La riduzione e la valorizzazione degli scarti agroindustriali e il loro impiego nell’allevamento è una strategia vincente applicata con successo in molte filiere produttive. Questa strategia non rappresenta solo un’opportunità, ma è diventata una necessità. In uno scenario caratterizzato da enormi insicurezze derivanti da conflitti internazionali, aumento dei costi dell’energia ed eventi climatici estremi, l’intero settore agro-zootecnico sta attraversando un evidente periodo difficile. Le politiche nazionali, come si evince dal testo del Decreto 23 giugno 2016: “Incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico”, che identifica i “sottoprodotti” utilizzabili per bioenergie, rischiano di aggravare la situazione. Citando Assalzoo:Prevedere la possibilità di utilizzare questi sottoprodotti per la produzione di biogas creerebbe una concorrenza sleale e innaturale tra il settore energetico e quello alimentare”. Anche l’EFPA, tramite la presidentessa Valentina Massa, sostiene: “Non possono considerarsi biocarburanti avanzati tutte le biomasse con valore nutrizionale idoneo come mangimi”. Il riutilizzo dei sottoprodotti nella catena alimentare, la valorizzazione degli stessi con un cambio anche semantico identificando i “co-prodotti” e l’incremento della circolarità sono strade possibili per sostenere l’intero settore. 

La riduzione degli sprechi alimentari e il recupero degli scarti di lavorazione per il riutilizzo nei processi produttivi hanno assunto una notevole importanza a livello mondiale grazie ad una maggiore consapevolezza di amministratori e cittadini. Il riutilizzo dei sottoprodotti agroindustriali all’interno dei mangimi è riconosciuto come un passaggio cruciale per lo sfruttamento dei prodotti di scarto riducendo al minimo l’impatto ambientale a diversi livelli (Adami et al., 2021). Sempre citando Assalzoo:Sono circa 9 milioni di tonnellate all’anno di materie prime secondarie provenienti da questi e da altri circuiti alimentari che vengono valorizzate dalla mangimistica italiana per la produzione di alimenti destinati al bestiame allevato nel nostro Paese. Dati che rendono l’Italia un Paese virtuoso e all’avanguardia in tema di economia circolare e sostenibilità nel settore agro-alimentare.

LIVE-HAZE è finalizzato ad applicare questa filosofia sostenibile e circolare alla fase di post-raccolta della nocciola.

Il progetto, finanziato da fondi PRIN 2020, ha preso ufficialmente il via con il kick off meeting tenutosi presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie di Torino il 27 maggio. Si sono riuniti, finalmente dal vivo, rappresentanti di tutte le unità operative e delle aziende coinvolte nelle attività.

Il team di ricerca è composto da cinque unità, con sede presso le Università di Torino (Prof. Claudio Forte, coordinatore nazionale), Milano (Prof. Davide Pravettoni, responsabile dell’unità), Modena e Reggio Emilia (Prof. Domenico Pietro Lo Fiego, responsabile dell’unità), Perugia (Prof. Massimo Trabalza Marinucci, responsabile dell’unità) e Catania (Prof. Alessandro Priolo, responsabile dell’unità e co-PI), abbracciando l’intero territorio nazionale. Tutti i ricercatori e le ricercatrici condividono un forte background nelle scienze zootecniche, nell’alimentazione animale e nelle analisi chimiche.

La produzione di nocciole è cresciuta costantemente nell’ultimo decennio. Il mercato globale delle nocciole raggiungerà gli 8,2 miliardi di dollari entro il 2027. L’Italia, seconda solo alla Turchia nel mondo, produce circa 110.000 tonnellate di nocciole all’anno, su una superficie di 68.233 ettari. Negli ultimi Piani di sviluppo rurale, molte regioni hanno incoraggiato la coltivazione della nocciola con politiche dedicate. Il consumo di nocciole in Italia nel 2018 è stato di 157.726 tonnellate, per un valore di 423.278 mila dollari, registrando il tasso di consumo pro capite più alto tra i paesi produttori (0,520 kg di nocciole pro capite).

Due sottoprodotti provengono dall’industria delle nocciole durante i processi di post-raccolta: gusci e bucce di nocciola (hazelnut skin; HS). Attualmente, solo i gusci di nocciola hanno valore commerciale diretto come fonte di riscaldamento. Le HS vengono solitamente separate dal frutto durante la fase di tostatura e gestite come scarti. L’inclusione di HS nell’alimentazione del bestiame potrebbe ridurre significativamente gli sprechi post-raccolta fino a raggiungere lo zero, aggiungendo valore economico all’intera catena produttiva e soddisfacendo la crescente domanda dei consumatori di alimenti più sostenibili.

Oltre all’elevata concentrazione di composti fenolici, le HS sono una buona fonte di polisaccaridi, acidi grassi insaturi e tocoferoli. Alcuni studi in vitro e in vivo hanno suggerito il potenziale antiossidante degli estratti dai sottoprodotti di HS. Tuttavia, la maggior parte degli studi sono stati condotti su linee cellulari umane e/o su animali da laboratorio. Inoltre, gli studi riportati spesso si basano su esperimenti su scala di laboratorio, senza la trasposizione su scala più ampia.

I dati preliminari ottenuti dai componenti del progetto LIVE-HAZE in prove pilota hanno studiato l’idoneità dell’inclusione di HS nelle diete delle vacche da latte (Renna et al, 2020) e degli ovini (Caccamo et al., 2019; Priolo et al., 2021) con risultati promettenti. In letteratura non sono presenti dati relativi all’uso di HS o del suo estratto polifenolico in diete destinate a monogastrici.

Considerando quanto sopra, l’ipotesi principale del progetto LIVE-HAZE è che l’HS sia effettivamente sfruttabile in zootecnia come materia prima per mangimi per ruminanti o come estratto di polifenoli per monogastrici, aumentando la sostenibilità sia della produzione di nocciole che dell’allevamento, migliorando la stabilità ossidativa degli animali e alimenti di origine animale, e soddisfacendo le aspettative del consumatore per un prodotto alimentare di origine animale sostenibile e nutraceutico.

Per raggiungere questo obiettivo, LIVE-HAZE è organizzato in 6 work packages (WP) pensati per approfondire le conoscenze esistenti sull’argomento e applicarle alle cinque filiere zootecniche più importanti in Italia.

La caratterizzazione di HS e la creazione di un estratto green di polifenoli (gPHES) nel WP1 forniranno tutti i dettagli per pianificare le prove in vivo (WP2) che coinvolgeranno bovini da carne, bovine da latte, pecore da latte e agnelli, maiali e polli da carne. Una volta studiati gli effetti in vivo sull’ossidazione, il microbiota, le prestazioni, l’immunità e l’espressione delle proteine ​​sieriche, si passerà all’analisi degli alimenti derivati ​​(WP3). Carne, latte e colostro derivati ​​dal WP2 saranno analizzati in termini di parametri fisici e chimici, stabilità ossidativa, shelf life, profilo sensoriale e nutraceutico di nuova acquisizione.

Le attività in campo sono accompagnate da un’indagine focalizzata su aspetti di sostenibilità e impatto sociale (WP4) coinvolgendo consumatori e aziende in LIVE-HAZE, esplorando l’accettabilità e gli aspetti emotivi legati all’economia circolare e valutando l’impatto economico e ambientale. 

Gli impatti positivi coinvolgono diversi settori: fase post-raccolta e processi industriali di produzione di nocciole, produzione di mangimi, allevamento, industria alimentare e consumatori. 

Se l’inclusione di HS e/o gPEHS dovessero rivelarsi strategie nutrizionali ottimali per aumentare la sostenibilità, il benessere e lo stato ossidativo degli animali, e per prolungare la shelf life del prodotto finito, LIVE-HAZE potrebbe portare a una significativa riduzione dei livelli di produzione di scarti e indubbi vantaggi su tutta la filiera. Le manifestazioni di interesse per le collaborazioni siglate da alcune tra le più importanti aziende del settore dolciario e dagli allevamenti che ospitano le sperimentazioni in vivo sono la conferma dell’impatto del progetto.

Inoltre, l’indagine relativa all’economia circolare e la determinazione della percezione del consumatore nei confronti dell’innovazione di filiera potrebbero essere sfruttabili in diversi ambiti in uno scenario internazionale in cui la consapevolezza sulla necessità di incrementare i processi sostenibili è in continua crescita. 

LIVE-HAZE rappresenterà il primo e cruciale passo verso lo sviluppo di nuovi protocolli per la gestione dei rifiuti di nocciole, garantendo alle aziende e alle aziende agricole italiane un posto di rilievo nel nuovo scenario internazionale sempre più green.

 

Autori

Claudio Forte, sotto la supervisione del “Gruppo Editoriale ASPA”: Giuseppe Conte, Alberto Stanislao Atzori, Fabio Correddu, Antonio Gallo, Antonio Natalello, Sara Pegolo, Manuel Scerra.