I risultati del monitoraggio nazionale del lupo in Italia effettuato da ISPRA, e pubblicati a maggio 2022, hanno confermato che negli ultimi decenni la specie si è espansa naturalmente in gran parte del territorio nazionale (leggi anche “Qual è l’impatto del lupo sulle attività zootecniche?“). Tutto questo, pur rappresentando un successo in termini di conservazione della specie ha creato non pochi problemi alle attività zootecniche, che fanno fatica a convivere con l’aumento della popolazione di questi animali.

Il ritorno del lupo in aree urbanizzate, come le Fiandre, sta suscitando preoccupazioni anche in altri paesi europei. Questo fenomeno ha infatti un impatto sul benessere degli animali nelle aree interessate.

Secondo Tom Vandenkendelaere (PPE) le misure di gestione e le deroghe previste dall’attuale quadro giuridico non affrontano sufficientemente questo problema. Per questo l’europarlamentare ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione europea (P-001214/2023).

Nella sua risposta alla risoluzione del Parlamento (P9_TA(2022)0423) sulla protezione dell’allevamento di bestiame e dei grandi carnivori in Europa, – ha affermato Vandenkendelaere – la Commissione ha dichiarato che nel 2023 effettuerà un’analisi approfondita di tutti i dati scientifici e tecnici disponibili e tutte le altre informazioni rilevanti, al fine di valutare se siano necessarie ulteriori misure, come l’adeguamento dello status di protezione del lupo sulla base del progresso tecnico e scientifico raggiunto.

In considerazione di questo, è stato chiesto alla Commissione europea:

  1. Quando è prevista l’analisi della Commissione?
  2. La Commissione intende modificare lo status di protezione del lupo in modo da rendere possibili ulteriori misure per la gestione del problema?
  3. La Commissione intende aggiornare gli orientamenti al fine di interpretare le norme attuali in modo più flessibile per consentire maggiori misure per la gestione e deroghe nelle regioni urbanizzate e frammentate in cui vi sono conflitti?

La risposta della Commissione

A rispondere a nome della Commissione UE è stato l’On. Virginijus Sinkevičius, Commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca.

In consultazione con il NADEG (gruppo di esperti sulle direttive sulla natura), – ha evidenziato Sinkevičius – la Commissione ha iniziato a lavorare all’analisi menzionata dall’onorevole parlamentare e intende completarla entro la fine del 2023.

La Commissione ha aggiornato i propri orientamenti sulle disposizioni in materia di protezione delle specie della Direttiva Habitat[1] a ottobre 2021[2]. In conformità con le interpretazioni giuridiche della Corte di giustizia dell’Unione europea, questo documento fornisce chiarimenti sulle disposizioni della direttiva, nonché informazioni, consigli e buone pratiche su come affrontare i conflitti tra specie rigorosamente protette e attività umane all’interno del quadro giuridico stabilito dalla direttiva, anche in relazione alle possibilità di deroghe e al controllo tramite abbattimento.

L’analisi di cui sopra – ha concluso Sinkevičius – aiuterà a valutare se siano necessarie ulteriori misure, anche per adeguare lo status di protezione delle specie di interesse comunitario sulla base del progresso tecnico e scientifico.

[1] Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche, GU L 206 del 22.7.1992, pag. 7‐50.
[2] https://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/species/guidance/index_en.htm