula si restringe e viene esaltato l’intimo legame mosca-animale (leggi anche “La mosca domestica: un minaccioso corriere“).

Figura 1 – Esempio di crescita larvale su superficie verticale, oltre la zona di accumulo fecale.

Altre minacce dal territorio

Quando i raccolti vengono mietuti, un’altra minaccia incombe sulle aziende zootecniche: i roditori.

Soprattutto i ratti trovano sostentamento tra le coltivazioni durante l’estate, dove si nutrono di semi vari, frutta matura, prede e altre matrici rientranti nel loro regime alimentare. L’arrivo dell’autunno li sospinge all’interno delle stalle, nei fienili e, peggio, nei magazzini delle derrate destinate al bestiame, dove insudiciano mangimi e materie prime.

Terminato con le mosche, quindi (benché “terminato” abbiamo appurato non essere il termine più corretto), l’allevatore non deve esitare a rivolgere accorgimenti importanti verso i roditori, ripristinando, qualora l’abbia trascurato, o potenziando, l’impianto di monitoraggio che prevede la posa e la manutenzione di stazioni di avvelenamento e/o stazioni di cattura (leggi anche “Topi e ratti: un pericolo da non sottovalutare in stalla“).

Stazioni di avvelenamento

Le stazioni di avvelenamento rappresentano la principale “fonte” di avvelenamento per i roditori che coabitano con gli animali allevati. Si tratta di contenitori chiusi dove all’interno viene collocata dell’esca rodenticida scelta in maniera oculata. Negli ambienti zootecnici le fonti alimentari per i roditori sono pressoché sconfinate dall’autunno alla primavera; pertanto, non è né efficace, né tantomeno auspicato il ricorso a generici rodenticidi senza aver prima consultato l’esperto di biosicurezza.

A seconda delle materie prime, dei cereali immagazzinati e della consistenza del fienile, le varie cinture protettive attorno agli edifici aziendali ospiteranno l’esca opportunamente scelta, che può variare da un miscuglio di cereali a una pasta morbida particolarmente appetibile fino a speciali gel, altrettanto appetibili.

Postazioni di cattura

Il 2021 è coinciso con l’approdo di Enthomos all’interno del gruppo Newpharm. Oltre agli insetti parassitoidi impiegati per il controllo delle mosche (specie nelle aziende bio), Enthomos porta in dote il sistema di cattura continua più evoluto: il Piper Nexa. Il dispositivo Piper Nexa, con il quale si apre lo scenario di “Agricoltura 4.0” per l’allevatore grazie alla tecnologia Lo.Ra, possiede tutti i requisiti per essere leader del mercato delle trappole “in continuo” ad annegamento rapido del roditore.

Progetto No.Che.Ro

L’acronimo sta per “Non-Chemical alternatives for Rodent control” che tradotto significa “alternativa ai rodenticidi chimici” per il controllo dei roditori. In questo scenario di portata europea, spicca la trappola Piper Nexa a cattura continua, brevetto in capo a Enthomos oggi all’interno del gruppo Newpharm. Il roditore, sia topo che ratto in questo caso, viene adescato sulla sommità del dispositivo Piper Nexa grazie a un attrattivo alimentare. Giunto nel punto di adescamento, sotto le sue zampe si aprirà una botola governata elettricamente che escluderà grazie alla sua sensibilità ogni altro animale che non sia un roditore. Per evitare morti cruente, il roditore annegherà rapidamente nel liquido Piper SOL.

La trappola a cattura multipla in continuo Piper Nexa non usa rodenticidi chimici e sfrutta un sistema di trappolaggio che tutela le specie non bersaglio.

Nella tabella di seguito, un confronto tra Piper Nexa e altre trappole presenti sul mercato.

TRAPPOLE DI VECCHIA GENERAZIONEPIPER NEXA
Sistema di cattura meccanicoSistema di cattura elettronico
Cattura anche insetti e piccoli animali non-targetCattura esclusivamente topi e ratti
No IPIP68 (protezione totale dall’ingresso di polveri + protezione totale dall’ acqua)
Non può essere utilizzata in ambienti con ammoniaca, umidità o salsedineUtilizzabile senza problemi anche in ambienti ricchi di ammoniaca, umidità o salsedine.
Resistente alla corrosione
Paletta di raccolta per asportazione delle carogneSecchiello con sistema di scolo del liquido desodorizzante
Liquido desodorizzante altamente infiammabile (contiene alcool isopropilico) e in etichetta riporta diversi pittogrammiLiquido non infiammabile, non corrosivo, dielettrico e senza pittogrammi in etichetta