Il parto è il momento in cui il neonato è maggiormente vulnerabile. Durante il passaggio dalla vita fetale a quella neonatale il vitello deve affrontare molte sfide fisiche e metaboliche, e la capacità di adattarsi a questi cambiamenti può risultare cruciale per la sua sopravvivenza. All’interno dell’iter clinico, l’emogas-analisi di campioni ematici venosi fornisce informazioni utili sullo stato acido-base del neonato, consentendo la gestione ottimale di potenziali malattie dei vitelli.

La morte dei vitelli rappresenta una significativa perdita economica per il settore bufalino. I dati presenti in letteratura relativi alla percentuale di natimortalità, definita come la morte del neonato entro le 48 ore dalla nascita, riportano percentuali che vanno dallo 0.09% al 13.9% fino al 34%, a seconda dell’area geografica e delle modalità di stabulazione. Nonostante la percentuale di natimortalità sia rilevante in questa specie, non sono stati condotti studi specifici che focalizzassero la loro attenzione sulla valutazione clinica dei neonati e sul loro stato acido-base nelle prime ore di vita.

I dati registrati attraverso il monitoraggio del parto in venti bufale primipare di razza Mediterranea ed il successivo monitoraggio clinico dei vitelli dalla nascita fino alle 72 ore post partum, hanno permesso di raccogliere informazioni molto interessanti sia sullo stato di salute dei soggetti che su alcuni dei principali parametri emogas-analitici. Tutte le bufale incluse nello studio hanno presentato una gravidanza normale. Il parto si è espletato in maniera eutocica dopo una durata media della gravidanza di 310.8 ± 4.64 giorni, senza registrare differenze tra gravidanze con neonati maschi e femmine. Tutte le bufale sono state monitorate attraverso l’ausilio di telecamere che hanno permesso di registrare il momento del parto e di intervenire subito dopo la nascita per effettuare le visite cliniche dei vitelli. L’espulsione, intesa come il tempo intercorso tra la rottura del sacco corion-allantoideo e la fuoriuscita completa del neonato, si è realizzata con un tempo medio di 69.7 minuti, mentre l’espulsione della placenta si è verificata entro le 5 ore dal parto in tutti i soggetti. Tutte le procedure cliniche sul neonato sono state condotte dal Professor Alberto Contri, docente di Neonatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo, affinché fossero eseguite con gli stessi criteri e con la stessa manualità. Tutti i rilievi relativi alla visita clinica, inclusi all’interno della valutazione APGAR, e tutti i rilievi emogas-analitici, condotti attraverso il prelievo del sangue venoso dalla giugulare, sono stati eseguiti subito dopo il parto e ripetuti a 1, 12, 24 e 72 ore. L’emogas-analisi è stata effettuata con un analizzatore portatile (i-STAT System, Abbott Laboratories) e cartucce CG4+ (Abbott Laboratories, Abbott Park, IL, USA), che hanno permesso di quantificare il pH, la pressione parziale dell’anidride carbonica (pCO2), la pressione parziale dell’ossigeno (pO2), l’eccesso di basi (BE), la concentrazione di bicarbonato (HCO3), la saturazione dell’ossigeno (sO2), l’anidride carbonica totale (tCO2) ed il lattato. Inoltre è stata misurata anche la glicemia attraverso un analizzatore portatile (Freestyle Optium Neo, Abbott Laboratories).

Alla nascita tutti i vitelli hanno presentato un punteggio APGAR elevato (Tabella 1), riferibile a soggetti sani, come riportato per il vitello bovino da Vannucchi e collaboratori nel 2015. La frequenza cardiaca media è stata di 124.78 ± 22.19 battiti al minuto (bpm) alla nascita ed è aumentata progressivamente fino a raggiungere valori medi di 143.1 ± 18.8 a 72 ore. La frequenza respiratoria è cambiata durante le 72 ore di monitoraggio, con una riduzione degli atti respiratori per minuto ad 1 e a 12 ore, per poi tornare ai valori iniziali a 24 e 72 ore (Tabella 1). La temperatura registrata alla nascita (39°C) era sovrapponibile a quella riportata per il vitello bovino da Vannucchi e collaboratori nel 2015 e da Homerosky e collaboratori nel 2017, ma ha subito una riduzione significativa entro un’ora dalla nascita come risultato dell’evaporazione del liquido amniotico, per poi tornare, come conseguenza dell’inizio dell’attività motoria, a valori normali. Tutti i vitelli sono stati pesati subito dopo la nascita ed il peso medio è stato pari a 40.6 ± 2.7 kg, con valori significativamente più alti nei maschi 41.7 ± 2.2 kg rispetto alle femmine 39.1 ±2.9 kg. In seguito tutti i vitelli sono stati pesati nuovamente a 72 ore dalla nascita e successivamente a 7 e 14 giorni, registrando un incremento della crescita costante sia nei maschi che nelle femmine.

Tabella 1 – Valutazioni cliniche e parametri emogas-analitici, espressi come media ± deviazione standard (DS), registrati in bufali neonati sani al parto (T0), e a 1, 12, 24 e 72 ore di vita (T1, T12, T24, T72).

Nella stessa riga, valori contrassegnati con lettere differenti in apice (a/b/c) differiscono significativamente (P < 0.05).

I parametri emogas-analitici sono risultati sovrapponibili alla nascita e ad un’ora dal parto. Alla nascita i vitelli hanno presentato una moderata acidosi, testimoniata da livelli bassi di pH. Questa acidosi aveva una componente respiratoria, rilevabile da elevati valori di pCO2 e probabilmente dovuta ad una inadeguata ventilazione, ed una metabolica, come risultato del processo glicolitico che si instaura in condizioni ipossiche e che porta all’aumento dell’acido lattico, come già dimostrato da Bleul e Gotz nel 2013. Questa moderata acidosi, caratterizzata da un basso valore di pH, sembra essere funzionale a favorire il rilascio dell’ossigeno dall’emoglobina fetale, ancora presente al momento della nascita e caratterizzata dall’avere una capacità di legame molto maggiore rispetto a quella dell’adulto. La componente respiratoria dell’acidosi si è risolta spontaneamente entro le 12 ore dalla nascita, probabilmente in seguito al miglioramento della funzione respiratoria, testimoniata da una riduzione della pCO2 e da un aumento della pO2 e della sO2. La risoluzione della componente metabolica ha richiesto tempi più lunghi, infatti la concentrazione del lattato ha mantenuto gli stessi valori fino alle 24 ore, per poi ridursi in maniera significativa a 72 ore dal parto. Gli altri parametri considerati, come l’eccesso di basi, la HCO3 e la tCO2, sono rimasti costanti durante le rilevazioni. La glicemia misurata al momento del parto ha avuto valori medi pari a 52.38 ± 16.56 mg/dL ed è aumentata significativamente dopo un’ora, raggiungendo valori pari a 87.92 ± 38.79 mg/dL. Attraverso le registrazioni video è stato possibile rilevare che dalla nascita fino ad 1 ora post partum nessun vitello ha assunto del colostro. Questo aumento della glicemia potrebbe essere, quindi, la conseguenza del parto, in quanto in questa fase si ha un aumento del rilascio delle catecolamine, che agiscono sia direttamente che indirettamente sulla glicogenolisi, come dimostrato da Holzmann e collaboratori nel 2012. Inoltre, durante l’adattamento alla vita extrauterina il neonato attiva la glicogenolisi e la lipolisi per andare incontro ad un aumentato fabbisogno energetico, come dimostrato da Herlenius e Lagercrantz nel 2001. Nei rilievi successivi, in conseguenza della suzione del colostro, è stato registrato un aumento progressivo della glicemia fino alle 72 ore (Tabella 1).

E’ interessante notare che i dati raccolti in questo studio hanno evidenziato che la durata della fase di espulsione ha un effetto significativo sulla concentrazione del lattato nel sangue: maggiore sarà la durata di espulsione maggiore sarà il valore di lattato registrato e maggiore potrebbe essere, di conseguenza, il rischio di acidosi.

Il rapido cambiamento dell’equilibrio acido-base nelle prime ore di vita sottolinea la grande utilità dell’emogas-analisi nella valutazione clinica del neonato bufalino e la necessità di valori di riferimento specifici che tengano conto del tempo di esecuzione dell’indagine dopo il parto.

 

Tratto da “Venous blood gas parameters in healthy Mediterranean buffalo calves in the first 72 hours of life“, di Alessia Gloria, Matteo Chincarinia, Giorgio Vignola, Nicola Ferri e Alberto Contri, pubblicato su Theriogenology – Volume 157.