IN BREVE

Questo studio è stato condotto nella contea di La Ribagorza, in Spagna. Gli autori hanno effettuato 30 indagini su allevatori di pecore (Ovis aries) e di capre (Capra hircus) per scoprire le loro attitudini, punti di vista e conoscenze sulla situazione attuale di questa tipologia di allevamento estensivo, e sui conflitti che possono sorgere tra la loro attività e la presenza di grandi carnivori come l’orso bruno (Ursus arctos) o il lupo grigio (Canis lupus). La coesistenza degli allevamenti estensivi con la presenza di grandi carnivori è una delle principali sfide che questo settore si trova a dover affrontare.

Le aree pastorali dei Pirenei sono una parte vitale del loro valore paesaggistico e della loro ricchezza biologica, e la loro conservazione è legata al mantenimento del pascolo. Oltre al miglioramento dei pascoli e del suolo, queste pratiche di allevamento sono essenziali anche per il mantenimento di specie e habitat di vitale importanza.

La presenza di greggi di pecore è essenziale per preservare gli attuali scenari dei Pirenei, sia dal punto di vista sociale che ambientale, pensiamo alla mitigazione dei cambiamenti climatici, al contrasto dello spopolamento, allo sviluppo rurale e alla gestione del territorio. Nei Pirenei le pecore (Ovis aries) sono diminuite di numero negli ultimi anni in quanto hanno risentito molto delle nuove condizioni socioeconomiche. La riduzione degli allevamenti ovini estensivi dagli anni ’80 ha raggiunto addirittura l’80%. Questo è avvenuto nonostante tale attività zootecnica sia stata per secoli predominante e alla base dell’economia locale di questo massiccio montuoso, il cui sistema di produzione era basato sul pascolo in alpeggio durante l’estate con l’integrazione dei pascoli situati nelle zone più a valle, gettando le basi del tradizionale sistema della transumanza.

I grandi carnivori

Negli ultimi anni, l’orso bruno (Ursus arctos) e il lupo grigio (Canis lupus) stanno lentamente riprendendo piede in Europa. Questa crescita presenta problematiche sostanziali per le comunità rurali, specialmente nelle aree ricolonizzate da grandi carnivori, dove le persone non hanno convissuto con queste specie per decenni. Le reazioni nei loro confronti vanno dall’ammirazione all’odio, fino al desiderio di estinzione.

Proteggere le mandrie attivando misure preventive è fondamentale per scoraggiare i predatori e prevenire lo sviluppo di individui problematici che uccidono in via preferenziale il bestiame, anche perché una scarsa protezione può fornire numerose opportunità di apprendere abitudini predatorie. Quando si verifica un attacco, è molto più probabile che questo si riverifichi nuovamente, e quindi la sua prevedibilità dovrebbe essere utilizzata per rinforzare i metodi di prevenzione. L’attuale popolazione di orsi bruni nei Pirenei è il risultato di un ripopolamento di origine balcanica avvenuto tra il 1996 e il 2018. Nei Pirenei il lupo si è estinto intorno agli anni ’20, tuttavia, grazie all’espansione della popolazione italica, negli ultimi 20 anni è tornato a colonizzare questi territori.

Lo studio

Uno studio condotto dall‘Università di Saragozza ha indagato gli atteggiamenti, i punti di vista e le conoscenze degli allevatori sulla situazione attuale dell’allevamento estensivo, sul loro futuro e sui conflitti che possono sorgere tra la loro attività e la presenza di grandi carnivori come l’orso bruno e il lupo.

Le aziende prese in esame sono piccole imprese a conduzione familiare, per cui, in più della metà dei casi, la loro continuità non è garantita. La gestione del bestiame è solitamente analoga a quella che si ritrova in un sistema montano, dove gli animali pascolano tutto l’anno in campi, prati seminati e boschi vicino alle stalle, e in alpeggio durante i tre mesi estivi.

I risultati

Gli allevatori considerano le attuali infrastrutture presenti nei pascoli di montagna insufficienti per la gestione e la cura dei loro animali. La loro attività entra in conflitto con diverse specie appartenenti alla fauna selvatica, come il cinghiale (Sus scrofa), il capriolo (Capreolus capreolus) o il grifone (Gyps fulvus), e con i grandi carnivori presenti, come l’orso bruno (Ursus arctos) o il lupo grigio (Canis lupus), nonostante tutti prendano misure preventive per difendere le loro mandrie dai predatori. Le misure di prevenzione maggiormente utilizzate sono la presenza di cani da guardiania (Canis lupus familiaris) in prossimità delle mandrie, l’utilizzo di recinzioni elettriche per rinchiudere il bestiame durante la notte e la sorveglianza continuativa del pastore.

C’è una percezione generalmente negativa degli allevatori nei confronti di orsi e lupi. Gli atteggiamenti nei confronti degli orsi sono diventati più positivi nel tempo, in quanto questi animali sono percepiti come parte della cultura montana, mentre sono peggiorati nel caso dei lupi.

In ogni caso, il monitoraggio dei cambiamenti di atteggiamento nei confronti dei grandi carnivori nel tempo è fondamentale per affrontare adeguatamente il conflitto, in particolare nel caso degli allevamenti estensivi di pecore, che sono i più colpiti in questa regione. Tutti gli allevatori ritengono che la presenza del lupo in montagna non apporti valore economico o ambientale al territorio, e molti di loro sottolineano che non solo non apporterebbe valore aggiunto, ma danneggerebbe anche settori e attività che attualmente sono di grande importanza in quest’area, come il turismo montano, la caccia e la micologia. Ritengono addirittura che sarebbe un pericolo e una minaccia reale per la sicurezza delle persone.

Gli allevatori si oppongono quindi alla presenza di orsi e lupi nella loro area, in quanto li considerano una minaccia reale al proseguimento della loro attività economica, che presenta un elevato grado di vulnerabilità. I risarcimenti per danni sono ritenuti insufficienti per convincerli a convivere con questi carnivori. Le misure di prevenzione proposte sono considerate strumenti utili ma non soluzioni pienamente efficaci.

Mancano agli allevatori informazioni dall’amministrazione sulla presenza di predatori in campo per prevenire gli attacchi. Nei Pirenei francesi, ad esempio, è stato sviluppato uno strumento ( https://info-ours.com/) per informare i pastori tramite SMS della presenza dell’orso, che fornisce informazioni quotidiane online durante il periodo di attività di questo predatore (da marzo a novembre). La scheda viene aggiornata ogni giorno lavorativo.

 

 

Tratto da: “Shepherds View of Large Carnivore Recovery in the Pyrenees, Spain”, di José Ballarín, Alicia García-Serrano, Juan Herrero e Ramón Reiné. Animals 2023, 13, 2088. https://doi.org/10.3390/ani13132088