Afta Epizootica: la situazione in Europa resta stabile ma sotto stretto controllo

L’ultimo focolaio di afta epizootica in Europa risale al 17 aprile in Ungheria. La situazione resta stabile, ma continuano i controlli rafforzati alle frontiere italiane per prevenire la diffusione del virus

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7 Maggio, 2025

A quasi tre settimane dall’ultimo focolaio notificato in Ungheria, la situazione epidemiologica dell’afta epizootica in Europa non presenta novità sostanziali, ma continua a richiedere il massimo livello di attenzione da parte delle autorità sanitarie e degli operatori del settore zootecnico.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, nel suo aggiornamento del 5 maggio, conferma che l’ultimo episodio risale al 17 aprile scorso, portando a 11 il totale complessivo dei focolai registrati finora: 5 in Ungheria e 6 in Slovacchia.

La risposta nei territori colpiti

In entrambi i paesi sono state attivate tempestivamente le campagne di vaccinazione d’emergenza, seguite dall’abbattimento dei capi infetti e/o a rischio — 8.422 in Ungheria e 8.344 in Slovacchia — e dalla disinfezione preliminare degli allevamenti. In Slovacchia i sei focolai risultano ancora in corso, ma tutti sottoposti alle misure sanitarie previste dal protocollo europeo.

La Germania, dopo aver registrato un periodo di sorveglianza privo di nuovi casi, ha riottenuto in data 14 aprile lo status di paese indenne senza vaccinazione, a conferma dell’efficacia delle misure adottate.

Rafforzamento dei controlli ai confini italiani

Contestualmente, anche l’Italia ha continuato ad applicare stringenti misure di biosicurezza per contenere il rischio di introduzione del virus nel proprio territorio. Come comunicato dal Dipartimento per la salute umana, la salute animale e l’ecosistema del Ministero della Salute, sono ufficialmente terminate il 27 aprile le operazioni straordinarie di disinfezione degli automezzi in ingresso da Slovacchia e Ungheria nei valichi del Friuli-Venezia Giulia (Fernetti – Trieste e Sant’Andrea – Gorizia).

L’intervento, iniziato con nota del 15 aprile, ha visto il coinvolgimento della Regione Friuli-Venezia Giulia, del Ministero della Difesa, del Ministero dell’Interno, dell’Esercito e delle Forze di Polizia, insieme agli UVAC e alle ASL competenti per il controllo sanitario sugli animali in ingresso.

Le autorità italiane ribadiscono l’importanza di mantenere alta l’attenzione, segnalare prontamente eventuali sintomi sospetti (come lesioni epiteliali su lingua, labbra, zoccoli o mammelle, febbre, scialorrea) e rispettare rigorosamente le normative sulle movimentazioni di animali sensibili.

Come sottolineato dal Direttore Generale della DGSAF, Giovanni Filippi, la collaborazione tra istituzioni, enti territoriali e operatori resta essenziale per prevenire una possibile diffusione transfrontaliera del virus.

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