La pratica dell’alpeggio è molto diffusa in alcune regioni italiane e può offrire notevoli vantaggi agli animali e per il territorio. Dal punto di vista alimentare, garantisce un valore nutritivo notevole che si riflette sia sulla loro salute che sulla qualità dei prodotti zootecnici. In termini di attività fisica, favorisce lo sviluppo della muscolatura, migliora l’attività circolatoria e respiratoria, e aumenta la capacità polmonare grazie alla rarefazione dell’aria e all’impegno fisico più intenso, con effetti benefici anche sull’attività ghiandolare, il metabolismo, la cute e il pelo.
Si tratta inoltre di una pratica fondamentale per evitare l’abbandono delle aree marginali (o interne) del nostro paese.
Relativamente a tale pratica, il 30 marzo scorso, l’On. Sergio Berlato (ECR), ha presentato alla Commissione europea un’interrogazione con richiesta di risposta scritta (E-001092/2023), riguardo alle disposizioni italiane di applicazione del regolamento (UE) 2021/2115, in merito al Sistema di qualità nazionale per il benessere animale (SQNBA). Secondo l’Onorevole, tali disposizioni presentano due punti sfavorevoli proprio per le aziende italiane e gli allevatori che praticano il pascolo in alpeggio.
“Il primo dei punti contestati riguarda l’obbligo della stabulazione libera nei mesi invernali per il ricovero degli animali, – si legge nella domanda – che per molti allevatori che praticano il pascolo in zone di altura risulta di impossibile attuazione. A tal proposito si fa notare che la stabulazione fissa nei mesi invernali non rappresenta una mancanza di benessere per gli animali bensì una pratica di lunga tradizione con effetti positivi sugli animali e sull’ambiente alpino e non solo.”
“Il secondo punto riguarda la presenza di un ricovero adiacente al pascolo che, viste le grandi superfici dei pascoli, risulta di difficile applicazione, scomodo da raggiungere e inutile in quanto nei periodi di pascolo gli animali non necessitano di ripari artificiali in quanto trovano da soli ripari naturali.”
Di fronte alle premesse criticità, è stato chiesto alla Commissione Europea se:
- intenda rivalutare il vincolo della stabulazione libera e considerare la possibilità di adottare la stabulazione fissa come alternativa;
- intenda rimuovere il vincolo del ricovero adiacente, che rappresenterebbe un ostacolo all’accesso ai premi dedicati per molti allevatori.
Richieste, quelle fatte dall’onorevole Berlato, che riflettono sicuramente le preoccupazioni degli allevatori italiani che praticano l’alpeggio.
La risposta della commissione
A rispondere a nome della Commissione UE è stato l’On. Wojciechowski, Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, il quale ha sottolineato che:
“Il regolamento (UE) 2021/2115 concede agli Stati membri ampi margini di libertà sia nella progettazione dei regimi ecologici sia nel definire gli impegni in materia di ambiente e clima, in conformità alle disposizioni recate rispettivamente dagli articoli 31 e 70. Le scelte devono essere giustificate, con i dati pertinenti, nel piano strategico della politica agricola comune (PAC) sulla base dell’analisi dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e dei rischi (“analisi SWOT”) e delle necessità da soddisfare, previa consultazione con i partner. Per quanto riguarda i pagamenti che mirano a promuovere livelli più elevati di benessere degli animali, gli impegni degli agricoltori devono andare al di là delle norme minime stabilite dal diritto nazionale e dell’Unione“.
Il Commissario ha inoltre affermato che “sono state le autorità italiane a proporre nel piano strategico un ulteriore livello di impegno per gli allevatori che aderiscono volontariamente al regime ecologico “Eco-schema 1” e/o che assumono volontariamente gli impegni del “SRA030 – Benessere animale” e a definire le disposizioni e le prescrizioni pertinenti.”
Pertanto, “è responsabilità dello Stato membro definire il tipo di interventi e il livello d’impegno richiesti ai beneficiari per conseguire gli obiettivi stabiliti nel regolamento.”
La Commissione ha quindi invitato l’On. Berlato a rivolgersi direttamente alle autorità nazionali e regionali italiane responsabili del piano strategico della PAC per esprimere le sue preoccupazioni in merito alle disposizioni sulla stabulazione libera e sul ricovero adiacente.
Questa risposta indica che la Commissione Europea riconosce l’importanza del benessere animale e della diversità delle pratiche agricole, ma lascia agli Stati membri la responsabilità di definire le disposizioni specifiche per il raggiungimento degli obiettivi del regolamento. Resta da vedere come l’Italia gestirà le preoccupazioni sollevate dagli allevatori riguardo alla stabulazione libera e al ricovero adiacente, nell’ambito del Sistema di qualità nazionale per il benessere animale.
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