La Besnoitiosi bovina è una malattia parassitaria cronica e debilitante, che causa lesioni cutanee (ispessimento cutaneo, alopecia, ipercheratosi, scleroderma) e sistemiche (febbre, depressione, edema, perdita di peso, sterilità nei maschi e calo della produttività), compromettendo lo stato di salute e benessere degli animali infetti. L’infezione può anche presentarsi in forma subclinica e gli animali infetti asintomatici contribuiscono a diffondere l’infezione tra la mandria.
Endemica in Francia, Spagna e Portogallo, la Besnoitiosi bovina è considerata malattia emergente in Europa, in espansione nella sua distribuzione geografica e nel numero di casi di infezione.
Il maggior impatto economico della Besnoitiosi bovina è perlopiù sul comparto del bovino da carne, nonostante alcuni focolai di infezione siano già stati riportati anche in aziende da latte.
La malattia è causata dal protozoo Besnoitia besnoiti, il cui ciclo biologico è ancora in parte sconosciuto: il bovino rappresenta l’ospite intermedio, mentre si ipotizza che carnivori (quali volpe e gatto selvatico) possano essere gli ospiti definitivi. Resta da chiarire inoltre il ruolo di altre specie, quali altri ruminanti domestici e selvatici e gli equini; alcuni studi condotti su bufali e asini suggeriscono una certa suscettibilità all’infezione anche in queste specie.
L’unica via di trasmissione dimostrata è quella attraverso il morso di insetti ematofagi quali Tabanidi e la mosca Stomoxys calcitrans, che rappresentano vettori meccanici del parassita. Inoltre, il contatto stretto tra animali (ad esempio durante la monta naturale) rappresenta una possibile via di infezione e l’importazione di animali infetti da paesi endemici è causa di focolai di infezione in aree naïve.
Attualmente, non esistono farmaci o vaccini efficaci nei confronti della malattia; l’unico controllo è quindi basato sull’applicazione di procedure diagnostiche standardizzate e di misure di biosicurezza.
Seguendo le raccomandazioni dell’EFSA, che auspica l’implementazione delle misure di sorveglianza epidemiologica e sottolinea la necessità di aggiornare le conoscenze sulla Besnoitiosi bovina, il progetto BesnoBIT (Aggiornamenti sulla Besnoitiosi bovina in Italia: nuovi approfondimenti su presunti ospiti e vettori meccanici di una malattia negletta) si prefigge di aggiornare l’epidemiologia dell’infezione da B. besnoiti in Italia, allo scopo di sviluppare linee guida per il controllo della Besnoitiosi bovina applicabili al contesto zootecnico italiano.
Il progetto sarà condotto su bovini da latte e da carne, asini e bufale allevati in tre aree di studio rappresentative del nord Italia (Lombardia), dell’Italia centrale (Umbria e Marche) e meridionale (Campania e Basilicata), selezionate per le loro caratteristiche peculiari dal punto di vista zootecnico. Gli animali saranno visitati da medici veterinari con esperienza sulla malattia e campionati per l’esecuzione di test sierologici. Saranno inoltre raccolti dati sulla gestione aziendale, mediante questionario da compilare insieme all’allevatore. Una parte del progetto si occuperà inoltre di valutare, tramite indagini biomolecolari, il ruolo di carnivori selvatici (gatto selvatico e volpe) quali ospiti definitivi del parassita, nonché di svolgere studi entomologici mediante appositi trappolaggi di insetti vettori all’interno di aziende bovine afflitte dalla parassitosi.
Il progetto, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PRIN 2022 – Progetti di Rilevante Interesse Nazionale, vede come proponenti i Dipartimenti di Medicina Veterinaria delle Università degli Studi di Milano, dell’Università di Perugia e dell’Università “Federico II” di Napoli.
Lo studio avrà durata biennale e le attività saranno costantemente aggiornate sul sito del progetto (in costruzione) e sulle pagine social Facebook e Instagram; schede informative sulla Besnoitiosi bovina, unitamente ad un’area FAQ per medici veterinari e allevatori, verranno rese disponibili nelle pagine web e social dedicate.
Al termine del progetto, specifiche linee guida, scaricabili sotto forma di e-book, saranno inoltre fruibili per gli esperti di settore. Seminari a tema, aperti a medici veterinari, tecnici e allevatori, con la collaborazione delle associazioni allevatori e di settore locali, sono in programmazione nei prossimi mesi.
Per ulteriori informazioni, o se interessati a far parte come azienda dello studio epidemiologico, è possibile contattare i referenti delle 3 aree di studio via email o attraverso i canali Social del progetto:
- Dott.ssa Alessia Gazzonis, Dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali, Università degli Studi di Milano, alessia.gazzonis@unimi.it (Lombardia)
- Dott.ssa Giulia Morganti, Dipartimento di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Perugia, giulia.morganti@unipg.it (Umbria e Marche)
- Prof. Vincenzo Veneziano, Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni animali, Università degli Studi di Napoli Federico II, vinvene@unina.it (Campania e Basilicata)
Maggiori informazioni sul progetto sono disponibili nella brochure scaricabile qui.