Origine e diffusione

La razza Marchigiana è di origine meticcia, infatti è stata riconosciuta come entità etnica solo in epoca recente. I bovini marchigiani derivano dall’incrocio tra il bovino Podolico autoctono ed il “Bovino dalle grandi corna” asiatico, giunto in Italia nel VI secolo d.C. con le invasioni barbariche, e venivano impiegati solo come razza da lavoro. Nella seconda metà del XIX secolo gli allevatori della Marchigiana decisero di migliorare il ceppo originario incrociando le loro vacche con i tori di razza Chianina per ottenere animali con una maggiore attitudine al lavoro e anche alla produzione di carne. Da questi incroci nacquero bovini aventi migliore muscolosità, mantello più bianco, testa più leggera e corna più corte e che, date queste caratteristiche, venivano chiamati “cornetti”. L’aumento di statura rese però i buoi inadatti al lavoro; per questo all’inizio del XX secolo vennero effettuati ulteriori incroci con i tori di razza Romagnola per ridurre la statura e migliorare la conformazione della razza. Questi numerosi incrocio resero però i bovini marchigiani una popolazione più che una vera razza: dal 1928 venne quindi vietato ogni tipo di incrocio ed iniziò ufficialmente la selezione della Marchigiana che da razza “da lavoro” diventò una razza “da carne”. Inoltre, i bovini marchigiani sono caratterizzati da un’elevata rusticità ed un’ottima attitudine al pascolo, adattandosi perciò ad ogni tipo di allevamento, anche in ambienti difficili.

La razza Marchigiana è diffusa quasi in tutta l’Italia, maggiormente nelle regioni Marche, Lazio, Abruzzo e Campania. Dagli anni ’70 questa razza viene esportata in vari paesi, tra i quali Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, Gran Bretagna, Australia. Oggi anche i Paesi del Nord Europa sono interessati alla Marchigiana, soprattutto l’Olanda.

Associazione allevatori

Nel 1957 è stata fondata l’Associazione Nazionale Allevatori Bovini da Carne (ANABIC) con sede a S. Martino in Colle (PG), che promuove il miglioramento genetico, valorizza e diffonde le razze bovine autoctone italiane (Marchigiana, Chianina, Romagnola, Maremmana e Podolica) e detiene il Libro Genealogico Nazionale unico delle Razze Bovine Italiane da Carne, il cui Regolamento fu approvato nel 1969. L’associazione partecipa anche alle iniziative di carattere promozionale e divulgative, collabora ai programmi di ricerca degli Organismi statali competenti ed Università e fornisce l’assistenza tecnica agli operatori stranieri interessati ad allevare le Razze Italiane.

Consistenza*

Il totale dei bovini marchigiani allevati in Italia è di 51372 capi. Le regioni in cui sono presenti la maggior parte dei capi allevati sono: Marche: 18773; Campania: 9971; Abruzzo: 9821; Lazio: 6192.

Attitudine

Produzione di carne

La carne è di ottima qualità: rosata, tenera, a grana fine, con il giusto grado d’infiltrazione di grasso, contiene molte proteine e possiede bassi livelli di colesterolo. La Marchigiana vanta del riconoscimento IGP per la carne bovina in Italia con la denominazione “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” e possiede il marchio 5R. Il vitellone è il bovino adulto macellato all’età compresa tra 12 e 24 mesi.

La produzione di latte è sufficiente solo per il vitello.

Caratteristiche morfologiche

La Marchigiana è caratterizzata da un notevole sviluppo somatico, muscolare e del treno posteriore. Il mantello è bianco e la pigmentazione della cute e delle mucose è nera e ben marcata; queste caratteristiche assicurano alla razza la nota resistenza alle irradiazioni solari. La testa è leggera, con profilo rettilineo, e le corna sono brevi (è consentita la decornificazione). La cute è fine e la giogaia ed il pisciolare sono leggeri, a tutto vantaggio del valore commerciale dell’animale da macello oltre che della funzione termoregolatrice. Il tronco è lungo e cilindrico, con ottimo sviluppo delle masse muscolari, particolarmente nella natica e nella coscia. Gli eventuali peli rossi sul sincipite indicano l’espressione discontinua di geni presenti nel patrimonio genetico della razza e, insieme alla coda di colore grigio ed alla depigmentazione parziale delle mucose orali, sono caratteristiche tollerate in soggetti in possesso di requisiti morfo-funzionali pregevoli. La Marchigiana è una razza precoce e la sua capacità di accrescimento è eccellente: in alcuni esemplari sono stati infatti raggiunti i 2 kg di accrescimento medio giornaliero.

Il vitello alla nascita pesa in media 45 kg ed ha il mantello fromentino che diventa bianco dal terzo mese di età.

Femmine: hanno un’ottima attitudine materna. Il peso varia dai 700 ai 900 kg. Presentano un’elevata percentuale di parti gemellari.

Maschi: il mantello presenta sfumature grigie nella parte anteriore del corpo. Il peso varia dai 1200 ai 1500 kg.

Ipertrofia Muscolare

L’ipertrofia muscolare nei bovini è causata dalle mutazioni della miostatina o fattore di crescita e differenziazione 8 (GDF8) e si riscontra in molte razze da carne, tra cui la Marchigiana (individuata per la prima volta nel 1993 nelle Marche). Il termine utilizzato per definire questo fenomeno genetico nei bovini è “Doppia groppa”, in quanto porta l’animale ad avere una muscolatura ipersviluppata. Infatti, i muscoli della doppia groppa risultano grandi perché è presente una grande quantità di cellule muscolari. Non si tratta quindi di soggetti geneticamente modificati ma spontaneamente mutati. I vitelli portatori della mutazione allo stato omozigote presentano alla nascita una serie di problemi, quali macroglossia con difficoltà di suzione e problemi a carico dell’apparato cardiovascolare, ma hanno paradossalmente un eccellente sviluppo delle masse muscolari con carni povere di grassi e molto tenere.

È stato avviato sulla Marchigiana un progetto sperimentale che prevede la costituzione di un nucleo di soggetti ipertrofici e successiva valutazione delle loro performance produttive e riproduttive per poter allevare questo nuovo tipo genetico.

Miglioramento genetico

Nelle aziende zootecniche che allevano Marchigiana vengono rilevati i dati di facilità di parto, accrescimento e muscolosità dei giovani al fine di calcolare indici di valutazione genetica dei riproduttori. Il miglioramento genetico si concentra soprattutto sui maschi, i quali attraverso l’inseminazione artificiale sono in grado di avere un gran numero di figli durante la loro vita rispetto alle femmine. La selezione dei bovini di razza Marchigiana ha lo scopo di produrre soggetti con spiccata attitudine alla produzione della carne (notevole velocità di accrescimento, precocità e resa alla macellazione) con ottime caratteristiche bromatologiche ed organolettiche, salvaguardando la capacità di adattamento a sistemi di allevamento pascolativo e la buona attitudine materna. Nell’ultimo decennio nella Marchigiana è stata anticipata l’età al primo parto di circa 60 giorni e l’interparto medio è diminuito di oltre 30 giorni.

Indici di selezione genetica

Indice selezione toro

L’Indice di selezione toro (I.S.T.) deriva dalla combinazione di due indici genetici: accrescimento e muscolosità. L’I.S.T. esprime la capacità del toro di crescere velocemente, di produrre tessuto muscolare, di fornire maggiori rese in carne, di conseguire un buono sviluppo generale e di avere una prole che soddisfi le esigenze del mercato. Il sistema di indicizzazione è basato su una procedura BLUP – Animal Model. L’indice di accrescimento comprende a sua volta due fasi e due relativi indici: dalla nascita all’inizio della prova (azienda di origine, numero ordine di parto, gruppo di performance) e durante la prova di performance (azienda di origine, gruppo di performance). I due indici così ottenuti sono combinati (0.3 Indice di Accrescimento Pre-performance e 0.7 Indice di Accrescimento in Performance). La muscolosità viene rilevata dalla media delle valutazioni lineari a fine prova performance da parte di tre esperti nazionali di razza e dipende dal gruppo di performance e dall’esperto. E’ inoltre considerata l’età alla fine del periodo come covariata di secondo grado. Si ottiene così l’indice genetico di muscolosità.

Indice di Morfologia

Il calcolo dell’Indice di Morfologia (I.M.) parte dalle informazioni raccolte dagli esperti di razza e riportate sulla scheda lineare. La scheda lineare consta di 27 caratteri, 4 voci sintetiche e 1 punteggio finale. I 27 caratteri sono così ripartiti: 8 caratteri di muscolosità, 7 caratteri di dimensioni, 8 caratteri di arti e struttura, 2 finezza e 2 caratteri riproduttivi. Per rendere più semplice la gestione dei 27 caratteri è stato deciso di raggruppare una parte di quelli più significativi (18) secondo una procedura chiamata di “fattorizzazione”. Sono stati generati 4 nuovi fattoriali chiamati muscolosità, dimensioni, finezza ed arti, per i quali è stato calcolato un indice genetico utilizzandoli per il calcolo dell’Indice di Morfologia, dei coefficienti di peso diverso per ogni razza. Di seguito, è riportata la formula del coefficiente di calcolo per la razza Marchigiana:

0.4*MUSC. + 0.3*DIM. + 0.2*FIN. + 0.1*ARTI

Dove:
MUSC.= Indice di muscolosità
DIM. = Indice di dimensioni
FIN. = Indice di finezza
ARTI = Indice arti

Indice di Selezione Vacca

L’Indice Selezione Vacca (I.S.V.) è utile per migliorare l’operatività e l’applicazione dello schema di selezione dell’allevamento poiché la base produttiva delle razze bovine è costituita dalle fattrici che forniscono la metà del patrimonio genetico delle nuove generazioni. Viene utilizzato per le femmine nate dal 1/1/2001, madri di toro. L’I.S.V. è composto dagli indici genetici I.S.T. (indice selezione toro) e IM (indice di morfologia), sul quale incidono rispettivamente per il 50%. L’ I.S.T. è legato fortemente la scelta delle fattrici alla selezione operate in performance, mentre L’IM consente di tener conto della morfologia dell’animale che, come sappiamo, influenzano le potenzialità produttive, riproduttive e di longevità delle fattrici. Di seguito è riportata la formula dell’I.S.V.:

ISV = 0.5*IST + 0.5*IM

Tuttavia, per aumentare l’efficacia del progresso genetico, è necessario agire anche sulle femmine, ed in particolare sulle madri di toro.

 

* (dati ANABIC aggiornati al 31/12/2019): sono inclusi sia gli animali iscritti ai Registri Principali Vacche e Tori, che hanno almeno due generazioni di ascendenti note (definiti dalla normativa comunitaria “di razza pura”), sia quelli iscritti al Registro Supplementare Vacche ed al Registro del Giovane Bestiame, che, pur appartenendo alla razza ed essendo iscritti al Libro, non possiedono una genealogia completa fino alla seconda generazione.

Bibliografia:

“Zootecnia applicata, tecniche allevamento alimentazione selezione SPECIE E RAZZE ANIMALI D’INTERESSE ECONOMICO Bovini e Bufali”, di Dialma Balasimi – Calderini edagricole.

Sitografia: