Nel 2024, l’Unione Europea ha segnato una svolta storica nella transizione energetica, con l’energia solare che ha superato per la prima volta il carbone nella produzione di elettricità. Secondo i dati del think tank energetico Ember, il solare ha rappresentato l’11% dell’elettricità generata nell’UE, mentre il carbone è sceso al 10%.

Questo risultato è stato possibile grazie all’installazione record di nuovi impianti fotovoltaici, nonostante le variazioni climatiche tra le regioni europee. Parallelamente, l’energia eolica ha mantenuto una quota del 17,4%, mentre il nucleare si conferma la principale fonte con il 23,7% della produzione complessiva.

Complessivamente, eolico e solare hanno coperto il 29% della domanda elettrica europea. Nel frattempo, la produzione da fonti fossili è diminuita del 17% rispetto al 2023, contribuendo a una riduzione di un terzo delle emissioni del settore elettrico dal 2022.

Tredici Stati membri hanno generato più elettricità da fonti rinnovabili che da combustibili fossili, con Germania, Belgio, Ungheria e Paesi Bassi che hanno raggiunto questo traguardo per la prima volta.

Questi dati evidenziano l’efficacia delle politiche europee per le rinnovabili, ma per centrare gli obiettivi climatici del 2030 sarà necessario accelerare ulteriormente gli investimenti e migliorare l’integrazione delle fonti pulite nella rete elettrica. La sfida principale rimane l’adeguamento delle infrastrutture e lo sviluppo di sistemi di accumulo efficienti per garantire una fornitura energetica stabile e sicura.

L’UE, con il suo impegno crescente verso la decarbonizzazione, dimostra che una transizione energetica sostenibile è possibile, ma richiede sforzi congiunti e strategie mirate per affrontare le sfide tecnologiche e normative ancora presenti.