IN BREVE
Lo studio pubblicato sul Journal of Dairy Science ed eseguito in Svezia, esamina gli effetti del prolungamento del periodo di attesa volontario (VWP) post-parto sulle vacche da latte ad alto rendimento. Sono stati confrontati due gruppi: uno con VWP convenzionale (25-95 giorni in lattazione) e l’altro con VWP prolungato (145-215 giorni). Sono stati inclusi 531 primipare di razza Frisona e Rossa, seguiti attraverso due lattazioni. Durante la prima lattazione, le vacche con VWP prolungato hanno mostrato un’estro più marcato alla prima inseminazione, con tassi di concepimento superiori e meno inseminazioni necessarie. Non sono emerse differenze significative per malattie o abbattimenti tra i due gruppi in entrambe le lattazioni. Durante la seconda lattazione, le vacche con VWP prolungato hanno mostrato un intervallo più lungo tra il parto e la prima inseminazione. Questi risultati suggeriscono che il prolungamento del VWP può migliorare le prestazioni riproduttive delle vacche primipare ad alto rendimento senza aumentare il rischio di malattie o abbattimenti, fornendo informazioni utili per la gestione delle mandrie da latte ad alta produzione.
Introduzione
Ritardare la prima inseminazione prolungando i giorni intercorrenti tra il parto e il momento in cui la vacca è idonea a ricevere la prima inseminazione (periodo di attesa volontario, VWP), offre alle vacche migliori possibilità di ritrovare il proprio equilibrio energetico, cosa che può migliorare la fertilità.
L’intensità dell’estro, il tasso di concepimento alla prima inseminazione (FSCR), il numero di inseminazioni per concepimento (NINS) e la durata del periodo di inseminazione (IPL) sono comunemente riportati negli studi sulla fertilità, in quanto riflettono la capacità intrinseca della vacca di esprimere l’estro, di concepire e di mantenere la gravidanza nella sua fase iniziale. Tuttavia, queste variabili sono influenzate anche da fattori gestionali quali l’accuratezza del rilevamento del calore e la tecnica di inseminazione.
Il prolungamento del VWP può ridurre la frequenza dei periodi di transizione per unità di tempo per la singola vacca e la mandria. Questo potrebbe portare a un impatto meno negativo dovuto agli eventi associati alla transizione, come il cambiamento della dieta, l’asciutta, la suddivisione in gruppi, l’inizio della lattazione e il parto stesso, che, a sua volta, è associato a una diminuzione dell’immunità e ad un bilancio energetico negativo e alla necessità di adattamento fisiologico, come esaminato da Pascottini et al. (2022).In teoria, periodi di transizione meno frequenti potrebbero quindi migliorare la salute a lungo termine delle vacche, dato che l’incidenza della malattia è massima all’inizio della lattazione.
Precedenti studi randomizzati sui parametri di fertilità nelle vacche con VWP esteso mostrano risultati contrastanti per quanto riguarda NINS, FSCR e IPL; questi risultati sono stati riportati sia per le vacche primipare che per quelle pluripare. Abbiamo a disposizione pochi risultati concludenti anche per quanto riguarda l’effetto del prolungamento del VWP sugli indici di salute; tuttavia, Ma et al. (2022) hanno scoperto che le vacche con un prolungato VWP di 200 giorni avevano una SCC più alta all’inizio della lattazione successiva rispetto alle vacche con un VWP di 50 giorni.
Anche i risultati precedenti sugli effetti della lunghezza del VWP sull’abbattimento sono discordanti, poiché Niozas et al. (2019a) hanno riportato un aumento complessivo degli abbattimenti e un abbattimento dovuto alla bassa produttività nelle vacche con un VWP di 180 giorni rispetto a quelle con un VWP 40 giorni, mentre Burgers et al. (2022) e Arbel et al. (2001) non hanno riscontrato alcun aumento del rischio di abbattimento nelle vacche con un VWP più lungo. In uno studio di Larsson e Berglund (2000), una percentuale inferiore di vacche con prolungamento del VWP è stata abbattuta a causa della scarsa fertilità.
La maggior parte degli studi condotti in precedenza non esaminava gli effetti sulla lattazione successiva senza il VWP come intervento, o se la razza da latte potesse influire sull’esito dell’intervento VWP. Le razze più comuni in Svezia sono la Holstein (HOL, 57%) e la Red Dairy Cattle (RDC, 37%) e nella maggior parte degli allevamenti svedesi sono rappresentate entrambe le razze (Växa Sverige, 2021). Gli studi randomizzati controllati possono avere bias intrinseci relativi al grado di adesione ai trattamenti pianificati, in quanto scelgono di riportare gli effetti (1) come risultati “intention-to-treat” divisi per i partecipanti allo studio (ma non necessariamente riceventi), attribuiti casualmente a ciascun trattamento indipendentemente dall’adesione o (2) come risultati di report “per-protocol” per i partecipanti allo studio che effettivamente hanno ricevuto (e rispettano) il trattamento pianificato.
Il metodo “per-protocol” riguarda l’effetto “puro” del trattamento applicato, mentre il metodo “intention-to-treat” può fornire più risposte riguardo l’applicazione del trattamento nella pratica. Lo scopo principale di questo studio era quello di analizzare l’effetto “per protocol” di un prolungamento del VWP sulla fertilità delle vacche da latte, misurata come intensità dell’estro, FSCR, NINS e IPL durante una prima lattazione con prolungamento del VWP e una seconda lattazione senza intervento sul VWP. Ulteriori obiettivi erano volti a confrontare l’incidenza della malattia e il tasso di abbattimento e a studiare le potenziali interazioni tra il trattamento VWP e la razza. Un ulteriore obiettivo era quello di identificare potenziali bias dovuti a possibili differenze di adesione tra le vacche randomizzate ai 2 trattamenti VWP; sono stati analizzati l’adesione e l’effetto “intention-to-treat” del prolungamento del VWP sul tasso di abbattimento.
Risultati
Quando il periodo di attesa volontario (VWP), definito come i giorni tra il parto e quelli in cui la vacca è idonea a ricevere la prima inseminazione, viene prolungato, le vacche da latte ad alto rendimento possono avere migliori opportunità di ritrovare il corretto bilancio energetico prima della successiva inseminazione. Questo studio valutava l’effetto di un trattamento con VWP prolungato (145–215 giorni in lattazione [DIM], n = 280) o convenzionale (25–95 DIM, n = 251) sulla fertilità, sull’incidenza di malattia e sul tasso di abbattimento nelle vacche durante la loro prima lattazione. Le vacche sono state seguite anche durante la seconda lattazione senza intervento sul VWP, con gli allevatori che potevano decidere quando iniziare le inseminazioni.
È stato eseguito uno studio randomizzato controllato su 16 allevamenti commerciali di vacche ad alto rendimento nella Svezia meridionale, che comprendevano un totale di 531 vacche primipare di razza Frisona e Rossa da latte. Nell’analisi sono stati utilizzati i dati del sistema nazionale svedese di registrazione delle mandrie da latte raccolti tra agosto 2018 e settembre 2021, inclusi i dati riguardanti la razza, il numero dei parti, l’intensità dell’estro, le inseminazioni, la malattia, la conta delle cellule somatiche, la data e il motivo dell’abbattimento.
Durante la prima lattazione, un numero più alto di vacche che aveva ricevuto il trattamento VWP prolungato ha mostrato un’intensità dell’estro più marcata (punteggio 4-5, 55% vs. 48%) e un numero inferiore di vacche ha mostrato un’intensità dell’estro moderata (punteggio 3, 35% vs. 43%) alla prima inseminazione, rispetto alle vacche che avevano ricevuto come trattamento il VWP convenzionale.
Il tasso di concepimento alla prima inseminazione (FSCR) era più alto (67% versus 51%) e il numero di inseminazioni per concepimento (NINS) era più basso (1,6 versus 2,0) durante la prima lattazione nelle vacche che avevano ricevuto come trattamento il VWP prolungato rispetto al VWP convenzionale.
Per quanto riguarda il tasso di incidenza della malattia o il tasso di abbattimento espresso come numero di episodi per vacca nello studio, non sono state riscontrate differenze tra le vacche che avevano ricevuto i 2 trattamenti VWP in qualsiasi lattazione. L’intervallo tra il parto e la prima inseminazione durante la seconda lattazione era più lungo (86 versus 74 giorni) per le vacche con VWP prolungato rispetto a quelle conVWP convenzionale.
In conclusione, le vacche primipare con un prolungamento del VWP hanno mostrato un miglioramento delle funzioni riproduttive, sotto forma di un aumento dell’intensità dell’estro, un maggiore FSCR e un minore NINS, durante la prima lattazione. Tuttavia, non abbiamo osservato alcun effetto evidente su questi parametri di fertilità durante la lattazione successiva (senza intervento VWP) e nessuna differenza nella percentuale di malattia o nell’abbattimento tra le vacche che avevano ricevuto i 2 diversi trattamenti VWP in entrambe le lattazioni.
L’adesione dei partecipanti al trattamento VWP pianificato era inferiore per le vacche con trattamento VWP prolungato pianificato rispetto a quella di vacche con trattamento VWP convenzionale pianificato. E’ stato studiato l’effetto “intention-to-treat” (vale a dire, i risultati di tutte le vacche attribuite casualmente a ciascun trattamento indipendentemente dal fatto che il VWP pianificato fosse stato raggiunto o meno) per identificare eventuali bias derivanti dal grado di adesione. Tuttavia, non è stata riscontrata alcuna differenza nel tasso di abbattimento tra le vacche attribuite in modo casuale ad un VWP esteso rispetto a quelle attribuite ad un VWP convenzionale.
Questi risultati possono essere utilizzati per supportare le decisioni gestionali riguardanti la lunghezza del VWP nelle mandrie da latte ad alta produzione.
Fonte: “A randomized study on the effect of an extended voluntary waiting period in primiparous dairy cows on fertility, health, and culling during first and second lactation”. A. Edvardsson Rasmussen, R. Båge, K. Holtenius, E. Strandberg, C. von Brömssen, M. Åkerlind, and C. Kronqvist1. J. Dairy Sci. 106:8897–8909
https://doi.org/10.3168/jds.2023-23470