Comprendere le sfide morali per i veterinari aziendali in Germania sulla base di un sondaggio qualitativo online.

 Abstract

Questo sondaggio qualitativo online (n = 123) ha esaminato ciò che i veterinari aziendali tedeschi percepiscono come situazioni complesse da un punto di vista etico. Le problematiche etiche cruciali possono essere descritte come delle controversie che si instaurano tra i diversi attori che si rivolgono ai veterinari, come (a) animali, (b) allevatori, (c) politica, (d) società, (e) ufficiali veterinari (f) colleghi, supervisori, dipendenti e concorrenti e (g) il veterinario stesso. Oppure possono essere descritte come il conflitto che si instaura tra i diversi ruoli del veterinario, che descrive se stesso come (a) difensore degli animali, (b) imprenditore, (c) lavoratore sociale, (d) parte dell’allevamento, (e) collega, supervisore, dipendente e concorrente e (f) privato cittadino. Dal sondaggio si può dedurre che almeno una parte dei partecipanti ha ritenuto che le problematiche etiche descritte sopra siano una causa di disagio morale. L’impegno morale chiave per i veterinari aziendali, secondo il loro punto di vista, non è rappresentato tanto dalle tematiche etiche aperte, dai dilemmi etici o dai conflitti “dovere versus propensione”, ma piuttosto da quelle situazioni in cui le loro convinzioni etiche personali entrano in conflitto con ostacoli esterni. Di conseguenza, nelle loro risposte appare spesso la sensazione di impotenza. La finanze estremamente limitate degli allevatori potrebbero essere individuate come il principale ostacolo esterno.

Parole chiave: Veterinari aziendali, conflitti morali, deontologia veterinaria.

Introduzione

L’esercizio della medicina veterinaria fa parte di una complessa struttura etica che è caratterizzata perlomeno dalle esigenze dei pazienti animali, dei proprietari di animali, dagli obblighi professionali e dalla società nel suo insieme (Rollin, 2006; Mullan e Fawcett, 2017; Magalhães-Sant’Ana et al., 2016; Morgan e McDonald, 2007; Tannenbaum, 1993). Pertanto, il lavoro dei veterinari può essere descritto come l’emblema di una professione impegnativa dal punto di vista etico; infatti hanno regolarmente a che fare con decisioni che includono aspetti morali. Questa analisi è particolarmente vera per quei veterinari che lavorano nel settore dell’allevamento del bestiame: questa tipologia di allevamento è un elemento importante dell’industria che si occupa dell’alimentazione umana. Tuttavia, le società occidentali odierne – la Germania può essere citata come un tipico esempio – hanno un rapporto ambivalente con l’attuale sistema di allevamento degli animali (Boogaard et al., 2011). Sebbene le persone apprezzino la maggiore sicurezza alimentare e i costi bassi degli alimenti (Boogaard et al., 2008), sono sempre di più preoccupate circa gli aspetti relativi al benessere degli animali (Bergstra et al., 2017; Clark et al., 2016; Krystallis et al., 2009; Busch. et al., 2015; Kayser e Spiller, 2012; Special Eurobarometer 473, 2018). Questo campo di tensione sta progressivamente plasmando il lavoro quotidiano dei veterinari che si occupano di allevamenti. Far quadrare i valori etici e i corrispettivi conflitti potrebbe essere un’importante fonte di stress e di scarso benessere (Morgan, 2009). Tuttavia, ancora non abbiamo una comprensione sufficiente di quello che i veterinari di allevamento percepiscono come situazioni deontologicamente complesse durante il loro lavoro quotidiano. Lo scopo di questo sondaggio era quello di far luce su questo aspetto nel contesto tedesco.

Discussione

Il sondaggio fornisce una panoramica esplorativa delle problematiche etiche dei veterinari aziendali in Germania. Dai risultati del sondaggio è stato creato un database iniziale che consentiva di inquadrare le ipotesi, di indirizzare verso ulteriori studi (rappresentativi) futuri e di generare nuove domande di ricerca.

(a) Durante la ricerca in letteratura, la professione del veterinario viene spesso descritta come un triangolo di relazioni tra veterinario, animale e proprietario (Yeates, 2013). I risultati di questo sondaggio indicano che, per quanto riguarda le problematiche etiche dei veterinari aziendali, dovremmo parlare di “un triangolo all’interno di un quadrato”: oltre al (1) veterinario, (2) all’animale e (3) all’allevatore, (4) la politica e i suoi requisiti legali, (5) la società e le sue aspettative, (6) altri veterinari che rivestono ruoli diversi (come colleghi, supervisori, dipendenti e concorrenti), nonché (7) gli uffici veterinari come organo di supervisione essenziale, modellano le sfide così come l’ambito di azione dei veterinari. Inoltre, l’indagine mostra che è troppo semplice parlare del “veterinario” in questa situazione di tensione; piuttosto, occorre fare una distinzione tra ruoli differenti e auto-comprensione: i veterinari d’allevamento non vedono loro stessi “solamente” come difensori degli animali, ma anche come imprenditori, lavoratori sociali, elementi del settore dell’allevamento, nonché privati con determinate convinzioni morali.

(b) Se chiedessimo ai veterinari d’allevamento quali situazioni nel loro lavoro quotidiano percepiscano come “moralmente impegnative”, non verrebbero descritti solamente i conflitti etici “classici”; frequentemente, i veterinari parlano anche di sfide e difficoltà in generale. Un esempio è la “crescente burocratizzazione”. In questo senso, McCarthy e Deady (2008) distinguono lo stress, che si manifesta nella vita professionale quotidiana e che è dovuto a difficoltà di base, dallo “stress (della) morale”, che è causato da problematiche morali che ruotano attorno alla questione di un adeguato bilanciamento tra valori, beni e norme. In altre parole: non tutto ciò che è impegnativo, stressante e gravoso è una problematica morale. Tuttavia, i veterinari che si occupano degli allevamenti che hanno partecipato al sondaggio non hanno fatto una distinzione rigorosa a questo livello. Essi sembrerebbero avere una comprensione “ampia” delle problematiche morali o dell’etica in generale. Quando vengono interrogati sulle problematiche morali, parlano di difficoltà generali e di tematiche fondamentali che vanno al di là delle questioni mediche.

(c) Le principali problematiche morali dei veterinari aziendali possono essere descritte come conflitti tra attori diversi o conflitti tra ruoli diversi. (i) La tipologia “conflitto tra attori” può essere descritta come segue: “In qualità di veterinario vorrei fare il bene di un certo attore, ma questo entra in conflitto con gli interessi di un altro attore che mi fa delle richieste”. Ad esempio: “Voglio rendere giustizia ad un animale scegliendo una certa terapia, ma per l’allevatore questa terapia non è economicamente fattibile in quella determinata condizione”. (ii) Un’ulteriore intuizione fornita dai risultati della presente indagine riguarda l’auto-comprensione dei veterinari che si occupano di allevamenti. I conseguenti “conflitti tra i ruoli” possono essere descritti come segue: “In qualità di veterinario, voglio rendere giustizia alla responsabilità che ho in un determinato ruolo, ma questo entra in conflitto con qualcun’altra delle mie responsabilità”. Ad esempio: “In qualità di “difensore degli animali”, vorrei poter essere libero di criticare pesantemente un allevatore per il suo modo di allevare gli animali, ma come “imprenditore” non posso permettermi di perderlo come cliente.”

(d) Si può dedurre che almeno una parte dei partecipanti allo studio ritenga le problematiche di carattere etico descritte una causa di “disagio morale”. Questa interpretazione si basa sul contenuto di alcune risposte. È in parte dovuto all’emotività, ed indica un certo livello di eccessiva richiesta e frustrazione, ma riflette anche un cambiamento nei ruoli della professione. Il termine “disagio morale” è stato originariamente coniato per le scienze infermieristiche (Jameton, 1993) ma, recentemente, se ne è discusso anche in ambito veterinario (Arbe Montoya et al., 2019; Rollin, 2011). In una definizione generale, il termine fa riferimento a qualsiasi disagio psicologico che si verifica in seguito dell’incapacità di far fronte adeguatamente ad un conflitto morale (Monteverde, 2013). Questo risultato è cruciale non solo per gli individui, ma anche per l’intera professione, perché il disagio morale permanente viene considerato una delle principali cause di esaurimento emotivo, depressione e burnout (Oh e Gastmans, 2015) e, in altre professioni, di indifferenza in situazioni moralmente difficili (Epstein e Delgado, 2010).

(e) Come si possono riassumere, in termini astratti, le problematiche morali essenziali dei veterinari aziendali? Questo articolo si propone – facendo riferimento alla storia della filosofia – di distinguere tra quattro tipologie di conflitto morale tipicamente ideali unitamente alle corrispettive domande centrali. (i) Per quanto riguarda la “problematica etica aperta”, un individuo riflette su una domanda riconosciuta come moralmente rilevante e alla quale non si è trovata una risposta concludente. La domanda centrale è: “Cosa è moralmente giusto?” (ii) Un “dilemma etico” è caratterizzato dal fatto che diversi doveri moralmente fondati non possono essere portati a termine contemporaneamente in una determinata situazione. Ci sono buone ragioni morali per fare x, ma ci sono anche buone ragioni morali per fare y; tuttavia, non è possibile eseguire entrambe le operazioni contemporaneamente (Williams, 1978; Morgan, 2009). La domanda principale è: “Come dovrei decidere?” (iii) In un conflitto “dovere versus propensione”, l’attore sa cosa è moralmente giusto fare, tuttavia è vantaggioso decidere diversamente (Kant, 2002 [1785], 396 et seq.). La domanda di fondo è: “Devo farlo comunque?” (iv) Alla fine, ci può essere un conflitto tra “morale personale” ed “ostacoli esterni”, dove specifici ostacoli e aspetti del contesto impediscono ad una persona di mettere in pratica le proprie convinzioni morali personali. La domanda principale è: “Come posso gestire la cosa?” Secondo quanto riportato dallo studio, i veterinari devono combattere con tutte e quattro le tipologie di conflitto, tuttavia, le questioni etiche aperte (come “Quale è il nostro dovere nei confronti di un animale?”) non sembrerebbero avere un ruolo significativo. Il conflitto “dovere versus propensione” appare spesso nelle risposte, principalmente come un conflitto tra il ruolo di “difensore degli animali” e quello di “imprenditore”. Si vorrebbero aiutare gli animali, ad esempio criticando il proprietario e chiedendo un comportamento diverso ma, allo stesso tempo, il titolare dell’allevamento è anche il cliente che paga il conto. I dilemmi etici derivano, tra le altre cose, anche dal conflitto tra il ruolo di “lavoratore sociale” versus quello di “difensore degli animali”: il veterinario dovrebbe chiamare l’ufficiale veterinario in caso di problematiche di benessere degli animali quando si rende conto che l’allevatore avrà problematiche sociali ancora più grandi come conseguenza? Questo esempio ci mostra come un fattore di stress fondamentale (“incontro con persone che hanno problematiche sociali”) può trasformarsi in un fattore di stress morale, dal momento che sorge la domanda “Come posso valutare due affermazioni moralmente lecite?” Tuttavia, possiamo affermare che i dilemmi etici giocano un ruolo meno importante nelle risposte dei veterinari d’allevamento rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare guardando l’attuale letteratura che si concentra su questa tipologia di conflitto (o se lo fa non fornisce una chiara definizione di “dilemma etico” ed utilizza questo termine solo come una sorta di sinonimo di “problematica morale”) (Morgan, 2009; Rathwell-Deault et al., 2017; Batchelor e McKeegan, 2012; Abood e Siegford, 2012; Kipperman et al., 2018; Vettical , 2018). L’analisi “non si tratta di dilemmi etici”, che io (Dürnberger, 2019) ho fatto per quanto riguarda le problematiche etiche degli ufficiali veterinari, sembrerebbe essere valida anche per i veterinari che lavorano negli allevamenti. Sulla base di questo sondaggio, una (e forse la) problematica morale chiave per i veterinari di allevamento secondo il loro punto di vista potrebbe essere riassunta dalla frase “etica personale versus ostacoli esterni”. Questa tesi è considerata ammissibile sia per le risposte alle domande aperte che per le risposte alle domande chiuse. Quando i veterinari d’allevamento parlano di problematiche morali, spesso delineano uno scenario in cui sono convinti di sapere cosa sia moralmente giusto o migliore, ma le barriere esterne impediscono loro di attuarlo. La questione etica fondamentale per i veterinari dell’allevamento non è quindi rappresentata dalla domanda di Kant “Cosa dovrei fare?”, ma piuttosto dalla domanda “Sulla base delle mie convinzioni morali personali vorrei agire diversamente, ma mi viene impedito di farlo. Dunque, come posso affrontarlo?” Come principale ostacolo esterno, ma non l’unico, potremmo individuare le disponibilità economiche estremamente limitate degli allevatori – un parallelo con i veterinari per piccoli animali (Kippermann et al., 2017; Kondrup et al., 2016; Springer et al., 2019 ) – che porta alla domanda: “Sono un medico o un economista?”.

(f) Diverse tipologie di conflitto portano a differenti stati emotivi. Laddove viene impedito di esercitare le proprie convinzioni morali, si è costretti a far fronte ad un sentimento di impotenza. Di conseguenza, questa sensazione si manifesta ripetutamente nelle risposte: “Purtroppo, molto spesso non ottengo nulla”; “Parli fino a diventare blu in faccia e non succede niente, così ad un certo punto ti rassegni”. Noi “veterinari (abbiamo) poche opportunità di apportare cambiamenti reali nell’allevamento degli animali …”. Secondo un partecipante “la conflittualità esistente tra gli aspetti rilevanti per il benessere degli animali e l’impotenza di non essere in grado di fare nulla al riguardo” è difficile da digerire.

(g) Allo stesso tempo, i partecipanti allo studio hanno messo in atto strategie per far fronte a questa sensazione di impotenza. (i) Qui diventa chiaro come la professione del veterinario aziendale sia un’attività basata sulla comunicazione. I veterinari si descrivono come attori che – nonostante o proprio a causa delle loro limitate possibilità di cambiare in modo diretto l’allevamento – si ripetono costantemente. Le risposte esemplari sono: “Spesso faccio notare le cose che non mi piacciono. Molto importante è il modo in cui viene comunicato questo, in modo tale da non apparire come il professore o l’accusatore”; i veterinari devono trovare “parole chiare per parlare con l’allevatore”. (ii) Inoltre, anche le risposte mostrano del pragmatismo: se la soluzione moralmente “perfetta, buona” non è possibile da attuare, bisogna concentrarsi sulla migliore soluzione possibile. Ad esempio, un veterinario ha sottolineato che “c’è una differenza tra ciò che è fattibile e ciò che sarebbe buono per gli animali”. Come veterinario, “si cercano di eliminare i difetti passo dopo passo …”; l’obiettivo è (…) “trovare un compromesso accettabile, che significa già un miglioramento per il benessere animale”. In breve, “nonostante tutto ciò, sto cercando di fare quello che ritengo sia meglio”.

(h) I risultati di questo documento suggeriscono che qualsiasi programma di formazione etica per veterinari non dovrebbe concentrarsi soltanto sui dilemmi etici o sulle questioni etiche aperte (come, ad esempio, il reale status morale di un animale), ma piuttosto dovrebbe far si che le controversie tra ostacoli esterni e convinzioni personali, e le possibili strategie attuabili per fronteggiare queste situazioni, diventino delle tematiche chiave durante il percorso didattico.

 

Articolo tratto da: Am I actually a veterinarian or an economist? Understanding the moral challenges for farm veterinarians in Germany on the basis of a qualitative online survey

Research in Veterinary Science 133 (2020) 246–250 – Journal homepage: www.elsevier.com/locate/rvsc

Autore: Christian Dürnberger – Messerli Research Institute, Unit of Ethics and Human-Animal Studies, Vetmeduni Vienna, Veterinärplatz 1, 1210 Vienna, Austria

E-mail: Christian.duernberger@vetmeduni.ac.at
doi.org/10.1016/j.rvsc.2020.09.029
Ricevuto il 3 Giugno 2020; In review dal 22 Settembre 2020; Accettato il 25 Settembre 2020
Disponibile online dal 28 Settembre 2020
0034-5288/ © 2020 The Author.

Pubblicato da Elsevier Ltd. Questo è un articolo ad accesso libero, sotto i termini della licensa CC BY-NC-ND (creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0).

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