Origine e diffusione

La Bruna allevata in Italia rappresenta il ceppo italiano della razza Bruna Alpina, nato dagli incroci con i bovini elvetici, austriaci e bavaresi, e con la razza americana Brown Swiss. La Bruna è una razza rustica che si adatta perfettamente al pascolo (la maggior parte degli allevamenti è infatti situata in zone di montagna e collina) ma è allevata in quasi tutta l’Italia, comprese le isole.

Ma scopriamo qualcosa in più sulla storia della Bruna Alpina. Questa razza, originaria della Svizzera, è stata selezionata nell’anno 1000 d.C. dai monaci Benedettini nel cantone di Schwzy e nasce come una razza a triplice attitudine: latte, carne e lavoro. La Bruna Alpina è stata introdotta in Italia dal XVI secolo e la sua diffusione ha interessato tutta la Penisola. Oggi viene allevata solo in Svizzera, Austria e Trentino Alto-Adige (in un numero limitato di capi, non classificabile). Negli anni intorno al 1950 la Bruna Alpina rappresentava la più numerosa razza bovina da latte allevata in Italia, ma la selezione genetica ha dovuto rispondere alla forte necessità degli allevatori, in termini di profitto e commercio, di avere capi con una più precisa specializzazione lattifera; per questo la razza Frisona ha avuto “la meglio” nel tempo, per esempio sostituendo la Bruna negli allevamenti della Pianura Padana. Inoltre, in passato, alla Bruna Alpina venivano attribuite tre carenze: una bassa precocità, la scarsa produzione al primo parto e l’assenza di riproduttori maschi che trasmettessero costantemente l’attitudine lattifera. Quindi la Bruna Alpina “originale”, più rustica ed adattabile all’alpeggio ma meno lattifera, venne insanguata con la razza Brown Swiss degli Stati Uniti, diventando una razza specializzata nella produzione di latte. Dal 1981 la Bruna Alpina viene chiamata con il nome di Bruna Italiana.

Associazione allevatori

Nel 1957 è stata fondata l’Associazione Nazionale Allevatori di Razza Bruna Italiana (A.N.A.R.B), con sede a Bussolengo (VR). È l’organismo incaricato da parte dello Stato alla gestione del miglioramento genetico della razza e detiene il rispettivo Libro Genealogico Nazionale.

Consistenza

Patrimonio mondiale: 10.000.000 capi.

Italia: 500.000 capi.

Capi iscritti al Libro Genealogico: 160.000.

Attitudini

Produzione di latte

La Bruna italiana può produrre notevoli quantità di latte, con ottime rese alla caseificazione. L’A.N.A.R.B. indica una produzione media di latte per lattazione di 7.425 kg (l’incremento produttivo della razza da oltre un decennio è sull’ordine di +100 kg di latte all’anno). Il latte è composto dal 3,59% di proteina e dal 4,05% di grasso. Sulla base delle statistiche pubblicate dall’associazione, i 20 migliori allevatori della Bruna non solo hanno produzioni medie di oltre 11.000 kg, ma anche una percentuale media di proteina che si eleva a quota 3,79%. Inoltre, la presenza della variante B della K-Caseina è del 60%. La vacca Bruna italiana viene inserita in molti allevamenti ad alta produzione lattifera per poter ritoccare, in senso positivo, la percentuale di proteina nel latte di massa.

Produzione di carne

La razza presenta una discreta attitudine alla produzione di carne, di qualità e con buone rese al macello. La carne è ottenuta dai riproduttori a fine carriera, vitello a carne bianca (macellato a 5-6 mesi di età e 2.5 ql di peso), vitellone leggero (ceppo B.S. macellato a 12 mesi di età e 4 ql di peso), vitellone pesante (a 14-16 mesi di età e 5 ql) e meticci.

Caratteristiche morfologiche

Il colore del mantello è bruno uniforme o variabile dal sorcino al castano (chiaro nelle femmine, più scuro nei maschi), a volte vi sono macchie bianche nel ventre o piccole nel corpo, la cute nera, la tipica orlatura bianca attorno al musello di colore nero ardesia, gli arti lunghi, sottili ma robusti, i piedi forti (non a caso si adatta bene al pascolo) e la testa lunga e sottile. Le corna sono fini e bianche alla base e nere in punta. Il vitello alla nascita possiede un mantello grigio fino all’età di 3 mesi.

Femmine: la cute della mammella è rosea, non pigmentata. Il peso medio in età adulta varia tra  500 e 700 kg. L’altezza al garrese è di 140 cm. In generale, la mammella è voluminosa e ben attaccata, sporgente dalle natiche e con vene mammarie ed addominali ben evidenti.

Maschi: l’altezza al garrese è di 150 cm. Il peso medio in età adulta è di circa 1000 kg. I maschi devono essere riproduttori in grado di migliorare le generazioni future.

Miglioramento genetico

La selezione dei bovini di razza Bruna ha come obbiettivo la produzione di soggetti di buona mole, con struttura e costituzione solida, corretta conformazione, precoci per lo sviluppo e per la produttività, fecondi e longevi, di buona nevrilità, con attitudine ad elevate e costanti produzioni di latte ad alto titolo di grasso e di proteine, dotati d’alto potere di assimilazione per lo sfruttamento di tutti i foraggi aziendali. Grazie al miglioramenti genetico perseguito in Italia da A.N.A.R.B è cresciuto l’interesse degli altri Paesi dell’Unione europea, dell’Est europeo e dei Paesi del Bacino mediterraneo. Anche gli Stati Uniti d’America, dai quali è partita la matrice di miglioramento di tutta la Bruna europea, ovvero la Brown Swiss, richiedono capi italiani per i loro allevamenti.

Ad Aprile 2020 il Programma genetico di A.N.A.R.B. è stato approvato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali in applicazione del DLgs 52/2018 con il decreto (12520 del 08/04/2020), poiché risponde alle finalità di conservazione e di miglioramento genetico delle razze ed è in linea con la normativa in vigore.

Indice di selezione genetica

L’indice genetico utilizzato per la razza Bruna è chiamato Indice Totale Economico (ITE) e stima il valore globale dell’animale (maschio o femmina). L’indice di selezione si basa sull’analisi degli obbiettivi di razza, dei legami genetici esistenti tra i caratteri (correlazioni genetiche) e dell’importanza economica di ogni carattere. I valori attualmente in uso nella formula dell’ITE sono: Proteina (kg e %), Longevità funzionale, Velocità di mungitura, forza delle pastoie, cellule somatiche punteggio finale. Il carattere di maggior importanza è “kg di proteina”, seguito dalla “longevità funzionale”, in coda la forza delle pastoie. L’indice “kg di proteina” è rivalutato del 5% se l’animale ha un genotipo per la k-caseina di tipo BB, che è il genotipo più favorevole nella caseificazione. Per gli animali con genotipo AB si ha una rivalutazione del 2,5% dell’indice “kg di proteina”, mentre per gli animali con il genotipo meno favorevole (AA) non viene eseguita nessuna modifica.

Nel mese di aprile 2020 è stato applicato un piccolo adeguamento tecnico alla formula dell’ITE per applicare più accuratamente gli indirizzi selettivi decisi dalla CTC. In termini assoluti, le variazioni di ITE sono minime per le vacche e passano inosservate nei tori.

 

Bibliografia

“Zootecnia applicata, tecniche allevamento alimentazione selezione SPECIE E RAZZE ANIMALI D’INTERESSE ECONOMICO Bovini e Bufali”, di Dialma Balasimi – Calderini edagricole.

Sitografia

www.anarb.it