Introduzione

La volatilità del prezzo della granella di mais, combinata con la variabilità nel grado di rottura delle cariossidi nel silomais, sono alla base del crescente interesse per gli innovativi sistemi di trinciatura Shredding. I dati presentati all’American Dairy Science Association, relativi a una prova di lattazione condotta dalla Wisconsin University (Ferraretto e Shaver, 2012), hanno ulteriormente stimolato l’interesse verso questo particolare sistema di taglio e lavorazione del mais.

Le prove di lattazione

La stalla da latte sperimentale dell’Università Arlington in Wisconsin ha trinciato uno stesso ibrido di mais al 35% di sostanza secca, conservandolo in silosbags di 3 metri di diametro.

Parte del silomais è stata raccolta con sistema tradizionale di trinciatura e lavorazione della granella (KP), adottando una lunghezza teorica di taglio di 19 mm e rulli convenzionali schiaccia-granella con una luce di 3 mm (Figura 1). La trincia per lo shredlage (SHRD) presentava un minor numero di coltelli, per ottenere una lunghezza di trinciatura di 30 mm e rulli a scanalatura incrociata, aventi una luce di 2,5 mm (Ferraretto and Shaver, 2012a).

Il sistema Shredlage (www.shredlage.com) è stato progettato per consentire una maggiore lunghezza del taglio e disporre così di una fibra più efficace, da utilizzare nelle diete ad alta inclusione di silomais (Figura 2), fornendo al tempo stesso un grado di rottura della granella non ottenibile con insilati tagliati lunghi e rulli tradizionali (Olson, 2012).

Il grado di rottura delle cariossidi (percentuale di amido che passa un setaccio di 4,75 mm) era del 75% per il trattamento SHRD rispetto al 60% per l’insilato KP, dimostrando che gli sviluppatori della tecnica hanno raggiunto il livello desiderato di lavorazione della granella. Tuttavia il risultato deve essere valutato anche alla luce della performance degli animali, perché gli ingegneri meccanici assicurano che il sistema SHRD non comporta un risparmio di carburante, anche se il taglio richiede meno potenza se impostato a 30 mm (Olson, 2012).

I due insilati sono stati lasciati a fermentare per 30 giorni, poi si è provveduto ad alimentare 112 vacche divise in gruppi per razza e uniformate per giorni di lattazione. Sono stati così formati 14 gruppi da otto vacche ciascuno e dopo un periodo di adeguamento di due settimane, è stato applicato uno schema randomizzato di 8 settimane con razioni composte da insilato di mais al 50% (SHRD o KP), insilato di erba medica al 10%, farina di mais 10,3%, glutine di mais al 7,4%, proteine, grassi e minerali/vitamine (Ferraretto and Shaver, 2012b). Una delle prime domande che gli allevatori fanno quando si parla di insilato tagliato più lungo è se fosse stata osservata una selezione da parte degli animali, dato che nelle diete SHRD il 15,5% della razione viene trattenuta dal setaccio superiore del Penn State Separator, rispetto al 3,5% della dieta KP. Ciononostante, la valutazione del residuo di mangiatoia fatta con il setaccio Penn State indicava una selezione minima, che non differiva statisticamente tra i 2 trattamenti.

Risposta delle vacche

Le vacche alimentate con dieta SHRD tendevano a ingerire 0.65 chilogrammi al giorno di sostanza secca in più rispetto alle vacche in trattamento con KP (P <0,08). La resa in latte era di 43.2 kg per le vacche SHRD e di 42.9 kg per le bovine KP, ma non era statisticamente diversa tra i due trattamenti (P <0,14). Percentuale di grasso, percentuale di proteine e azoto ureico nel latte non differivano tra i trattamenti.

I ricercatori hanno concluso che l’alimentazione con silomais shredlage tendeva ad aumentare l’ingestione di sostanza secca e che la produzione di latte corretta grasso (P <0,10) era superiore di 1,0 kg al giorno rispetto al sistema convenzionale di raccolta e trinciatura. I ricercatori hanno esaurito il silomais raccolto con sistema shredlage prima del previsto, ma hanno rilevato un effetto correlato alla durata della prova (P <0,04; Figura 3), con un vantaggio produttivo di latte corretto grasso per il gruppo SHRD, che aumenta con la lunghezza del periodo di alimentazione (Ferraretto e Shaver, 2012a).

 

 

Digeribilità dell’amido

Probabilmente la scoperta più interessante di questo studio è stata che, pur con un taglio più lungo, sia la digeribilità dell’amido ruminale che quella totale sono risultate superiori con il trattamento SHRD (Ferraretto and Shaver, 2012b).

Questo offre sicuramente benefici economici nell’attuale contesto di alti costi di alimentazione, ma porta l’attenzione sull’importanza di un bilanciamento più attento delle razioni. Mentre la rottura della granella può essere migliorata e standardizzata con lo shredlage, finché allevatori e alimentaristi non si saranno abituati ad una maggior frantumazione della granella, si dovrà prestare molta attenzione alla digestione dell’amido ruminale, specialmente considerando che la digeribilità dell’amido aumenta con il tempo di conservazione in trincea.

In conclusione

I ricercatori del Wisconsin hanno in programma di condurre una seconda sperimentazione per studiare gli effetti  dell’incremento dimensionale ottenuto con shredlage sulla digeribilità della fibra.

Sono necessari ulteriori dati su come lo shredlage influenzi la densità dell’insilato (valori di densità raccolti ad oggi sembrano eccellenti) e sugli effetti di macchine shredlage in termini di consumo di carburante ed efficienza di taglio.

I sistemi shredlage sono molto richiesti e tutti i produttori di trince stanno sviluppando tecnologie per valorizzare ulteriormente la fibra nel mais.

 

 

Pubblicato su Feedstuff vol.84, N.33, 08-12

 

A cura di Bill Mahanna,
Iowa State University Global Nutritional Sciences Manager,
DuPont Pioneer