Evoluzione storica della gestione dei bovini e della salute della mandria negli allevamenti da latte nei Paesi OCSE

Attualmente ci sono circa 265 milioni di vacche da latte nel mondo, di razze diverse, che nel 2020 hanno prodotto circa 906 milioni di tonnellate di latte (ultimi dati disponibili), quasi paragonabili ai livelli di produzione degli ultimi 50 anni [1]. A partire dalla seconda metà del XX secolo negli Stati Uniti, per produrre un miliardo di chilogrammi di latte erano necessari il 21% in più di animali e il 23% in più di mangime se paragonati agli attuali regimi e tecnologie di produzione [2]. Come risultato dei nuovi metodi di gestione e di produzione, abbiamo animali più efficienti (con una maggiore produzione individuale) e sistemi più efficienti, che hanno portato alla competitività e alla solidità economica degli allevamenti. Ci sono meno allevamenti, ma sono più grandi che mai, con diminuzione dei costi fissi di produzione [3] e, di conseguenza, con un aumento dei redditi. Sono state attuate diverse modifiche, inclusa l’introduzione di nuove pratiche e tecnologie, che hanno consentito l’aumento della produttività per animale e per allevamento. Questi cambiamenti sono stati osservati, tra le altre cose, nella routine di mungitura, nelle pratiche di alimentazione, nella selezione, nella concezione della stalla e nei programmi di gestione della salute. Nei grandi centri di produzione del latte (es. Continente europeo, americano e Cina) abbiamo assistito al completo passaggio dai tradizionali sistemi di produzione al pascolo verso i sistemi di produzione al chiuso [4,5]. Ciò ha consentito una rapida specializzazione e meccanizzazione del processo di produzione del latte. In questi sistemi, esiste una maggiore possibilità di mettere in atto programmi di gestione veterinaria della salute della mandria (VHHM), che includono riproduzione, prevenzione e gestione della nutrizione e consulenze veterinarie. Tuttavia, in aree come l’Irlanda [6], la Nuova Zelanda [7] o anche le Azzorre [8], a causa delle loro caratteristiche climatiche e geografiche, gli allevamenti al pascolo sono ancora i sistemi di produzione più comuni. Tuttavia, questi non consentono un controllo così efficace della salute e degli indici di performance degli animali e spesso sono legati ad un ritardo nell’attuazione di nuove pratiche e tecnologie di gestione [9]. Tutti questi cambiamenti e miglioramenti nei sistemi di produzione sono venuti in risposta alle esigenze dei produttori, che hanno lottato per aumentare le loro rese, visto il basso prezzo pagato per litro di latte [3]. Inoltre, sono un’alternativa alla mancanza di manodopera nel settore zootecnico in tutto il mondo; infatti, questo settore si sta dirigendo sempre di più verso una specializzazione e una meccanizzazione futura [10,11]. Questo lavoro ha come obiettivo quello di ripercorrere l’evoluzione storica del settore dell’allevamento di bovini da latte fino ai giorni nostri, soffermandosi sui cambiamenti che hanno riguardato i sistemi di produzione (pascolo vs. al chiuso), la gestione della riproduzione, la nutrizione, la genetica, la gestione dell’allevamento dei vitelli, della manza e della vacca da latte adulta e le loro correlazioni con la salute della mandria e la gestione della produzione, mettendo così in evidenza le misure adottate di prevenzione delle malattie e di biosicurezza. La prima parte di questa rassegna si concentra sull’attuale settore lattiero-caseario mondiale specialmente nei paesi dell’OCSE, che storicamente sono stati pionieri nell’affrontare il tema della salute della mandria, inclusa l’UE, dove il sistema delle quote è stato abolito nel 2015. Le correlazioni tra i diversi aspetti riguardanti la produzione animale e i VHHM verranno discussi nella seconda parte.

Questo lavoro ha come obiettivo quello di rivedere aspetti importanti dell’evoluzione del settore lattiero-caseario a livello di mandria, mettendo in correlazione la produzione con i sistemi di gestione sanitaria. Dall’inizio dell’industrializzazione del settore dei bovini da latte (anni ’50), spinta dalla necessità di sfamare le aree urbane in rapida crescita, questo settore è andato incontro a diversi miglioramenti, evolvendosi nella gestione e nella tecnologia. Questi cambiamenti si sono fatti sentire soprattutto nel campo della mungitura, dell’allevamento, dell’alimentazione, della gestione della riproduzione e della progettazione degli impianti. La carenza di manodopera, l’enfasi posta sull’aumento dell’efficienza dell’azienda agricola e la qualità della vita degli allevatori sono stati dei fattori trainanti per questi cambiamenti. Per raggiungere questo obiettivo, in molte aree del mondo, la produzione al pascolo è stata abbandonata per passare a quella al chiuso, che consente un maggiore controllo dell’alimentazione e della riproduzione degli animali. Per stare al passo con questa rivoluzione nella produzione di latte, è stata migliorata anche la gestione della sanità degli animali. La prevenzione e la biosicurezza sono diventate essenziali per controllare e prevenire patologie che causano gravi perdite economiche. Per questo sono stati creati programmi veterinari di gestione della salute della mandria, che consentono la gestione in toto della mandria, grazie al lavoro comune di veterinari e allevatori. Questi programmi soddisfano le aziende da tutti i punti di vista, in quanto si occupano dalla selezione alla nutrizione, dalla prevenzione alla consulenza. Inoltre, oggi gli allevatori si trovano di fronte un consumatore più attento alla produzione animale, che apprezza i prodotti certificati che rispettano la salute e il benessere degli animali, nonché la sostenibilità a livello ambientale.

Il presente articolo è una sinossi del lavoro intitolato: “Historical Evolution of Cattle Management and Herd Health of Dairy Farms in OECD Countries”  pubblicato suVet. Sci. 2022, 9, 125. https://doi.org/10.3390/vetsci9030125

Autori 

Ivo Medeiros 1, Aitor Fernandez-Novo 2, Susana Astiz 3 and João Simões 1,*

1 Veterinary and Animal Research Centre (CECAV), Department of Veterinary Sciences, School of Agricultural and Veterinary Sciences, University of Trás-os-Montes and Alto Douro (UTAD), 5000-801 Vila Real, Portugal; al62766@utad.eu 

2 Department of Veterinary Medicine, School of Biomedical and Health Sciences, Universidad Europea de Madrid, C/Tajo s/n, Villaviciosa De Odón, 28670 Madrid, Spain; aitor.fernandez@universidadeuropea.es 

3 Animal Reproduction Department, National Institute of Agronomic Research (INIA), Puerta De Hierro Avenue s/n, CP, 28040 Madrid, Spain; astiz.susana@inia.es 

* Correspondence: jsimoes@utad.pt ; Tel.: +351-259-350-666