Situata nella regione dell’Île-de-France, a circa 50 chilometri da Parigi, immersa nella rigogliosa foresta di Rambouillet, si trova la reggia che fu rifugio di Maria Antonietta e Luigi XVI. Tra giardini incantevoli e boschi rigogliosi, la sovrana desiderava un luogo bucolico dove sfuggire alle rigide etichette di corte, dedicarsi ai piaceri semplici della vita campestre e alla sua passione, l’arte e la tecnica della caseificazione.
Fu così che, nel 1786, su volere di Luigi XVI, all’interno della tenuta del castello venne commissionata la latteria di Rambouillet, un gioiello architettonico destinato a divenire noto con il nome “Latteria della Regina”. Nascosta tra gli alberi e circondata da un idilliaco villaggio pastorale, la latteria era ben più di un semplice luogo di produzione di latte.
Realizzata in stile neoclassico dall’architetto Jacques-Jean Thevenin, con il contributo dei più grandi artisti dell’epoca tra cui quello del pittore Hubert Robert e del conte di Angiviller, la latteria di Rambouillet non era solo un capolavoro di raffinatezza e stravaganza ma anche un luogo di piacere dedicato al relax e al divertimento della corte reale. La sua cupola dorata e le sue pareti decorate con affreschi bucolici la rendevano un luogo fiabesco, immerso in un’atmosfera di serenità e spensieratezza.
In particolare il pittore di fama mondiale Hubert Robert fu incaricato di supervisionare tutti gli aspetti della progettazione della Latteria che immaginò come un vero e proprio tempio del latte. I suoi progetti includevano, tra l’altro, un servizio di porcellana di Sèvres di Jean-Jacques Lagrenée, ispirato allo stile della civiltà preromana degli Etruschi.
L’intero complesso della latteria di Rambouillet era composto da tre edifici principali.
La latteria ornamentale, composta a sua volta da due stanze, la prima detta “Sala Tonda” dove sul pregiato tavolo in marmo bianco e porfido si deponeva il vasellame in porcellana di Sévres destinato a servire il latte e i formaggi alla corte e agli ospiti della Regina, e la seconda detta “Sala di refrigerio“, sul cui sfondo dello spazio oblungo sorge un accozzamento di rocce monumentali nel cuore delle quali, fragile e graziosa, si leva l’opera di Julien: la Ninfa Amalthea e la sua capra che, secondo il mito, nutrì col suo latte Zeus bambino.
Il secondo edificio era la latteria di lavoro dove avveniva la trasformazione del latte in burro e formaggio, ed infine l’illustre padiglione del Re dove la nobiltà si intratteneva dopo aver consumato ogni tipo di prelibatezza lattierto-casearia. Ma il vero cuore pulsante di questo luogo era il villaggio pastorale che circondava la latteria.
Composto da cottage in stile normanno, giardini fioriti e fattorie il villaggio era abitato da contadini e pastori in costumi tradizionali. Una simpatica, ma non confermata storia, narra che Maria Antonietta e i suoi cortigiani si divertissero a travestirsi da pastori e contadine, immergendosi completamente in questa atmosfera di vita bucolica.
La latteria di Rambouillet era il simbolo della passione di Maria Antonietta per la vita semplice e del suo desiderio di evadere dalle rigide convenzioni di corte. Ben presto però divenne anche un simbolo del lusso e dell’opulenza della vita di corte della nobiltà francese.
La fama di stravaganza e frivolezza che circondava la latteria di Rambouillet alimentò le critiche dei detrattori di Maria Antonietta. La regina fu accusata di essere indulgente negli eccessi e di non curarsi delle sofferenze del popolo francese. Nonostante le polemiche, la latteria di Rambouillet rimase un luogo speciale per Maria Antonietta. Era un rifugio dove poteva esprimere la sua personalità e coltivare la sua passione per la natura e per l’arte e tecnica casearia.
Purtroppo, la Rivoluzione francese segnò la fine dell’epoca dei re e portò con sé anche il declino della Latteria di Rambouillet. Nel 1793, per cancellare velocemente il passaggio dell’Ancien Régime, il castello fu saccheggiato e la latteria subì gravi danni. Fu solo con l’ascesa di Napoleone Bonaparte che il castello di Rambouillet tornò ad essere una residenza imperiale e la Latteria fu restaurata. Napoleone e la sua consorte, Giuseppina, apprezzavano particolarmente questo luogo bucolico e vi soggiornarono spesso nel corso degli anni.
Nel corso del XIX secolo, la Latteria di Rambouillet ha continuato ad essere utilizzata come residenza di villeggiatura dai vari regnanti francesi. Con l’avvento della Repubblica, il castello e la latteria divennero proprietà dello Stato e furono aperti al pubblico.
Oggi, la latteria di Rambouillet è ancora un luogo di grande fascino. Aperta al pubblico, ospita un museo dedicato alla storia della produzione lattiero-casearia in Francia. I visitatori possono ammirare l’architettura elegante, l’arredamento raffinato e conoscere le antiche tecniche di lavorazione del latte.
Oltre alla sua importanza storica e architettonica, la latteria di Rambouillet offre spunti di riflessione sulla figura di Maria Antonietta. Da un lato, rappresenta il suo desiderio di evadere dalle rigide imposizioni di corte e di vivere una vita più semplice all’insegna delle sue passioni. Dall’altro, simboleggia la sua frivolezza e la sua distanza dai problemi reali del popolo francese.
La latteria di Rambouillet ci ricorda che Maria Antonietta era una donna complessa e contraddittoria, affascinante e allo stesso tempo fragile. Una figura che continua ad affascinare e ad interrogare ancora oggi.