Si sono tenute mercoledì 3 novembre, nella Commissione Agricoltura della Camera, le interrogazioni a risposta immediata su questioni di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. 

Tra queste, l’interrogazione a risposta immediata 5-06965 presentata da Antonella Incerti che riportiamo di seguito.

INCERTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

i compensi per le imprese di allevamento da latte sono da troppo tempo al di sotto dei costi di produzione. Un aumento di costi che, solo nel 2021, ammonta a ben 2,4 centesimi al litro, senza tenere conto degli imminenti rincari che arriveranno sul versante energetico. Una perdita media di quasi 250 milioni euro per l’anno in corso; da tempo gli allevatori chiedono un aumento del prezzo minimo del latte per salvare le stalle strette nella morsa dei rincari delle materie prime;

il Ministro interrogato, nelle scorse settimane, ha dichiarato di aver avviato un confronto con tutta la filiera e di aver proposto, per un periodo transitorio, un innalzamento di almeno 3 centesimi del prezzo riconosciuto alla stalla;

occorre porre rimedio con assoluta urgenza al ritardo accumulato in questi mesi e intervenire affinché venga attuata la legge che prevede l’indicizzazione del prezzo del latte –:

entro quali tempi, il Ministro interrogato intenda assumere le iniziative di competenza necessarie a sostenere una revisione condivisa del prezzo del latte alla stalla, in grado di garantire una corretta remunerazione ai produttori e un’equa distribuzione del valore tra tutti gli attori della catena lattiero-casearia.

La risposta di Gian Marco Centinaio, Sottosegretario di Stato – Politiche agricole alimentari e forestali

Signor Presidente, onorevoli Deputati,

il tema dell’equa remunerazione dei produttori di latte è una problematica di primo interesse per il Ministero, che si sta adoperando, in diverse sedi, a favore di un rapido e concreto accordo tra i diversi operatori della filiera. Consapevoli che nell’ambito della filiera alimentare insistono differenze sostanziali dal punto di vista del potere contrattuale fra i diversi operatori e che l’anello debole è rappresentato proprio dai produttori agricoli e dagli allevatori, ci siamo fortemente battuti in sede europea affinché la stessa attenzione fosse trasfusa in ambito comunitario. Ancora oggi gli allevatori risentono degli effetti negativi della maggiore offerta nazionale di latte e dell’aumento dei costi di produzione, provocato dalla spinta inflazionistica che ormai da diversi mesi sta interessando i prezzi internazionali delle materie prime per l’alimentazione bovina.

Con grande soddisfazione abbiamo quindi accolto l’approvazione della Direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019, in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, il cui recepimento è in fase di ultimazione. In tale contesto, particolarmente rilevante è il divieto previsto dall’articolo 5, comma 2 del decreto legislativo di recepimento della Direttiva 2019/633, a mente del quale la fissazione, da parte dell’acquirente, di un prezzo inferiore ai costi medi di produzione risultanti dall’elaborazione mensile di ISMEA, rileva ai fini dell’accertamento della violazione del divieto di imporre ai produttori clausole contrattuali eccessivamente gravose. Sul rispetto di tale previsione e sull’applicazione delle relative sanzioni vigilerà l’Ispettorato Centrale della Qualità e della Repressione Frodi, cui è stata attribuita la competenza esclusiva sulla materia delle pratiche commerciali sleali. La norma appena citata e, in generale, l’intero impianto normativo di contrasto alle pratiche sleali offrirà agli operatori agricoli una piena tutela, diretta a rafforzare il proprio potere contrattuale e a strappare, in questa nuova posizione rafforzata, corrispettivi più vantaggiosi per la cessione dei propri prodotti.

Informo che il testo finale del provvedimento, recepite gran parte delle condizioni pervenute dalle Commissioni parlamentari competenti, è ormai pronto per l’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei ministri, che avverrà nella prossima seduta utile. Siamo fermamente convinti che per risolvere i problemi di settore sia necessario un approccio condiviso, mediante la partecipazione di tutti gli operatori interessati per ricercare una strategia comune e gli strumenti utili a perseguirla. Ed è per tali ragioni che, anche in questi ultimi giorni, è proseguito il confronto con i rappresentanti delle organizzazioni agricole, delle cooperative, dell’industria e della grande distribuzione organizzata. Stiamo chiedendo alla filiera un grande gesto di corresponsabilità per garantire, nel rispetto delle regole di mercato, un aumento del prezzo riconosciuto alla stalla che permetta ai produttori di superare questa difficile congiuntura, mediante la distribuzione del sostegno tra i diversi soggetti della filiera lattiero casearia. Il rinvio dell’entrata in vigore della plastic tax è un concreto segnale della volontà del Ministero, e del Governo, di attuare tutte le possibili misure a sostegno della filiera nazionale. Si tratta di un dialogo molto complesso, che ha messo in luce i diversi approcci e le diverse posizioni degli operatori del comparto e anche in queste ore continua il nostro costante e intenso lavoro di mediazione tra le parti per raggiungere un accordo.

Concludo ricordando che il Ministero si è già impegnato a rendere strutturale il Tavolo di filiera del latte, attraverso l’adozione di un apposito decreto ministeriale, con l’obiettivo di trasformare questa modalità di confronto in un appuntamento strategico per il settore, allo scopo di sostenere e sviluppare una delle filiere più rilevanti dell’agroalimentare nazionale.

Antonella Incerti (PD), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo, che giudica esaustiva, apprezzando, in particolare, la sensibilità manifestata in tale occasione. Sottolinea peraltro che la disciplina vigente già prevede l’indicizzazione dei prezzi, auspicando quindi che tale previsione normativa possa essere applicata tempestivamente al fine di tutelare gli allevatori.

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Fonte: Camera dei Deputati