Antibiotici in Italia: il confronto AIFA tra consumo veterinario e umano
Dai dati presentati nell'ultimo rapporto AIFA, un confronto tra ambito umano e veterinario sull'utilizzo di antibiotici

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha divulgato il Rapporto su “L’uso degli antibiotici in Italia” relativo all’anno 2023, con l’obiettivo di monitorare l’andamento dei consumi ed individuare le aree critiche rispetto ad un corretto utilizzo . Come previsto dal Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025, anche in questa nuova edizione è stata inserita la sezione dedicata al confronto sull’utilizzo degli antibiotici in ambito veterinario ed in ambito umano, da cui emerge una netta superiorità nell’utilizzo da parte di quest’ultimo. Questi dati, insieme al rilevamento di un generale incremento dei consumi totali (quantificato attorno al 6%), evidenziano la necessità di continuare a lavorare su questa tematica con delle strategie mirate per singolo comparto. Di seguito i principali aspetti emersi.
Raccolta ed elaborazione dati
Per quanto riguarda l’ambito umano sono stati inclusi i dati di consumo degli antibiotici per uso sistemico relativi sia all’erogazione territoriale (convenzionata e acquisto privato) sia a quella ospedaliera; mentre per quello veterinario sono stati inclusi i dati di consumo degli antibiotici utilizzati negli animali destinati alla produzione di alimenti, relativi a tutte le forniture conseguenti a una prescrizione veterinaria (Ricetta Elettronica Veterinaria – REV), esclusi gli antiprotozoari (con effetto antibatterico).
Le classi di antibiotici considerate per il settore veterinario sono quasi del tutto sovrapponibili a quelle del settore umano; ad eccezione dei carbapenemi che rientrano, ai sensi del Regolamento di esecuzione (UE) 2022/12551, nell’elenco degli antimicrobici o dei gruppi di antimicrobici riservati esclusivamente al trattamento di infezioni nell’uomo.
I dati esposti sono stati espressi in milligrammi o tonnellate di principio attivo venduto. Per le associazioni sono stati considerati i singoli principi attivi. I dati di vendita sono stati, poi, normalizzati per la biomassa relativa agli animali destinati alla produzione alimentare (espressa in 1.000 tonnellate), dove 1 PCU = 1 kg di biomassa animale.
Risultati
Dal confronto del consumo in tonnellate e del consumo medio ponderato di antibiotici (espresso in mg per kg di biomassa stimata) negli esseri umani e negli animali destinati alla produzione di alimenti, è emerso quanto segue.
Nel 2023 sono state consumate 1248,5 tonnellate di antibiotici, 597,3 in ambito umano e 651,2 in ambito veterinario. Il consumo medio ponderato di antibiotici è stato maggiore negli esseri umani (159,6 mg/kg) rispetto agli animali destinati alla produzione di alimenti (104,7 mg/kg).
Sebbene le penicilline rappresentino la prima categoria per consumo sia in ambito umano che veterinario, rispettivamente con 106,6 e 31,0 mg per kg di biomassa, per tutte le altre classi analizzate si osservano notevoli differenze.
In ambito umano le penicilline sono seguite da cefalosporine di III e IV generazione (11,6 mg/kg), macrolidi (10,5 mg/kg) e altri antibatterici (10,2 mg/kg); mentre in ambito veterinario, le classi a maggior consumo dopo le penicilline sono sulfonamidi (22,1 mg/kg), tetracicline e lincosamidi (16,7 e 9,4 mg/kg rispettivamente)
Il primo principio attivo per consumo in ambito umano è rappresentato dall’associazione amoxicillina/acido clavulanico. Sebbene anche in ambito veterinario vi siano medicinali contenenti l’amoxicillina combinata con l’acido clavulanico, sulla base delle specifiche tecniche fornite dall’EMA, la rendicontazione riguarda solo la componente “amoxicillina”. Quindi, nonostante sia noto che la combinazione amoxicillina/acido clavulanico rappresenta il 3,5% delle confezioni di medicinali veterinari venduti, in questa analisi i consumi veterinari di amoxicillina semplice e della combinazione vengono aggregati in un’unica categoria.
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