L’alimentazione nella quasi totalità degli allevamenti bufalini è oggi gestita attraverso l’utilizzo del carro unifeed, che permette di somministrare il cosiddetto piatto unico o TMR (razione mista totale).

Unifeed deriva da Unique Feed, cioè alimento unico, ed è così denominato poiché la razione che viene somministrata all’animale è una miscela di tutti gli alimenti necessari per la dieta predisposta. Gli alimenti vengono tritati e mischiati in modo che l’animale non possa scegliere cosa mangiare ma sia costretto a cibarsi di tutto contemporaneamente.

Il primo tentativo di alimentare i bovini tramite tecnica unifeed o TMR (Total Mixed Ration) è avvenuto negli Stati Uniti circa 90 anni fa. I pionieri americani tentarono di somministrare una miscela di foraggi e cereali nel corso di un programma chiamato BIR (Built In Roughage ovvero “foraggio incorporato”). Questo primo tentativo non ebbe molto successo ma, con il passare degli anni, con l’esperienza accumulata e con lo sviluppo di macchine sempre più efficienti, si è arrivati ad affinare la tecnica del piatto unifeed. La TMR è stata in seguito adottata anche negli allevamenti di bufale, bovini da carne, capre e pecore.

Tra i principali motivi per cui si è adottato l’unifeed ritroviamo:

  1. Costanza alimentare
  2. Necessità di gestire l’alimentazione in maniera semplice in mandrie di dimensioni sempre crescenti
  3. L’aumento produttivo ha comportato la necessità di maggiori integrazioni di concentrato
  4. La possibilità di aumentare il paniere degli alimenti somministrati

Alimentare la bufala equivale ad alimentare i batteri del rumine, ed è indispensabile garantire la loro efficienza poiché da questa dipende la digestione della gran parte degli alimenti che l’animale assume per la produzione di acidi grassi volatili e la sintesi ex novo di vitamine e aminoacidi essenziali. Per raggiungere questo scopo è importante distribuire più miscelate al giorno o almeno avvicinare la miscelata alla mangiatoia più volte possibile.

L’utilizzo dell’unifeed nella bufala mediterranea comporta degli indubbi vantaggi:

  • Continua disponibilità dell’alimento
  • Costante qualità dell’alimento lungo la mangiatoia
  • Impossibilità di selezione dell’alimento da parte dell’animale
  • Uniformità delle fermentazioni ruminali nelle 24 ore
  • Massimizzazione dell’ingestione di sostanza secca
  • Riduzione o eliminazione delle dismetabolie alimentari, soprattutto all’inizio della lattazione
  • Migliore efficienza di utilizzazione degli alimenti
  • Possibilità di somministrare alimenti poco appetibili
  • Riduzione di manodopera
  • Maggiore persistenza della curva di lattazione

Anche se l’unifeed sembra essere il metodo più semplice per somministrare gli alimenti ai ruminanti, in realtà la non corretta preparazione dello stesso può portare all’insorgenza di patologie metaboliche dell’animale che si andranno a ripercuotere sul benessere della mandria e delle performance produttive.

Per ottenere la miscela ideale è indispensabile non trascurare alcun dettaglio.

Il valore medio di ingestione può essere in dipendenza dalle caratteristiche della dieta, principalmente dalla lunghezza e dalla digeribilità della fibra. Le fibre dei fieni sono alla base della ruminazione: devono essere tagliate alla giusta lunghezza (2-3 cm) e in maniera netta, senza essere sbriciolate o strappate. I foraggi e i concentrati utilizzati devono essere di alta qualità; anche minime variazioni dei nutrienti all’interno della razione giornaliera possono modificare la produttività dell’animale. Le bufale allevate in stalle confortevoli, esenti da fenomeni di competizione e sovraffollamento, assumono gli alimenti in 8-10 pasti giornalieri. Il numero di pasti è favorito dalla costante disponibilità della razione sulla mangiatoia, e quindi dall’avvicinata della stessa.

Il controllo dell’unifeed viene fatto attraverso il Penn State Particle Separator (PSPS), sviluppato nella sua versione originale con due setacci dall’omonima università nel 1996. Negli anni il sistema si è andato modificando arrivando all’attuale strumento che prevede tre setacci ed un fondo.

Il diametro dei fori è:

  1. 19 mm
  2. 8 mm
  3. 4 mm
  4. Fondo

La ripartizione percentuale dell’unifeed nei vari setacci per la specie bovina è ben definita ed è la seguente:

Nell’ambito dell’attività svolta dai Tecnici della Ferrero Mangimi si è voluto valutare la stabilità, nell’arco delle 24 ore, di due unifeed di bufale in lattazione, uno in apparenza grossolano (A) e l’altro meglio strutturato (B).

La prova ha previsto la setacciata dell’unifeed con il Penn State Particle Separator e l’analisi dei nutrienti attraverso NIR portatile allo scarico e in successione ogni otto ore sino alla raccolta dell’avanzo a distanza di 24 ore dallo scarico.

Di seguito, la cascata fotografica di raffronto dei due unifeed.

Dalle foto fatte risulta evidente come nella razione A (carro in apparenza più grossolano) il volume di alimento nel primo setaccio resti quasi costante nel tempo; al contrario, i volumi del penultimo e del fondo tendono a scendere. Questo è sinonimo di scelta da parte degli animali, che ingeriscono in prima battuta le parti più fini (concentrati) a scapito di quelle più grossolane (fibra).

Nella cascata del carro B (grossolano) sembra che ciò non avvenga e che i volumi dei vari setacci restino costanti nel tempo.

I risultati delle setacciate sono questi:

Quanto premesso nelle considerazioni sulla documentazione fotografica trova riscontro nei numeri.

Andando a sommare 1° e 2° setaccio, che rappresentano sostanzialmente la parte fibrosa della razione, ed il 3° setaccio e il fondo, che rappresentano maggiormente la quota del concentrato, viene fuori la terza tabella. È possibile notare come i due carri indagati partano da una situazione abbastanza simile: 51/49 carro A e 48/52 carro B. Andando avanti con le ore dallo scarico, e prendendo in considerazione il tempo +24, notiamo che il carro A è molto differente dal punto di partenza (66/34), al contrario del carro B che subisce una lieve modifica (50/50).

Gli animali a cui è stato somministrato il carro A hanno avuto la possibilità di scelta, e quindi hanno ingerito prima le parti più corte (concentrato) lasciando come residuo una quota importante di sola fibra. Al contrario, gli animali a cui è stato somministrato il carro B hanno scelto meno ed il residuo è abbastanza similare a quanto scaricato all’inizio.

Un’altra differenza interessante da notare è la diversa proporzione che si ha nei due carri tra il 1° e il 2° setaccio. Nel carro A la proporzione è spostata verso il 1° setaccio, nel carro B verso il 2° setaccio. Questo aspetto influenza in maniera significativa la capacità di scelta da parte dell’animale.

Sono state fatte analisi con NIR portatile sull’unifeed in contemporanea alle setacciate.

L’analisi NIR si aggancia perfettamente alle considerazioni già fatte. Il carro B risulta più stabile nei suoi valori nutrizionali nel tempo. Al contrario, il carro A vede un decremento maggiore nel tempo del contenuto di proteina ed amidi, ed un innalzamento delle porzioni di fibra.

Questa semplice prova di campo, che non ha valenza scientifica per sua natura, vuole semplicemente evidenziare che possono esserci grandi differenze nella stabilità di un unifeed nel tempo in funzione di come lo stesso è stato preparato.

Questa stabilità influenzerà in maniera positiva/negativa le performance degli animali allevati. Compito del mondo della ricerca sarà quello sicuramente di definire sempre con maggior precisione quelle che sono le linee guida di preparazione dell’unifeed per la bufala come è stato fatto per la vacca da latte.

Autori

Oreste Vignone, Manuela Fusco, Vincenzo De Marco, Edoardo Bovieri, Mattia Troso – Ferrero Mangimi