La fase di svezzamento è il momento più delicato nella vita del vitello poiché si verificano diverse trasformazioni anatomiche e fisiologiche che coinvolgono l’apparato digerente in relazione allo sviluppo degli organi e della popolazione microbica che colonizzerà il rumine. Il vitello nasce come un monogastrico funzionale che deve diventare un poligastrico.

I ruminanti hanno un apparato digerente costituito da un prestomaco non-secretore suddiviso in tre concamerazioni (rumine, reticolo ed omaso), da uno stomaco secretore (abomaso) e da un’unica dentatura, in cui sono assenti gli incisivi ed i canini superiori mentre i canini inferiori si sono uniti ed hanno preso la forma di un incisivo. Alla nascita il volume dell’abomaso è pari a circa il 70% mentre quello dei prestomaci è del 30%, a due mesi di vita questi valori si invertono completamente.

Fonte: Fisiologia degli animali domestici, 2002, M.J. Swenson e W.O. Reece

Nel vitello, lo sviluppo della digestione gastrica può suddividersi in quattro fasi:

  • fase neonatale (prime 24ore);
  • fase pre-ruminale (dal primo giorno alla terza settimana);
  • fase di transizione (dalla terza all’ottava settimana);
  • fasi di pre- e post-svezzamento (dall’ottava settimana in poi).

Durante queste fasi avvengono molti cambiamenti nell’apparato digerente del vitello: i prestomaci si sviluppano, i batteri e i protozoi colonizzano il rumine, le papille della mucosa dei prestomaci iniziano a differenziarsi e la doccia esofagea regredisce (plica muscolare che convoglia i liquidi direttamente dall’esofago all’abomaso per evitare il ristagno di latte nel rumine-reticolo, causa di meteorismo e diarrea).

L’obiettivo è quello di accompagnare il vitello durante queste evoluzioni anatomiche al fine di evitare problematiche sanitarie che si andrebbero a ripercuotere sullo stato sanitario e sulle performances produttive dell’animale adulto.

Alla nascita il vitello è privo di difese immunitarie poiché la placenta della bufala essendo di tipo sindesmo-coriale non permette il passaggio di anticorpi durante la gravidanza.

Il colostro rappresenta il mezzo di trasferimento dell’immunità passiva della madre che è condizionata dalla qualità dello stesso, dalla quantità somministrata e dalla tempistica di somministrazione. Il colostro è quella sostanza pre-latte ricca di immunoglobuline, proteine, vitamine liposolubili, ferro, vitamina B1, lattosio e minerali, che viene prodotta dai mammiferi nelle prime ore della lattazione. La permeabilità della parete intestinale alle immunoglobuline decresce con l’aumentare delle ore di vita del vitello e con essa anche la concentrazione di immunoglobuline nel colostro. Una corretta somministrazione dovrebbe avvenire entro le sei ore di vita dell’animale in ragione di circa il 10% del peso vivo dello stesso.

L’alimento che seguirà il colostro nelle prime settimane di vita sarà il latte (di bufala o ricostituito). Il latte raggiungerà l’abomaso superando i prestomaci grazie all’attivazione del riflesso della doccia esofagea. Mediante l’azione di alcune secrezioni abomasali (renina, acido cloridrico, ecc.) il latte viene “cagliato” e il siero residuo giungerà nell’intestino dove verranno trattenuti i nutrienti residui. I coaguli verranno attaccati dagli enzimi presenti nella saliva e degradati lentamente nelle ore successive al pasto.

A partire dalla seconda settimana di vita inizierà la somministrazione di alimento solido, sempre abbinata ad acqua fresca e pulita, che darà avvio allo sviluppo dei prestomaci. Questa ingestione in prima battuta sarà determinata dalle attività di esplorazione dell’ambiente da parte dell’animale e a seguire dall’appetibilità e dalla palatabilità del prodotto somministrato.

Nel momento in cui l’animale avrà raggiunto un’ingestione di circa 1,5 – 2 kg di mangime (60-70 giorni di vita) saremo in grado di svezzare il vitello.

Nel vitello bovino sono state sviluppate delle curve di crescita degli animali che permettono di confrontare i risultati ottenuti in allevamento rispetto alla media della popolazione.

Negli ultimi anni i Tecnici della Ferrero Mangimi, con l’aiuto della rete vendita, hanno condotto un’attività di monitoraggio della crescita dei vitelli nei primi novanta giorni di vita andando a rilevare peso ed altezza al garrese. L’attività è stata svolta sia in vitellaie che utilizzavano mangimi di svezzamento Ferrero che altri prodotti commerciali. Le rilevazioni sono state fatte su più di 700 animali e hanno permesso l’implementazione di due curve di crescita: una per il peso ed una per l’altezza al garrese.

Lo scopo è stato quello di andare a confrontare gli indici di performance della propria mandria rispetto alla media di popolazione rilevata, in modo da attuare eventuali azioni correttive dei piani di svezzamento adottati.

L’esperienza accumulata negli anni ha permesso ai Tecnici della Ferrero Mangimi di sviluppare due prodotti specifici per lo svezzamento del vitello bufalino:

  • BUBA SVEZZO FIOK: mangime in pellet con fiocchi di mais a vista, in grado di coprire i fabbisogni nutrizionali specifici in questa delicata fase di crescita. Grazie alle materie prime inserite in formulazione, alle lavorazioni utilizzate presso gli stabilimenti dotati di macchinari innovativi e con l’uso di specifici additivi, è stato possibile ottenere un prodotto altamente performante ed appetibile.
  • BUBA SVEZZO MASH: la linea Mash è una tecnologia “fiore all’occhiello” della Ferrero Mangimi. Il Mash vitelli è un mix di materie prime selezionate a granulometria differenziata in grado di apportare i nutrienti essenziali, vitamine e minerali, per soddisfare i fabbisogni nutrizionali dei vitelli in accrescimento. Le caratteristiche fisiche e nutrizionali del Buba Svezzo Mash sono state studiate per favorire il corretto sviluppo morfo-funzionale dell’apparato digerente del vitello, rendendo naturale il passaggio dal latte alla dieta solida.

Grazie a questa attività di monitoraggio costante e precisa del servizio Tecnico della Ferrero Mangimi si è giunti alla conclusione che è possibile svezzare in totale sicurezza un vitello bufalino a 60/70 giorni di vita, anticipando l’età al primo parto e garantendo così una precoce entrata in produzione alla futura lattifera.

Autori

Oreste Vignone, Manuela Fusco, Edoardo Bovieri e Mattia Troso – FERRERO MANGIMI SPA