Dodici Associazioni ambientaliste e animaliste hanno inviato ieri ai Ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente una lettera per contestare l’ampio utilizzo dei margini di discrezionalità concessi dalla Commissione europea per impoverire le ambizioni ambientali del Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027.
A corredare la lettera inviata da AIAB, AIDA, CIWF, Essere Animali, Greenpeace Italia, Legambiente, Lipu, ISDE, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Terra! e WWF Italia, un documento di osservazioni al Decreto del 28 giugno 2024 con cui il MASAF ha dato attuazione al Regolamento UE 2024/1468 del 14 maggio 2024 che ha modificato la PAC entrata in vigore dal gennaio 2023.
“Con queste modifiche – si legge nel comunicato stampa diffuso da WWF – l’Unione europea, alla vigilia del voto per l’europarlamento, ha voluto dare una facile risposta alle proteste degli agricoltori, di fatto solo riducendo gli obiettivi di tutela della biodiversità e del clima nella PAC.”
“Nel dare attuazione a questa riforma – prosegue la nota, – il Ministero guidato da Francesco Lollobrigida, ha utilizzato al massimo gli ampi margini di discrezionalità concessi, impoverendo le già scarse ambizioni ambientali del Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027 (PSP), penalizzando proprio quegli agricoltori più virtuosi che intendono investire nel futuro della propria azienda privilegiando la tutela della biodiversità e della fertilità del suolo.”
Le associazioni criticano in particolare l’introduzione della possibilità per le aziende di applicare la diversificazione delle colture e non la rotazione, sottilineando che quest’ultima invece permette una salvaguardia della fertilità dei suoli tanto da essere uno dei principi chiave dell’agricoltura biologica e agroecologica.
Nella lettera si evidenzia inoltre che per compensare l’eliminazione dell’obbligo del 4% di aree naturali nei seminativi, il decreto non introduce un nuovo impegno volontario per gli agricoltori per la tutela dell’ambiente e del clima (Eco-schema), come previsto dal regolamento comunitario, ma modifica l’esistente Eco-schema 5 dedicato alle misure per gli impollinatori, riducendone il potenziale poiché mantiene inalterata la dotazione finanziaria. Il Decreto Ministeriale riconosce poi agli agricoltori il pagamento compensativo ad ettaro per le aree dedicate tutela della biodiversità fino ad una superficie massima del 4%.
“In pratica – scrivono le dodici associazioni – se un agricoltore virtuoso vuole investire una percentuale maggiore della sua superficie agricola per la creazione di siepi, boschetti, piccole zone umide o semplicemente per lasciare a riposo il suolo così da favorirne la fertilità, riceverà solo un pagamento sul primo 4% della superficie agricola impegnata. I contenuti del decreto confermano purtroppo la poca lungimiranza del Ministro Lollobrigida e la sua avversione a provvedimenti tesi a tutelare la natura. Siamo di fronte ad una scelta ideologica miope che danneggia gli agricoltori, l’ambiente e la stessa sicurezza alimentare dei consumatori.”
Le dodici Associazioni hanno, dunque, rilanciato una proposta già fatta in sede di preparazione del PSP per l’inserimento di un nuovo Eco-schema dedicato ai pagamenti per le aree agricole restituite alla natura fino al 10% dei terreni, ed evidenziato la mancanza di coinvolgimento delle parti sociali in questo processo di modifica.
“Nonostante nei “considerata” in premessa al testo ministeriale si parli di “adeguata e diffusa informazione rivolta ai portatori di interesse coinvolti dalle azioni oggetto del presente decreto”, a nessuna delle nostre Associazioni è mai pervenuta una richiesta di commento né tanto meno di incontro”, denunciano le dodici Associazioni evidenziando come siano state invece sentite solo alcune Associazioni agricole “come dimostra la pubblicazione di Coldiretti “Dove sta andando la PAC: Il PSP dell’Italia 2023-2027, primo anno di applicazione”, che anticipa i contenuti del Decreto e i dati sul primo anno di attuazione del Piano Strategico Nazionale della PAC, mai resi noti ufficialmente dal MASAF neppure ai componenti del Comitato di monitoraggio del Piano“.
“Il mancato coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse e l’assenza di informazioni sull’attuazione del PSP sono una evidente violazione delle regole dell’Unione europea per la gestione della PAC. L’applicazione della PAC e il conseguente utilizzo dei fondi pubblici – ribadiscono le dodici Associazioni ai Ministri Lollobrigida e Pichetto Fratin – non sono e non devono essere un esclusivo interesse delle Associazioni agricole, ma un interesse comune di tutti i cittadini e delle Associazioni della società civile che rappresentano interessi pubblici diffusi come la tutela dell’ambiente, del clima e della salute.”