Nella prima parte di questo articolo abbiamo analizzato nel dettaglio le varie fasi che compongono l’asciutta e le necessità nutrizionali in questi passaggi. Vediamo ora più nel dettaglio il ruolo che la nutrizione clinica e funzionale può avere nel raggiungimento degli obiettivi sanitari di questa fase.

La nutrizione funzionale in asciutta

La nutrizione di base delle bovine nelle tre fasi nelle quali è suddivisa l’asciutta è piuttosto semplice, a patto che si seguano “integralmente” le indicazioni offerte dalla ricerca scientifica. Può succedere però che quelli che sono gli obiettivi primari dell’asciutta, ossia il risanamento batteriologico della mammella, la cura della lipidosi epatica e la ricostruzione delle scorte di proteine labili, di glicogeno epatico e di antiossidanti, vengano meno. In questi casi il nutrizionista può andare in deroga ai fabbisogni standard di base e ricorrere alla nutrizione clinica e funzionale. Ragionamento analogo viene fatto quando si osserva un’alta prevalenza di malattie metaboliche nel puerperio o una ritardata ripresa dell’attività ovarica dopo il parto.

In un articolo recentemente pubblicato su Ruminantia dal titolo “Le mastiti in Italia: un problema tutt’altro che risolto” sono stati riportati dati che dimostrano come l’efficacia dell’asciutta sulla salute della mammella non sia ancora completa. Infatti:

  • Dal 2014 al 2019, la percentuale di bovine con la mammella sana prima dell’asciutta e dopo il parto (< 200.000 cellule somatiche/ml) è passata dal 47 al 52.8%: performance in miglioramento ma comunque ancora piuttosto deludenti;
  • La percentuale di bovine che guariscono in asciutta è passata dal 23.1% del 2014 al 21.2% del 2019;
  • La percentuale di bovine che durante l’asciutta si ammalano di mastite o peggiorano la leucocitosi mammaria era del 20.9 % nel 2014 e del 18.9% nel 2019.

Oltre all’elevato numero di bovine che non guarisce in asciutta, alcune evidenze scientifiche riportano che più del 20% dei capezzoli rimane aperto durante questa fase e che il tasso di nuove infezioni mammarie è compreso tra l’8 e il 17%.

Per aiutare il sistema difensivo della mammella si può agire somministrando dosi supplementari di antiossidanti, come la vitamina A e la vitamina E in forma iniettabile o rumino-protetta, il rame, lo zinco, il manganese e il selenio, in una forma ad alta biodisponibilità. La lipidosi epatica è la principale patologia epatica dei ruminanti da latte, dal momento che è inevitabile che questi animali dimagriscano nelle prime settimane di lattazione e che non tutti gli acidi grassi che arrivano al fegato producano energia. Per aiutare la bovina ad esportare i trigliceridi dal fegato, la colina e la metionina sono di grande importanza: agendo in sinergia, agevolano la sintesi delle apolipoproteine, fattore limitante per l’esportazione dei trigliceridi nelle lipoproteine a densità molto bassa (VLDL). Per migliorare il trasferimento di acidi grassi (NEFA) nei mitocondri, dove possono essere ossidati per produrre energia, è importante la disponibilità della carnitina in modo da non limitare la sintesi della carnitina-aciltransferasi.


Conclusioni

La nutrizione di base e quella funzionale possono aiutare a raggiungere gli obiettivi sanitari che rendono indispensabile il periodo d’asciutta. Alcuni additivi come colina, metionina, carnitina e betaina, se adeguatamente rumino-protetti e somministrati alla dose corretta, possono dare un contributo sostanziale in questo periodo. In particolare, diventano importanti negli allevamenti in cui si verificano fluttuazioni eccessive di BCS nelle prime settimane di lattazione, dove i giorni medi di lattazione sono lunghi per ridotta fertilità e in cui gli animali arrivano troppo grassi in asciutta e al parto. Inoltre, se i tassi di guarigione delle mastiti sub-cliniche in asciutta sono bassi, se ci sono troppe nuove infezioni mammarie o se la prevalenza della ritenzione di placenta è troppo elevata, è opportuno fare ricorso agli antiossidanti sia nella dieta della messa in asciutta che in quella di preparazione al parto.

 

Rubrica a cura di Vetagro


 

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