Un maggior consumo di yogurt è associato ad una diminuzione della pressione sanguigna nei soggetti ipertesi: sono questi i risultati trasversali dello Studio longitudinale Maine-Syracuse.

Le malattie cardiovascolari (CVD) sono la principale causa di morte in tutto il Mondo (WHO, 2014). Con l’invecchiamento della popolazione, si prevede che l’incidenza di CVD aumenterà. Per ridurre il costo delle CVD, l’attenzione è rivolta agli interventi a lungo termine mirati ai fattori di rischio modificabili. L’ipertensione arteriosa è il principale fattore di rischio modificabile per CVD (WHO, 2011). Recenti indagini forniscono prove convincenti dell’associazione tra assunzione globale di latticini e diminuzione del rischio di pressione sanguigna elevata, CVD e mortalità per CVD.

I latticini contengono una serie di micronutrienti, tra cui calcio, magnesio e potassio, che sono coinvolti nella regolazione della pressione sanguigna. Inoltre, i latticini fermentati probiotici, come lo yogurt, contengono batteri che portano al rilascio enzimatico di peptidi antipertensivi. Pertanto, lo yogurt può apportare un beneficio cardiovascolare maggiore rispetto ai latticini non fermentati. Una meta-analisi di studi clinici a breve termine ha riportato che i prodotti a base di latte fermentato contenenti probiotici erano associati ad una riduzione di 3 mmHg della pressione arteriosa sistolica e di 1 mmHg della pressione arteriosa diastolica rispetto ad un gruppo di riferimento basato sul latte. La meta-analisi ha anche rilevato che l’associazione era marginalmente maggiore negli individui ipertesi. Un’indagine di Buendia et al. (2018a), che ha impiegato la coorte del Nurses’ Health Study, ha riportato un’associazione tra il consumo di yogurt e il rischio di infarto miocardico nelle persone ipertese. Gli autori hanno osservato che gli individui ipertesi che consumavano 2 porzioni di yogurt alla settimana avevano un rischio inferiore del 17-21% di sviluppare CVD rispetto a quelli che consumavano meno di 1 porzione di yogurt al mese. Tuttavia, il Nurses Health Study si è basato sull’autovalutazione dell’ipertensione e non ha incluso i risultati relativi alla pressione arteriosa. Non è quindi noto se i miglioramenti della pressione arteriosa siano stati responsabili della riduzione del rischio di CVD. Inoltre, lo studio non ha incluso un gruppo di riferimento di individui con pressione sanguigna normale. Pertanto, non è chiaro se lo yogurt sia stato benefico specificamente per gli individui ipertesi o se lo yogurt possa essere utile indipendentemente dal processo patologico.

In un altro studio, Buendia et al. (2018b) hanno anche riferito che un maggiore consumo di latticini, specialmente sotto forma di yogurt, era associato a un minor rischio di nuovi casi di ipertensione (ipertensione incidente). Sebbene si tratti di un importante studio longitudinale, gli autori, come nel primo studio (Buendia et al., 2018a) hanno utilizzato l’autovalutazione dell’ipertensione (Buendia et al., 2018b).

Questa ricerca pubblicata sull’International Dairy Journal ha ampliare questi risultati sul potenziale beneficio del consumo abituale di yogurt esaminando l’associazione tra l’assunzione di yogurt e i parametri della pressione sanguigna sia negli individui ipertesi che in quelli non ipertesi. Per ampliare i risultati dell’indagine The Nurses’ Health Study (Buendia et al., 2018a, b) sono state utilizzate misurazioni oggettive della pressione sanguigna e dell’ipertensione.

Come oggetto di ricerca secondario, è stato valutato se il consumo di yogurt fosse associato ad altri indicatori di salute cardiovascolare, come ipertrigliceridemia, bassi livelli di colesterolo HDL, indice di massa corporea e glicemia elevata a digiuno. Sulla base di studi condotti in precedenza sul consumo di latticini fermentati e sugli esiti cardiovascolari (Buendia et al., 2018a, b; Dong et al., 2013), è stato ipotizzato che il consumo di yogurt sarebbe inversamente associato alla pressione sanguigna negli individui ipertesi ma non in quelli non ipertesi. E’ stato presupposto che l’intervallo ristretto dei valori della pressione sanguigna negli individui non ipertesi difficilmente cambierebbe in funzione del consumo di yogurt. Sono state condotte analisi trasversali su 915 adulti residenti in comunità dal Maine-Syracuse Longitudinal Study. Il consumo abituale di yogurt è stato misurato utilizzando un questionario sulla frequenza alimentare. Gli esiti primari erano la pressione arteriosa sistolica (SBP), la pressione arteriosa diastolica (DBP), la pressione arteriosa media (MAP) e la pressione del polso. Gli esiti secondari includevano BMI (kg m-2), colesterolo totale (mg dL-1), glucosio (mg dL-1), HDL (mg dL-1), LDL (mg dL-1), trigliceridi (mg dL-1) e omocisteina plasmatica (μmol L-1). Le analisi di regressione multivariata hanno rivelato significative associazioni inverse tra yogurt e SBP (p <0,05) e MAP (p <0,05) nei partecipanti ipertesi (n = 564) ma non in quelli non-ipertesi (n = 351).

I futuri studi osservazionali e di intervento dovrebbero continuare a concentrarsi sulle persone a rischio per esaminare i potenziali benefici dello yogurt.

Tratto da: “Higher yogurt intake is associated with lower blood pressure in hypertensive individuals: Cross-sectional findings from the Maine-Syracuse longitudinal study” di Alexandra T. Wade, Benjamin A. Guenther, Fayeza S. Ahmed, Merrill F. Elias. International Dairy Journal. https://doi.org/10.1016/j.idairyj.2021.105159