La NUTRIZIONE DI PRECISIONE deve partire da un moderno approccio nutrizionale e questo non può prescindere dalla basilare esigenza di coprire al meglio i reali fabbisogni delle bovine da latte nei differenti ambienti di vita produttiva. Oggi le cinetiche digestive, con i relativi tassi e velocità di passaggio, sono sempre più studiate e sempre più note. Quello che invece gira attorno alla copertura dei fabbisogni minerali, viene grossolanamente trascurato e/o sottovalutato o magari calcolato utilizzando le ormai superate, perché vetuste, tabelle dei fabbisogni; tutto questo nonostante i minerali entrino in tutti i processi fisiologici, energetici ed immunitari dell’organismo.
In questa sommaria presentazione, ci occupiamo dei macro-minerali quali Ca, P, Mg, Cl, K, Na e S. Bisogna innanzitutto precisare il concetto che il fabbisogno minerale per le vacche da latte non possa esser ritenuto valido e uguale in ogni parte del mondo. Sappiamo infatti che l’ambiente di vita, il clima, il terreno di produzione dei foraggi, il management e la tempistica di raccolta variano enormemente.
Un ulteriore considerazione da fare è che allo stato attuale, nessun istituto di ricerca ha in programma lo studio dei fabbisogni zonali. Proviamo solo a pensare al territorio italiano e vediamo come gli ambienti d’allevamento, terreno, clima ecc. cambino anche solo da provincia a provincia. L’ultima premessa, ma forse più importante in assoluto, è che non si conoscono metodi per stabilire quanti di questi minerali vengono effettivamente assorbiti una volta entrati nell’apparato digerente dell’animale.
Noi crediamo di aver trovato un contributo alla soluzione di tutto ciò e per questo utilizziamo l’”ORGANISMO VACCA DA LATTE” quale efficientissimo e infallibile laboratorio d’analisi. Il nostro metodo di misurazione ci consente di stilare il “BILANCIO MINERALE COMPLETO”, comprendendo i fabbisogni e valutando a livello metabolico l’impatto sulla normale fisiologia della vacca da latte degli eventuali disequilibri minerali.
Il BILANCIO MINERALE COMPLETO si ottiene analizzando chimicamente prima e calcolando poi, la semplice differenza tra la sommatoria dei minerali ingeriti con l’unifeed e assunti con l’acqua e quella dei minerali eliminati attraverso l’urina e il latte prodotto. L’organismo vacca sa indicare perfettamente l’ottimale copertura, gli eventuali eccessi e le probabili carenze.
Una volta trovato il risultato di questa espressione, che in realtà è un vero e proprio bilancio metabolico, possiamo operare impiegando fonti minerali a bio-disponibilità nota per andare a bersaglio sicuro. La bio-disponibilità nota è stata trovata testando le fonti minerali che utilizziamo (anche dello stesso elemento, ma proveniente da fornitori/produttori diversi) a differenti livelli di pH di assorbimento (che si realizzano lungo tutto il tratto digerente). Così facendo misuriamo la quantità del minerale presente che è disponibile all’assorbimento e quanto invece rimane inerte e se ne va nelle feci come comuni ceneri. Non prendiamo inconsiderazione le feci, perché sono a tutti gli effetti le scorie del metabolismo ed i minerali in esse contenuti sono quelli non assorbiti dall’organismo.
Con questo metodo superiamo l’attuale concetto di apportare alla bovina da latte i grammi di materia prima contenente il minerale in oggetto (qualcuno utilizza ancora i fabbisogni/apporti in % sulla Sostanza Secca…), per esempio grammi di Calcio Carbonato/vacca per giorno apportante il Calcio, apportando i grammi di minerale attivo (in questo caso di Calcio come elemento) pronto per l’assorbimento.
Il bersaglio, pseudonimo di fabbisogno, per la globalità dei nutrizionisti è, e sarebbe, una cosa unica. Nell’approfondimento del nostro metodo invece, abbiamo capito che considerarlo come un’unica cosa farebbe cadere in un altro colossale errore: bisogna infatti dividere quello della VACCA da quello dei BATTERI della FLORA RUMINALE. Questo dipende dal fatto che alcuni macro-minerali, assorbiti lungo il tratto digerente, risultano assorbibili e quindi utilizzabili per la vacca (come organismo), ma inutilizzabili dalla flora ruminale e viceversa. L’errore colossale si comprende bene perché, così facendo, saremmo in grado di soddisfare completamente i fabbisogni della vacca come organismo in generale, mentre nutriremmo solo parzialmente i batteri ruminali, con la conseguenza di farli lavorare ad un’efficienza sub-ottimale. Il risultato diverrebbe una produzione di bio-massa ruminale inferiore in qualità e quantità con meno produzione lattea e parametri del latte bassi.
Un ulteriore aspetto a cui diamo grande importanza sono i siti d’assorbimento dei macro-minerali lungo il tratto digestivo. Ogni macro-minerale ha una bio-disponibilità maggiore o minore in funzione del pH del mezzo in cui si trova e della fonte stessa da cui deriva. La nostra tecnica ci permette di capire la corretta dose di macro-minerali da apportare, dosando le differenti quantità in funzione del sito d’assorbimento e alla migliore facilità di assorbimento; un assorbimento “passivo”, avviene con un dispendio energetico molto basso. Ergo: meno energia utilizzata per l’assorbimento, significa più energia per la produzione, riproduzione etc.
Ultima considerazione, ma non per importanza, è quella della valutazione dell’impatto che ogni macro-minerale ha sull’ambiente ruminale e gastrico e quindi la possibilità che questo ha di modificare il valore di pH del rumine stesso (azione tampone). Questo concetto è fondamentale nella moderna nutrizione perché le massicce dosi di fonti di carboidrati facilmente fermentescibili, utilizzate nelle sempre più performanti razioni alimentari, determinano pericolosi e repentini cali dei pH ruminali. Un rumine in acidosi è apparentemente efficiente solo all’inizio; poi la legge dell’omeostasi cerca di bilanciare i disequilibri, portando ad un tentativo di pseudo-omeostasi che, pur perseguendo un ribilanciamento fittizio, riduce l’efficienza del corpo e quindi le performances produttive, riproduttive ed immunitarie. Nella nostra analisi della valutazione delle solubilità a differenti valori di pH, determiniamo anche la capacità tampone delle varie fonti minerali impiegate.
Riassumendo: la moderna nutrizione di precisione impone la conoscenza dei REALI fabbisogni minerali, la bio-disponibilità dei minerali impiegati, la conoscenza del sito di assorbimento lungo il tratto gastro-intestinale e il positivo effetto tampone che i vari elementi sanno esercitare. In parole povere, il raggiungimento dell’OMEOSTASI MINERALE passa attraverso la conoscenza di tutti questi fattori ed un organismo in omeostasi, produce, si riproduce, vive in salute e con meno dismetabolie e, sopra ogni cosa, è più longevo.
Un focus importante va fatto sulle difficoltà che le vacche da latte incontrano nel passaggio dall’asciutta alla lattazione, dove parecchie dismetabolie, come collassi, ritenzioni di placenta, metriti, chetosi, dislocazioni e mastiti, si manifestano con troppa frequenza.
Nella tabella seguente vediamo elencati tutti questi eventi negativi con la loro normale/naturale morbilità in % ed il costo per ogni evento negativo che accade oltre la soglia di normalità (i dati sono oggettivi e tratti da bibliografia internazionale). Completare la seguente tabella con i numeri che potrebbero uscire da una ipotetica stalla, porterebbe probabilmente ad evidenziare perdite economiche drammatiche.
La conseguenza poi di questo passaggio mal riuscito è, nel migliore dei casi, la compromissione della partenza produttiva a latte della partoriente e sicuramente una maggiore difficoltà a rimanere gravida nei tempi normali. Nei casi peggiori, il destino delle bovine è nefasto: dati americani indicano che nei primi 60 gg di lattazione quasi il 25% delle vacche che hanno subito questi problemi metabolici saranno destinate al macello e/o verranno riformate entro l’anno per infertilità. Questo significa altri drammatici costi che si sommano ai costi evidenziati dalla compilazione della precedente tabella. Il lavoro di questi anni è supportato da prove in campo e risultati positivi. I report sono disponibili in consultazione presso la nostra sede, ma anche da pubblicazioni più autorevoli come gli abstracts apparsi sul Journal Dairy Science 2018.
Tutto il nostro lavoro è poi avvalorato dall’elevatissimo numero di analisi, da noi effettuate, per trovare il contenuto di macro-minerali in urine, acqua, unifeed e latte.
In questi anni di lavoro e ricerca, abbiamo incontrato un’elevatissima variabilità del contenuto macro-minerale, variabilità che derivava da errati apporti alimentari. Una volta corretti e rifatte le analisi, i valori sono ritornati normali, come del resto l’evidenza positiva sulle vacche. Una casuale estrapolazione dal nostro data-base evidenzia i valori minimi, medi e massimi, riguardanti in questo caso il Na, il K ed il Mg.
Da questi dati si può notare come questi elementi abbiano un’elevata variabilità che non gli permette di coprire correttamente i fabbisogni essenziali perché in alcuni casi abbiamo carenze importanti oppure eccessi dannosi. Inutile dire che lo stesso vale anche per gli altri macrominerali che prendiamo sempre in esame.
Sicuramente, tutto questo è dovuto alla scarsa conoscenza dei fabbisogni effettivi, della relativa reale bio-disponibilità dei macrominerali e delle corrette quantità da somministrare alle vacche da latte nelle diverse razioni alimentari e nei differenti ambienti.
Noi di Spada Mangimi non vogliamo esser superficiali. Vogliamo effettuare misurazioni per poter partire da dati biologici precisi; da qui possiamo agire con precisione, correggendo gli errori, testando le modifiche, per poi tornare a misurare ancora con un’unica idea in testa: il raggiungimento dell’OMEOSTASI MINERALE.