Nell’uomo il fenomeno dell’antropomorfismo animale, l’attribuzione di caratteristiche e qualità umane agli animali, ha da sempre generato opinioni contrastanti: c’è chi lo ritiene congruo attribuendo all’uomo il potere di agire nei confronti degli altri animali in quanto egli è il solo dotato di un’intelligenza superiore e c’è, di contro, chi lo ritiene sbagliato poiché un’eccessiva umanizzazione potrebbe comprometterne lo stato di natura e libertà. Nell’ambito degli allevamenti infatti l’uomo opera secondo canoni e parametri afferenti alla sua condizione e valutazione etica. Tutto questo al giorno d’oggi ci pone degli interrogativi e ci fa domandare se sia giusto, o meno, continuare a operare in tal modo nei confronti degli animali da reddito.
Su Ruminantia abbiamo molte volte affrontato la tematica legata al benessere animale, dando ai nostri lettori una panoramica ampia, sia in ambito scientifico che legislativo. La filosofia, lo studio sistematizzato di questioni generali e fondamentali legate all’esistenza, il senso della vita, la ragione e la conoscenza, può essere utile al mondo allevatoriale? Come interverrebbe nell’era del post benessere? Ci renderebbe consapevoli dei nostri limiti dinanzi allo Stato di natura dei ruminanti?
Ne abbiamo parlato in questa video intervista con Elsica Sangiovanni, allevatrice, esperta in filosofia e autrice del saggio “L’animale è servito. Per l’uomo. Dall’uomo. Con l’uomo”.
Al link di seguito è possibile scaricare il saggio: