Per “One Health” (OH) si intende un approccio collaborativo, multisettoriale e transdisciplinare, che lavora a livello locale, regionale, nazionale e globale, con l’obiettivo di ottenere risultati sanitari ottimali riconoscendo l’interconnessione tra persone, animali, piante ed il loro ambiente condiviso [1]. La consapevolezza che i fattori ambientali possano influire sulla salute umana ed animale, per quanto sia un concetto riconosciuto sin dall’antica Grecia di Ippocrate, solo recentemente sta assumendo un maggior rilievo suscitando un interesse globale. Il termine “One Health” viene coniato per la prima volta nel 2004 a seguito della conferenza “One World, One Health: Building Interdisciplinary Bridges to Health in a Globalized World” tenuta a New York ed organizzata dalla Wildlife Conservation Society (WCS). Da quel momento in poi molte istituzioni si sono impegnate per raggiungere strategie sempre più efficaci al fine di prevenire le crisi sanitarie future.

Le prime ad abbracciare l’approccio OH sono state le istituzioni americane AMA (American Medical Association) e AMVA (American Veterinary Medical Association) che, a partire dal 2006 attraverso una serie di iniziative, hanno promosso la nascita della One Health Commission (OHC) nel 2009. Tale organizzazione, tutt’ora attiva, ha come obiettivo l’educazione e la creazione di una rete di cooperazione per migliorare la salute e il benessere di esseri umani, animali e piante e di promuovere la resilienza ambientale attraverso un approccio OH dal carattere globale e collaborativo [2]. A partire dal 2009 fino ad oggi l’OHC ha avuto sempre più sostenitori.

Parallelamente alle iniziative americane, nel 2008 anche FAO (Food Agriculture Organization), WHO (World Health Organization) e OIE (World Organization for Animal Health), con il sostegno di UNICEF (United Nations Children’s Fund), UNISIC (United Nations System Influenza Coordination) e della Banca mondiale, hanno sviluppato un accordo tripartito che punta ad una stretta collaborazione per affrontare l’interfaccia animale, uomo e ambiente (1). Ad oggi, diversi paesi approvano l’approccio OH per prevenire l’insorgenza di diverse malattie infettive ed i suoi principi sono una parte importante della formazione sanitaria globale per professionisti e programmi di sviluppo (2).

Problematiche d’interesse

Le tematiche di cui l’approccio OH si occupa comprendono le malattie di origine animale, l’antimicrobico resistenza ed altre minacce che riguardano le persone, gli animali e l’ambiente.

Qualsiasi malattia o infezione che è naturalmente trasmissibile dagli animali vertebrati all’uomo o dall’uomo agli animali è classificata come zoonosi (3). Quest’ultime sono particolarmente diffuse, infatti, circa il 61% degli agenti patogeni che colpiscono l’uomo sono di origine animale (4). Le zoonosi, benché rappresentino una costante nella storia dell’uomo, sono sempre più frequenti nei tempi recenti, dato che i cambiamenti globali come la crescita demografica, la perdita della biodiversità, i cambiamenti climatici ed una maggiore circolazione di persone, animali e merci, creano condizioni favorevoli al loro sviluppo e diffusione (5). Il SARS-CoV-2, responsabile dell’attuale pandemia da COVID-19, potrebbe essere uno degli esempi che meglio si adatta alle dinamiche sopra citate, tuttavia la classificazione come zoonosi secondo alcuni scienziati è ancora prematura (6). Le fonti di trasmissione sono molteplici e riguardano sia il contatto diretto con l’animale, con parti infette di esso o con secrezioni come il latte (Brucella spp(7)), che quello indiretto attraverso vettori come zecche, zanzare e flebotomi, come nel caso della Leishmania spp (8). Come si può intuire, gli effetti dannosi non si limitano ad una morbilità e mortalità significativa per l’uomo, (2,4 miliardi di casi di malattia e 2,7 milioni di morti riferite alle 13 zoonosi più diffuse (9)), ma si riflettono anche in altri settori, provocando uccisione degli animali infetti, minore produzione di alimenti di origine animale e forti danni economici sia nel settore zootecnico sia in quello della sanità pubblica.

Altra tematica importante e molto attuale è l’antimicrobico resistenza (AMR). Questo è un meccanismo biologico in base al quale un microrganismo si evolve nel tempo per sviluppare la capacità di diventare resistente alle terapie antimicrobiche come gli antibiotici (10). I meccanismi di sviluppo dell’AMR e le relative potenziali soluzioni sono complesse e spesso abbracciano più settori. Il metodo riconosciuto a livello internazionale per la ricerca su questo tema è l’approccio “One Health”, che richiede lo sviluppo e l’attuazione di politiche che comprendano la salute umana, animale e ambientale (10). I mezzi attraverso i quali si diffonde l’antimicrobico resistenza, includono l’utilizzo smodato in medicina umana, animale ed in agricoltura di antimicrobici, e la diffusione di microrganismi resistenti a questi ultimi all’interno e tra questi settori (11). La trasmissione di materiale genetico resistente, dei microrganismi, da un settore all’altro, è un fenomeno molto comune che è caratterizzato da complesse interazioni che coinvolgono molteplici popolazioni microbiche influenzando la salute di tutti e tre i settori (11). Di seguito, un diagramma che illustra le principali vie di trasmissione dell’antimicrobico-resistenza attraverso i diversi comparti (12).

Figura 1 – Rappresentazione delle vie di trasmissione dell’antimicrobico resistenza tra animali, l’uomo e l’ambiente in generale (12).

Seppur di natura diversa, le problematiche sopra descritte hanno in comune la molteplicità dei campi d’interesse; un approccio transdisciplinare è quindi vitale nello sviluppo di nuove soluzioni per i problemi di interesse OH. In effetti, tematiche complesse come la trasmissione di agenti infettivi attraverso l’approvvigionamento di cibo e acqua, la qualità dell’aria ed il cambiamento climatico, richiedono una profonda comprensione del sistema animale-umano-ecosistema (13).

Attualità

Negli ultimi anni, dati i cambiamenti globali, le organizzazioni mondiali più importanti si sono attivate per redigere strategie che hanno come obiettivo la salvaguardia della salute umana, animale e dell’ambiente in cui viviamo. Di seguito, una review degli eventi più significativi degli ultimi anni che vedono l’approccio “One Health” come la strategia migliore per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Nel settembre 2015 è stata sottoscritta, da 193 paesi membri dell’ONU (Organizzazione Nazioni Unite), l’Agenda 2030, ovvero un programma d’azione per lo sviluppo sostenibile per le persone, il pianeta e la prosperità. Essa ingloba 17 obiettivi, gli SDGs (Sustainable Development Goals) che puntano alla crescita economica, all’inclusione sociale e alla tutela dell’ambiente. Questi obiettivi sono interconnessi e indivisibili (14), ed offrono un’opportunità unica per un passo verso un approccio più integrato, al fine di assicurare la salute futura di tutti(15). In questa visione l’approccio “One Health” diviene la strategia più funzionale per perseguire tali obiettivi.

Successivamente, nel 2019, è stata pubblicata la guida: “Taking a Multisectoral, One Health Approach: A Tripartite Guide to Addressing Zoonotic Diseases in Countries“, nata dalla collaborazione tra FAO, WHO ed OIE. Lo scopo del documento è quello di implementare strategie per affrontare le malattie zoonotiche emergenti ed endemiche, come l’influenza aviaria, la rabbia, l’ebola e la febbre della Rift Valley, nonché le malattie di origine alimentare e la resistenza antimicrobica, e per ridurre al minimo il loro impatto sulla salute, sui mezzi di sussistenza e le relative economie [3]. Il manuale è rivolto alle agenzie nazionali di competenza ed indica tutte le “good practis” da seguire per prevenire minacce per la salute globale.

Nello stesso anno in Europa è stato firmato il “Green Deal”. Il patto verde si pone l’ambizioso obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questa iniziativa sottolinea la necessità di adottare un approccio olistico in cui tutte le azioni e le politiche dell’UE contribuiscano agli obiettivi del Green Deal stesso. La Commissione europea ha annunciato iniziative riguardanti una serie di settori d’intervento tutti fortemente interconnessi, tra cui clima, ambiente, energia, trasporti, industria, agricoltura e finanza sostenibile [4]. In particolar modo, le strategie “Biodiversità 2030” e “Farm to Fork” sono quelle che più abbracciano la filosofia del OH, riconoscendo fondamentale la tutela della salute degli animali e degli ambienti che condividiamo con essi.

In questo contesto di fermento politico è nato anche The One Health European Joint Programme (OHEJP), un programma di sviluppo interamente dedicato alla prevenzione di malattie di origine animale in ottica OH. Lo scopo del programma è quello di armonizzazione gli approcci, le metodologie, le banche dati e le procedure per la valutazione e la gestione dei rischi di origine alimentare, delle minacce emergenti e della ricerca e lo sviluppo di AMR in tutta Europa, al fine di migliorare la qualità e la compatibilità delle informazioni per supportare il processo decisionale [5].

Infine, nel 2022 l’EFSA terrà un congresso scientifico dal titolo: “ONE-Health, Environment, Society”. Obiettivo della conferenza è quello di individuare le nuove sfide globali partendo dalla consapevolezza che è necessaria l’adozione di una strategia multidisciplinare che inglobi tutti i settori. I temi chiave trattati saranno: la sicurezza di alimenti e mangimi vista da una più ampia prospettiva di sostenibilità, i possibili miglioramenti delle procedure di valutazione dei rischi, i futuri obiettivi scientifici ed il raggiungimento di obiettivi politici come il Green Deal dell’UE e le relative strategie da attuare. Data la volontà di rendere l’evento multisettoriale e aperto a più discipline e professionisti, parteciperanno alla conferenza il Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (ECDC), l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA), l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), l’Agenzia europea dei medicinali (EMA), ed il Centro comune di ricerca della Commissione europea [6].

Sviluppi futuri per il settore zootecnico

La zootecnia rappresenta uno dei tre settori sul quale si basa la filosofia di “One Health”. Gli allevamenti, infatti, sono coinvolti in primo piano nell’amplificazione, nella trasmissione delle zoonosi e della resistenza antimicrobica. Le strategie da utilizzare per contenere, arginare e, laddove possibile, eliminare il rischio di contagio tra animali ed esseri umani, sono la prevenzione e l’adozione di tecniche d’allevamento alternative, più rispettose della natura e della fisiologia degli animali. L’Unione europea (UE), negli ultimi anni, ha normato diverse misure preventive che sono state adottate in tutte le aziende zootecniche. Tali direttive sono relative all’applicazione delle norme di biosicurezza, all’igiene dei locali, al benessere animale, inteso in ogni sua sfaccettatura dalla nascita all’ uccisione in macello, e all’uso responsabile degli antimicrobici. L’utilizzo di tecniche d’allevamento alternative, che assicurano maggior spazio pro-capite agli animali o che prevedono un’alimentazione a base di foraggio verde, può, migliorando notevolmente le condizioni dell’animale, impattare positivamente sulla sua salute e sulla qualità delle produzioni [7]. Per incentivare l’adozione di tali tecniche, nel gennaio 2020 nasce One Health certified. Si tratta di una certificazione verificata tramite PVP (Process Verified Program) ad opera dell’AMS (America Marketing Service) basata su cinque punti fondamentali: prevenzione delle malattie, benessere animale, cure veterinarie, uso responsabile degli antibiotici e impatto ambientale [8]. Attualmente è disponibile in America una versione per polli e tacchini. Un’altra soluzione vincente, che mira al raggiungimento della salute unica, è la zootecnia di precisione che potrebbe rilevarsi fondamentale per avere un quadro real-time dello stato di salute dell’animale (16) e quindi un report della situazione sanitaria dell’allevamento in tempo reale. Dati che, inoltre, potrebbero essere facilmente condivisi tramite piattaforme on-line e resi disponibili tra i diversi settori ed organi di vigilanza. Un altro vantaggio, della zootecnia di precisione, è rappresentato dall’ utilizzo controllato, e quindi più efficiente, delle risorse (acqua, suolo), in maniera tale da ridurne lo spreco e salvaguardare l’ambiente.

In conclusione, una grande sfida per l’attuazione del concetto di “One Health” è quella di rimuovere le barriere interdisciplinari che separano le scienze ecologiche, ambientali ed evolutive dalla medicina umana e animale (17) al fine di prevenire problemi sanitari di carattere globale. Per riuscire in questo obiettivo, i dati epidemiologici e le informazioni di laboratorio dovrebbero essere condivisi tra i settori per individuare, rispondere e prevenire efficacemente i focolai di zoonosi. I funzionari governativi, i ricercatori e i lavoratori di tutti i settori a livello locale, nazionale, regionale e globale dovrebbero attuare risposte sinergiche per costruire strategie efficaci in modo da prevenire eventuali minacce per la salute pubblica.

Bibliografia

  1. Evans BR, Leighton FA. A history of One Health. Rev Sci Tech. agosto 2014;33(2):413–20.
  2. Kaneene JB, Miller R, Steele JH, Thoen CO. Preventing and controlling zoonotic tuberculosis: a One Health approach. Vet Ital. 2014;50(1):7–22.
  3. Caballero B, Finglas P, Toldrá F. Encyclopedia of food and health. Academic Press; 2015.
  4. Taylor LH, Latham SM, Woolhouse ME. Risk factors for human disease emergence. Philosophical Transactions of the Royal Society of London Series B: Biological Sciences. 2001;356(1411):983–9.
  5. Ahmed S, Dávila JD, Allen A, Haklay M, Tacoli C, Fèvre EM. Does urbanization make emergence of zoonosis more likely? Evidence, myths and gaps. Environment and urbanization. 2019;31(2):443–60.
  6. Haider N, Rothman-Ostrow P, Osman AY, Arruda LB, Macfarlane-Berry L, Elton L, et al. COVID-19—Zoonosis or Emerging Infectious Disease? Frontiers in public health. 2020; 8:763.
  7. de Figueiredo P, Ficht TA, Rice-Ficht A, Rossetti CA, Adams LG. Pathogenesis and Immunobiology of Brucellosis: Review of Brucella–Host Interactions. The American Journal of Pathology. 1° giugno 2015;185(6):1505–17.
  8. Gramiccia M, Gradoni L. The current status of zoonotic leishmaniases and approaches to disease control. International Journal for Parasitology. 1° ottobre 2005;35(11):1169–80.
  9. Rahman M, Sobur M, Islam M, Ievy S, Hossain M, El Zowalaty ME, et al. Zoonotic Diseases: Etiology, Impact, and Control. Microorganisms. 2020;8(9):1405.
  10. North J. Challenges to tackling antimicrobial resistance: economic and policy responses. Cambridge University Press; 2020.
  11. McEwen SA, Collignon PJ. Antimicrobial resistance: a one health perspective. Antimicrobial resistance in bacteria from livestock and companion animals. 2018;521–47.
  12. Woolhouse ME, Ward MJ. Sources of antimicrobial resistance. Science. 2013;341(6153):1460–1.
  13.  Allen-Scott LK, Buntain B, Hatfield JM, Meisser A, Thomas CJ. Academic Institutions and One Health: Building Capacity for Transdisciplinary Research Approaches to Address Complex Health Issues at the Animal–Human–Ecosystem Interface. Academic Medicine [Internet]. 2015;90(7). Disponibile su: https://journals.lww.com/academicmedicine/Fulltext/2015/07000/Academic_Institutions_and_One_Health__Building.13.aspx
  14.  Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale.
  15. Queenan K, Garnier J, Rosenbaum N, Buttigieg S, de Meneghi D, Holmberg M, et al. Roadmap to a One Health agenda 2030. CAB Reviews: Perspectives in Agriculture, Veterinary Science, Nutrition and Natural Resources. 2017;12(014):1–12.
  16. Berckmans D. General introduction to precision livestock farming. Animal Frontiers. 2017;7(1):6–11.
  17. Destoumieux-Garzón D, Mavingui P, Boetsch G, Boissier J, Darriet F, Duboz P, et al. The one health concept: 10 years old and a long road ahead. Frontiers in veterinary science. 2018;5:14.

Sitografia

[1] https://www.onehealthcommission.org/en/why_one_health/what_is_one_health/
[2] https://www.onehealthcommission.org/en/why_one_health/history/
[3] http://www.fao.org/documents/card/en/c/CA2942EN/
[4] https://www.consilium.europa.eu/it/policies/green-deal/
[5] https://onehealthejp.eu/about/
[6] https://www.efsa.europa.eu/it/news/one-health-environment-society-conference-2022
[7] https://www.ruminantia.it/effetti-delle-tecniche-di-allevamento-sulla-concentrazione-di-biomolecole-nel-latte-e-derivati-della-specie-bufalina/
[8] https://onehealthcertified.org/