Origine

La razza Capra dell’Aspromonte è una razza autoctona dell’aspro massiccio e in particolare dell’area grecanica, ascrivibile al gruppo delle capre europee di ceppo mediterraneo. Dalla bibliografia dei primi del ‘900 si conferma l’introduzione in Calabria di numerose razze caprine tra le quali la Maltese, un tipo ‘del Tibet’ dal lungo pelo sericeo e la Capra dell’Abissinia, non si esclude che alcune caratteristiche morfologiche attuali della razza possano essere state influenzate da tali gruppi etnici (De Nardo F., 2005).

È presente e allevata in tutta la provincia di Reggio Calabria, in particolare nell’area dell’Aspromonte, dello Zomaro e nella fascia ionica della stessa provincia. L’allevamento di questa razza rustica nelle zone interne e montane, riveste un ruolo fondamentale nella tutela dell’ambiente e del paesaggio, oltre ad essere una fonte economica e di sostentamento per queste aree marginali.

La tipologia di allevamento è di tipo semi-brado estensivo con utilizzazione diretta dei pascoli naturali di montagna per tutto l’anno, con una integrazione di fieno e cereali, in inverno, quando necessario. In qualche zona è ancora praticata la transumanza e gli animali tenuti alle quote più elevate scendono in zone più favorevoli in inverno.

Il colore del mantello è alquanto eterogeneo: dominano il rosso e il nero, con sfumature e pezzature varie. Il pelo è lungo e liscio, fluente su tutto il corpo; presenta in ambo i sessi un sottopelo pregiato di tipo kashmir.

Le norme tecniche e lo Standard della razza sono orientati a migliorare le caratteristiche morfologiche attraverso l’azione del Corpo degli esperti, per eliminare dalla riproduzione i soggetti in presenza di difetti o con tare che ne precludano l’iscrizione al Registro.

Consistenza e diffusione

In Calabria i capi iscritti al Registro anagrafico sono 10.549 su un totale di 12.731 capi aziendali, distribuiti in 108 aziende ricadenti nella quasi totalità nella provincia di Reggio Calabria. La distribuzione degli allevamenti e dei capi iscritti è in tabella:

Caratteri Morfologici

Mantello e cute. Il mantello è eterogeneo, dominano rosso e nero con sfumature e pezzature varie. Il pelo è lungo e liscio, fluente su tutto il corpo e presenta in ambo i sessi un sottopelo pregiato di tipo kashmir. La pelle è sottile, pigmentata dello stesso colore e tonalità del mantello.

Testa. La testa è più piccola nelle femmine che nei maschi e ha profilo fronto-nasale rettilineo. Le orecchie sono di medie dimensioni, con portamento orizzontale o eretto. Una modesta percentuale di soggetti, in ambo i sessi, presentano orecchie cortissime o cenni di orecchie. Le caratteristiche corna a forma di lira aperta, più sviluppate nei maschi, sono generalmente presenti in ambo i sessi.

Collo. Leggero nelle femmine e più robusto nei maschi, di media lunghezza, ben attaccato.

Tronco. Il torace e l’addome sono mediamente ampi, la regione dorso-lombare è rettilinea, la groppa è mediocremente sviluppata e spiovente. La borsa scrotale è ampia con capezzoli grandi e sviluppati. Apparato mammario ben attaccato all’addome. Mammelle del tipo pecorino, raramente piriformi, con capezzoli di media dimensione.

Arti. Leggeri nelle femmine, più robusti nei maschi, lunghi, con unghielli scuri, solidi e compatti, di colore ardesia.

Caratteri produttivi  

La Capra dell’Aspromonte è considerata una razza a duplice attitudine, quindi allevata per la carne ed il suo latte. La quantità di latte nelle pluripare è intorno ai 220 litri in 210 giorni, prevalentemente trasformato in prodotti caseari tradizionali come il Canestrato d’Aspromonte, il Caprino dell’Aspromonte, il Caprino della Limina, il Musulupu, la Cacioricotta, la Giuncata di capra, il Formaggio di capra, i formaggi misti come il Caciocavallo di Ciminà, il Canestrato, il Pecorino con il pepe, la Caciotta e le varie ricotte fresche, infornate, salate e affumicate.

Caratteristiche del latte: 3,95% grasso – 3,57% proteina

I capretti alla nascita pesano 3 kg circa, vengono macellati a 30 giorni con un peso medio di 9 kg . Un parto all’anno con nascite in inverno e primavera. Molto apprezzata è la carne dei soggetti adulti nei comprensori della provincia di Reggio Calabria.

Fertilità. Intesa come capre partorite su capre alla monta è intorno a 0,98.

Prolificità. Intesa come capretti nati su capre partorite è intorno a 160

Fecondità. Capretti nati su capre alla monta è 148 (=0,98×160)

L’età media al primo parto e di 15 mesi.

Sistema di allevamento 

Il pascolo avviene in ambienti piuttosto diversi ma generalmente marginali. L’alimentazione è basata quasi esclusivamente sul pascolo. Negli allevamenti abbinati ai caprini vengono riservati i terreni più marginali con pascoli peggiori rendendo ancora più problematico l’allevamento. Questa razza valorizza le aree marginali ma godono di scarsa attenzione. Viene allevata in medi e grandi allevamenti di tipo semi brado ed estensivo.

Prospettive e diffusione 

La forte competitività di nuove tecnologie d’allevamento lascia sempre minore spazio ai sistemi produttivi basati sull’utilizzo estensivo del territorio da parte di razze rustiche a meno che questi sappiano reagire puntando ad un maggiore riconoscimento delle proprie produzioni, contribuendo alla conservazione di un importante patrimonio di biodiversità e al mantenimento di una intensa realtà socio-economica nelle diverse aree di allevamento.

Azione di miglioramento 

Miglioramento della produzione di latte, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, e dell’attitudine ai parti plurimi; miglioramento delle caratteristiche delle carcasse, miglioramento della qualità della bra del sottopelo, mantenimento delle doti di rusticità e frugalità, allo scopo di valorizzare l’area montana di allevamento. L’attività sui riproduttori segue il Disciplinare e lo Standard della razza finalizzati al miglioramento delle caratteristiche somatiche dei capi in riproduzione. Le azioni sono mirate al mantenimento della biodiversità, alla registrazione delle anagrafiche e delle genealogie per governare la consanguineità.

Curiosità 

Ai differenti tipi di mantelli vengono attribuiti nomi particolari come càpula (con cintatura bianca), jèrina o jèràna (pezzata di due colori), ròmana (mezza bianca e mezza nera), mùrina (muso bianco), xèdela (capra nera con ventre rosso o striato di bianco o bruno), làna (capra nera con pezzature rosse), ròdina (capra di pelo rossastro). Esistono inoltre una serie di mantelli variamente colorati, con colore rosso alla base. Detti mantelli hanno come presso i termini ruso- o riso- e sono: rusofèlina (capra con manto di due colori), rusolàna (capra con manto grigio e rossastro), risocàpula o rusocàpula (capra striata di rosso), risocàstina o rusocàstina (capra di un bruno rossastro), risofàvara o rusofàvara (capra di manto pezzato), risojèrina o rusojèrina (capra di manto bianco e rossastro), risolìvina o rusolìvina (capra di manto grigio con macchie rossastre), risomùrina rusomùrina (capra di manto rossastro con muso bianco), risopetròla o rusopetròla (capra di diversi colori con macchie rossastre), risosàgripa o rusosàgripa (capra di manto nero con muso bianco e pezzato rosso). Pelo lungo e liscio nelle femmine, leggermente più ruvido nei maschi. Presenza in ambo i sessi di un sottopelo di tipo cashmere o kashmir.

Autore

Associazione Nazionale della Pastorizia via XXIV Maggio,44 – Roma

Contatti: Asso.Na.Pa., ARA Calabria (dr. Floro de Nardo)