Pubblicato dall’Istat un nuovo report relativo all’andamento dell’economia agricola italiana nell’anno 2023 che evidenzia una riduzione della produzione e del valore aggiunto del settore rispettivamente, dell’1,8% e del 2,5% in termini reali. Anche l’occupazione registra una flessione, quantificata attorno al 2,4%. Il calo di produzione in volume per il comparto zootecnico si attesta attorno allo 0,9%, mentre per i cereali l’annata è risultata estremamente favorevole con un incremento del 6,6%.
Le avverse condizioni climatiche che hanno caratterizzato l’annata hanno influito sugli andamenti e sulle produzioni ottenute, colpendo duramente diverse attività strategiche del settore primario. Si è registrato un calo del 3,9% per le coltivazioni e -0,9% per il comparto zootecnico, mentre è proseguita la crescita dei prezzi alla produzione (+3,9%), ma a tassi molto più contenuti dell’anno precedente. Al contrario, si è arrestato il trend espansivo dei costi del settore, con i prezzi degli input in diminuzione (-2,5%), soprattutto a partire dalla seconda parte dell’anno.
Nel 2023 il perdurare del calo produttivo del settore zootecnico (-0,9%), ha visto una notevole diminuzione soprattutto delle carni bovine (-2,6%) dopo la crescita registrata nell’anno precedente. Tra i prodotti zootecnici derivati, ancora in calo i volumi del latte (-1,1%), oltre alla persistente crisi del miele (-10,9%). Nell’anno in oggetto è proseguita anche la riduzione della produzione delle attività di supporto dell’agricoltura (-1,6% in volume), soprattutto per le lavorazioni in conto terzi (-7,0%).
Fonte: Istat
Per quel che riguarda le coltivazioni erbacee, il 2023 ha registrato un andamento positivo con miglioramento nelle rese per ettaro sia delle colture industriali che cerealicole. Tra queste ultime si è avuto un ulteriore recupero positivo nella produzione di mais e frumento tenero, dopo la contrazione del periodo 2015-2021 causata dalla siccità e dalle avverse condizioni climatiche.
I prezzi dei prodotti zootecnici, rilevanti aumenti si sono avuti per le carni animali, in particolare per le suine (+22,4%), mentre è stato registrato un calo nel prezzo del pollame (-7,4%). Incrementi importanti anche per i prezzi delle attività dei servizi (+10,8%) e per le attività
secondarie (+2,4%).
Riguardo i costi sostenuti dagli agricoltori, nel 2023 il prezzo medio dei beni e dei servizi impiegati in agricoltura ha subìto una riduzione del 2,5%, dopo la forte crescita del 2022 (+30,6%). I prezzi sono diminuiti in misura significativa soprattutto per i fertilizzanti (-18,4%), i prodotti energetici (-8,4%) e gli alimenti per animali (-5,9%).
In generale, i dati analizzati rivelano che l’andamento congiunto dei prezzi dei prodotti venduti (output) e di quelli acquistati (input) ha delineato per il 2023 un miglioramento della ragione di scambio per il settore agricolo di 6 punti percentuali.
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