Spesso il mais viene menzionato come esempio di scarsa sostenibilità dell’agricoltura, specialmente quando si parla degli elevati consumi idrici da parte del settore primario.
In realtà, è una coltura non solo sostenibile ma anche estremamente efficiente nell’utilizzo delle risorse ambientali come acqua e azoto, un’efficienza legata all’elevato potenziale produttivo rispetto ad altri cereali e frutto del suo metabolismo C4, che gli conferisce la capacità di fissare una quantità di anidride carbonica doppia o tripla rispetto ad altre specie coltivate.
Come evidenziato dai dati nella Tabella 1, il mais possiede un’efficienza d’uso dell’acqua estremamente elevata, con la capacità di produrre più quintali di sostanza secca, ovvero maggiori produzioni agricole, per litro di acqua utilizzato.
Per mantenere alta l’efficienza del mais, e ridurre l’impatto ambientale, occorre mantenere un elevato livello produttivo, tutelando la coltura dalle avversità, soprattutto dal cambiamento climatico responsabile di temperature e andamenti delle precipitazioni sempre più imprevedibili e variabili.
Quindi, per far fronte a questa sfida, occorre prevenire o attenuare gli stress, quello idrico in particolare, adottando un approccio integrato che utilizzi risorse genetiche, agronomiche, chimiche e ingegneristiche.
Genetica
Le sfide del cambiamento climatico si affrontano anche con l‘innovazione genetica. Per rispondere alle necessità delle aziende agricole, i ricercatori di Corteva hanno implementato un programma di miglioramento genetico che premia la stabilità produttiva al variare delle condizioni climatiche.
Questo programma ha dato origine ad una nuova generazione di ibridi ribattezzata Optimum AQUAmax®, con genetiche selezionate per la loro superiore efficienza nell’utilizzo dell’acqua e dei nutrienti. Gli ibridi AQUAmax raggiungono rese superiori in condizioni limitanti rispetto ad ibridi convenzionali di pari classe, con produzioni altamente competitive anche quando gli input non mancano.
Questi ibridi presentano migliore attività stomatica, fioritura efficiente, sistema radicale capace di esplorare il terreno alla ricerca delle riserve idriche del suolo, e tolleranza agli stress in fioritura e in fase di riempimento della granella, caratteristica che permette di mitigare gli effetti legati all’imprevedibilità dell’andamento stagionale. In contesti in cui la coltivazione del mais non può avvalersi di azioni correttive come l’irrigazione, offrono maggiore sicurezza di rientro degli investimenti all’agricoltore. Questa tecnologia può diventare una soluzione per differenziare le produzioni aziendali anche in ambienti più vocati. Non è da escludere che in tali contesti porzioni di azienda in cui l’approvvigionamento idrico è più difficoltoso, e che fino ad oggi erano destinate a colture più rustiche, con questi ibridi possano essere seminate a mais.
Oltre alla scelta degli ibridi AQUAmax, la genetica Pioneer permette in ogni realtà aziendale di mettere in atto una pianificazione delle semine per ridurre i rischi, basata su:
- Differenziazione degli ibridi per spalmare eventuali rischi di stress.
- Costruzione di pacchetti di ibridi che abbiano epoca di fioritura e di maturazione diverse.
Infatti, l’innovazione genetica e i cambiamenti climatici ci stanno insegnando che non sempre la scelta migliore è quella di utilizzare ibridi a ciclo pieno; un’opportunità potrebbe venire dall’inserimento di ibridi più precoci all’interno della strategia aziendale. Sia per il trinciato che per la granella, avere a disposizione genetiche straordinariamente produttive consente di ottenere analoghi risultati di resa di classi più tardive, ma con meno risorse e minori rischi. Ad esempio, per la granella, l’innovativa gamma dei 500 Pioneer è in grado di eguagliare produttivamente le migliori genetiche più tardive, avvantaggiandosi di un’enorme potenzialità produttiva e di una spiccata adattabilità ai diversi ambienti colturali. Questo permette di ottenere il massimo livello produttivo dai propri terreni e ridurre i costi di essiccazione con raccolte a pari data di ibridi a ciclo pieno.
Gestione idrica
Ogni metodo irriguo può potenzialmente fornire rese soddisfacenti. Quello che è veramente importante prendere in considerazione sono gli aspetti economici-organizzativi e quelli di efficienza di utilizzo dell’acqua irrigua, ovvero la resa ottenuta per litro di acqua fornita. Per supportare le aziende, Corteva ha sviluppato e messo a disposizione dei coltivatori un modello che consiglia tempistiche di adacquamento e di fertirrigazione in base all’analisi del suolo, alla data di semina e al tipo di ibrido.
Gestione agronomica
L’agricoltura italiana si estende su un territorio caratterizzato da una ricchezza di agro-ecosistemi unica al mondo che necessita di soluzioni e approcci agronomici differenziati. Partendo da questo concetto Corteva ha costruito un percorso tecnico fondato sulla conoscenza dei suoli, la principale e più strategica risorsa interna all’azienda, per affiancare i coltivatori nell’adozione delle più innovative tecnologie agronomiche e digitali per produrre mais italiano in modo sostenibile da un punto di vista ambientale e agronomico con l’obbiettivo principale di salvaguardare la reddititivà dell’azienda e valorizzarne le risorse, come appunto la risorsa idrica. Con questa convinzione, la sperimentazione Corteva sugli ibridi di mais Pioneer degli ultimi anni ha toccato diverse tematiche: densità di semina, strategie nutrizionali basate su applicazioni di biostimolanti,strategie per preservare la qualità basate sul biocontrollo e lo studio di nuove e consolidate tecniche agronomiche che possano aiutare a preservare l’acqua.
Il tema della giusta densità di semina in funzione dell’ambiente e della gestione agronomica è stato affrontato con un rigoroso approccio sperimentale attraverso una rete capillare di prove, chiamate Density Trials. In località rappresentative di un’ampia variabilità pedoclimatica, gli ibridi Pioneer sono stati coltivati con diversi regimi irrigui e con diversi apporti di fertilizzanti, con l’obiettivo di aumentare la redditività ad ettaro attraverso un investimento ben pianificato per ogni genetica. Il risultato è un modello integrato che restituisce le curve di produttività ibrido-specifiche a diversi livelli di investimento, per le diversificate tipologie di suolo e disponibilità idriche, così da rappresentare ogni casistica e rispondere alle esigenze di ogni maiscoltore italiano.
Genetica e gestione agronomica ed idrica sono importanti. Tuttavia, in un contesto eterogeneo come quello italiano, le scelte dell’azienda agricola devono essere fondate sulla conoscenza e sul monitoraggio continuativo di coltura ed input. ViGIS è una piattaforma sviluppata per consentire alle aziende agricole italiane di accedere liberamente a tecnologie di Remote Sensing, ovvero monitoraggio in remoto, con un sistema di rilevazione da satellite dello stato delle colture. ViGIS elabora le immagini ricevute da satelliti in orbita attorno alla terra e fornisce indicazioni sulla condizione della copertura vegetale, permettendo così di individuare, in modo accurato e tempestivo, le zone del campo in cui sono presenti difformità nello sviluppo, nella salute o nell’efficienza fotosintetica delle piante. Disporre di una serie storica sullo stato delle piante in un determinato appezzamento permette di orientare le scelte agronomiche e la gestione idrica. ViGIS, inoltre, raccoglie le informazioni chimico-fisiche derivanti dalla 20.000 analisi del suolo eseguite annualmente dall’AGROLAB Corteva. Le informazioni disponibili per l’azienda sono ancora più puntuali, con mappe di variabilità aziendale che ci consentono di definire piani agronomici campo per campo, con indicazioni su cosa seminare e sui fertilizzanti organici o di sintesi da applicare, elaborando eventualmente mappe di prescrizione a dose variabile per la semina e la fertilizzazione con tecnologie di agricoltura di precisione.
La conoscenza del suolo è la base sulla quale costruire il nuovo modello di agricoltura sostenibile, e il prossimo passo sarà integrare questa informazione nei sistemi di gestione idrica. Un possibile utilizzo delle analisi del suolo è quello di reinterpretare ed integrare il concetto di acqua libera: le caratteristiche del suolo come tessitura e sostanza organica si traducono in un valore che ci permette di conoscere quanta acqua è potenzialmente utilizzabile dalla pianta e di capire se ci sono aree all’interno dello stesso appezzamento, o in appezzamenti diversi, più problematiche.
Per ulteriori approfondimenti su questi temi, è disponibile di seguito la registrazione del webinar “Mais e risorse idriche: scelte agronomiche e varietali in un contesto di cambiamento climatico”.