Nell’ambito della pastorizia, la gestione del lupo rappresenta un nodo importante che deve essere sciolto. Il lupo è un animale che viene tutelato nell’ottica del mantenimento della biodiversità, ma al tempo stesso rappresenta una problematica importante per gli allevatori, che proprio per questo deve essere ben gestita, rispettando e proteggendo comunque questo predatore.

In questa ottica Rete Appia si è attivata nel corso degli anni per fronteggiare la problematica relativa all’espansione del lupo nelle aree urbane e di pianura, nonché del fenomeno delle predazioni sul patrimonio zootecnico. Per intervenire in maniera efficace, Rete Appia ha adottato un nuovo approccio basato su dati oggettivi, sull’ascolto delle componenti sociali, sul tenere conto del valore ecosistemico della specie, ma anche sulla possibilità per le Amministrazioni locali di avere una maggiore libertà di azione per poter rispondere in maniera tempestiva ed efficace alle conflittualità sempre più forti sul territorio. Solo con il riconoscimento dell’importanza primaria dell’attività zootecnica, con una rivisitazione della narrativa sul lupo e una gestione della specie basata su un approccio non ideologico si potrà garantire la coesistenza tra questa importante specie e l’attività pastorale.

È stato quindi presentato da Rete Appia il progettoPiano Lupo”, la cui approvazione è da tempo attesa e che rappresenta uno strumento importante da applicare al settore della pastorizia, che è stato anche modificato per tenere conto delle nuove esigenze sorte nel corso degli anni.

Tale progetto si basa su 10 punti fondamentali:

  • Competenze di riferimento
  • Separazione dei ruoli, istituzioni al centro
  • Conservazione a livello di popolazione
  • Indennizzi e prevenzione
  • Indirizzi quadro e federalismo gestionale
  • Narrazione sul lupo in Italia
  • Pragmatismo su base scientifica
  • Protezione sulla base dello Status di conservazione attualizzato
  • Coinvolgimento delle parti sociali
  • La paura salva il lupo

Il “Piano Lupo”, mediante questi 10 punti, si è quindi incentrato principalmente su:

  1. Maggior considerazione degli aspetti sociali legati al ritorno del predatore nelle zone rurali.
  2. Maggior spazio di libertà alle singole realtà amministrative per mettere in campo soluzioni efficaci per il contesto ambientale, sociale ed economico di riferimento.
  3. Gestione conservativa della specie a livello di popolazione, basata su dati scientifici attualizzati e non su posizioni ideologiche, quindi nel rispetto e nello spirito delle direttive internazionali.
  4. Centralità delle Istituzioni nel processo decisionale.

Per leggere il documento completo cliccare qui.

 

Sinossi tratta dall’articolo “Position paper su lupo e zootecnia” pubblicato da Rete Appia.

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