Asse Italia-Romania: smascherata la “banda dei trattori”

Un'importante operazione internazionale che ha permesso di recuperare decine di mezzi agricoli e trattori per un valore di oltre 1,6 milioni di euro

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8 Maggio, 2025

Il tema del furto dei mezzi agricoli è da sempre estremamente sentito dalle aziende, anche in considerazione dell’ingente danno economico che porta con sé.

Già nel 2018 l’Unacma, l’Unione Nazionale dei Commercianti di Macchine Agricole, denunciava l’urgenza di risolvere questo fenomeno che, seppur registrando una riduzione di circa il 30% rispetto ai precedenti cinque anni (passando dagli oltre 13mila mezzi del 2013 ai 9.114 del 2017), evidenziava un incremento in termini di valore della refurtiva.  All’epoca si indicavano Puglia e Sicilia come le regioni maggiormente colpite, e, sempre Unacma, individuava come responsabili delle vere e proprie organizzazioni criminali che avrebbero rivenduto le macchine soprattutto nei Paesi Balcanici e Caucasici.

A distanza di circa 7 anni tale ipotesi è stata confermata da un’operazione congiunta messa in atto dalle Forze dell’ordine italiane e della Romania, che ha portato all’arresto di otto persone nella provincia rumena di Iasi, vicina al confine con la Moldavia, e ha permesso di recuperare decine di mezzi agricoli, tra cui trattori, e industriali oggetto di furti tra Lombardia e Veneto, soprattutto nelle province di Milano, Brescia e Venezia, per un valore stimato di oltre 1,6 milioni di euro.

“Un risultato importante – ha dichiarato in un comunicato stampa ufficiale l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi – che premia la collaborazione internazionale. E che dimostra come il fenomeno dei furti di trattori e mezzi agricoli non sia più solo un’emergenza locale, ma parte di un sistema criminale organizzato su scala europea”.

Le modalità di azione delle cosiddette “bande dei trattori” sono di tipo paramilitare, e prevedono di agire a seguito di precisi mandati e trasferendo velocemente i mezzi all’estero grazie ad un’organizzazione logistica ben collaudata. Secondo le indagini, tutti i beni rubati, venivano caricati su un automezzo con targa slovena e portati a circa 100 km dal luogo in cui erano stati sottratti. Successivamente venivano caricati su dei veicoli gommati regolari e trasferiti con documenti che riportavano dati tecnici difformi da quelli del mezzo. Le Forze dell’ordine hanno documentato almeno otto di questi trasporti tra luglio 2024 e febbraio 2025.

 

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