Lo scorso dicembre, il Parlamento italiano ha approvato definitivamente la Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023, introducendo un’importante novità per contrastare il fenomeno della “shrinkflation” o “sgrammatura.” Tale pratica, sempre più diffusa, consiste nel ridurre la quantità di prodotto all’interno di una confezione senza modificarne il prezzo, di fatto aumentando il costo per unità di misura.

La nuova disposizione, sancita dall’articolo 15-bis del Codice del Consumo, obbliga i produttori a informare i consumatori qualora la quantità nominale di un prodotto venga ridotta. A partire dal 1° aprile 2025, sulle confezioni interessate dovrà comparire, per un periodo di sei mesi dall’immissione in commercio, la dicitura: “Questa confezione contiene un prodotto inferiore di X (unità di misura) rispetto alla precedente quantità.” L’etichetta dovrà essere chiaramente visibile nel campo principale della confezione o su un adesivo dedicato.

Un provvedimento controverso

Nonostante l’intenzione di tutelare i consumatori, la legge ha sollevato preoccupazioni a livello europeo. L’Italia rischia infatti di incorrere in una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea a causa di presunte irregolarità nell’iter di approvazione della norma.

Il governo italiano, secondo quanto riportato, non avrebbe rispettato le tempistiche previste dalla cosiddetta “procedura TRIS,” un iter obbligatorio previsto per tutte quelle leggi che potrebbero limitare la libera circolazione delle merci nel mercato unico europeo. Inoltre, la versione della norma notificata a Bruxelles risulterebbe diversa rispetto a quella approvata in Parlamento. Questi errori potrebbero portare l’UE ad aprire un’indagine formale contro l’Italia.

Il confronto con la Francia

La Francia, anch’essa impegnata nel contrasto alla shrinkflation, ha introdotto una normativa simile nel 2024. Tuttavia, il modello francese assegna ai distributori, e non ai produttori, l’obbligo di comunicare ai consumatori le modifiche di quantità. Questa differenza, unita al rispetto delle procedure europee da parte del governo francese, ha evitato problematiche con l’UE.

Un monito per il futuro

L’Italia, insieme alla Francia, ha fatto da apripista in Europa,” ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Tuttavia, essere tra i primi ad adottare normative innovative comporta anche rischi, soprattutto in un contesto europeo dove il rispetto delle procedure è fondamentale.

La vicenda rappresenta un banco di prova per l’Italia, che dovrà dimostrare la capacità di coniugare la tutela dei consumatori con il rispetto delle regole comunitarie. In gioco non c’è solo la credibilità del Paese, ma anche la possibilità di stabilire un precedente positivo per altri Stati membri.