Partirà il 17 maggio da Duronia (CB) il cammino intrapreso da Valerio Berardo, insieme al suo gregge di capre, che si concluderà il 20 maggio sui pascoli estivi di Capracotta (IS), il Comune più alto del Molise, dove si trova anche il grande giardino della Flora Appenninica.

La Transumanza con le capre di Valerio’ è organizzata da “La Terra”, Associazione di Promozione Sociale, in collaborazione con il Comune di Capracotta ed il Dipartimento di Agricoltura, Ambiente ed Alimenti dell’Università degli Studi del Molise.

Il passaggio da Duronia a Capracotta avviene attraverso le antiche vie della transumanza. Nonostante una parte del sentiero sia ormai scomparsa, un’altra parte dell’antico cammino è ancora percorribile e permette di rivivere le antiche tradizioni pastorali che in Molise sono fortemente radicate.

Sono sempre di più gli appassionati e i curiosi che seguono questo cammino, dove a guidare il passo sono solo gli animali.

In Molise, la tradizione della transumanza è riconosciuta, tanto che nel 2019 il New York Times gli ha dedicato un lunghissimo articolo, edito dalla giornalista italo-americana Maria Russo, che ha seguito la storica transumanza della famiglia Colantuono, che sposta oltre 300 bovini fra San Marco in Lamis a Frosolone.

Valerio, nato a Roma da genitori molisani, è diventato allevatore per passione, ha scelto di dedicarsi alla zootecnia ‘di resistenza’, in un territorio che è naturalmente vocato per questo.

Come ha più volte sottolineato il Sindaco di Capracotta, i pascoli della zona sono stati attentamente valutati e si è potuto confermare la salubrità dell’area, e quindi anche dei prodotti che da quest’area provengono, in un ideale circolo virtuoso.

Le capre, con la loro azione di pascolamento, non solo mantengono i pascoli integri ma contribuiscono anche a mantenere vivi gli antichi passaggi della transumanza privandoli delle specie erbacee infestanti e consentendo invece la crescita e la diffusione di quelle più adatte al pascolo.

La transumanza diventa quindi un modo per riqualificare aree inerme sempre a rischio spopolamento dove uomo e natura possono integrarsi in modo armonico e sviluppare ulteriormente il patrimonio socio-culturale già esistente.

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