Inquinamento e qualità dell’aria: l’UE avanza sugli obiettivi 2030, ma serve un’azione più incisiva (soprattutto per l’ammoniaca)

E' quanto emerge dalle nuove edizioni dello Zero Pollution Monitoring and Outlook e del Clean Air Outlook, pubblicate ieri dalla Commissione e dall'Agenzia Europea dell'Ambiente

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4 Marzo, 2025

La Commissione e l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) hanno pubblicato ieri la seconda edizione del Zero Pollution Monitoring and Outlook, documento che fornisce una panoramica del lavoro svolto dall’UE per conseguire gli obiettivi di inquinamento zero per il 2030, e la quarta edizione del Clean Air Outlook, relazione sulle prospettive in materia di qualità dell’aria.

I due report mostrano che le politiche dell’UE hanno contribuito a ridurre l’inquinamento atmosferico, l’uso di pesticidi e i rifiuti di plastica in mare. Tuttavia, i livelli di inquinamento sono ancora troppo elevati, in particolare a causa dell’inquinamento acustico, delle emissioni di microplastiche nell’ambiente, dell’inquinamento da molecole eutrofizzanti nelle acque superficiali e della produzione di rifiuti.

Secondo gli autori delle relazioni è quindi necessaria un’azione molto più incisiva nell’UE per conseguire i suoi obiettivi in termini di riduzione dell’inquinamento per il 2030.

La qualità dell’aria resta un rischio serio per la salute e per gli ecosistemi in UE

Secondo il Clean Air Outlook, anche se le emissioni di inquinanti atmosferici nell’UE continuano a diminuire, quelle di ammoniaca (NH3) rimangono preoccupantemente stabili e sono addirittura aumentate in alcuni Stati membri negli ultimi anni rappresentando un grave rischio per la salute e la qualità degli ecosistemi nell’UE.

Negli ultimi due decenni, grazie ad alcune nuove direttive, tra cui quella sulla qualità dell’aria, l’UE ha ottenuto notevoli riduzioni nelle emissioni di quattro dei principali inquinanti atmosferici:

  • Ossidi di azoto (NOx)
  • Composti organici volatili non metanici (COVNM)
  • Anidride solforosa (SO2)
  • Polveri sottili (PM2,5 )

L’ammoniaca, il quinto principale inquinante, fa invece eccezione poiché le emissioni non sono diminuite in modo significativo. Le emissioni di ammoniaca, che provengono prevalentemente dall’allevamento, dalla gestione del letame e dei liquami, e dall’utilizzo di fertilizzanti, rimangono una preoccupazione, poiché contribuiscono all’eccessiva presenza di azoto negli ecosistemi acquatici, portando al noto fenomeno dell’eutrofizzazione e ad altri impatti negativi sull’ambiente. L’ammoniaca è inoltre un precursore del particolato fine, fortemente dannoso per la salute.

La relazione riporta che solo quattro Stati membri (Estonia, Finlandia, Grecia e Italia) sono sulla buona strada per raggiungere tutti i loro impegni di riduzione delle emissioni entro il 2030, in base alle attuali misure nazionali e alla legislazione UE. Tutti gli altri Stati membri dovranno invece adottare misure aggiuntive per adempiere ai propri obblighi.

21 Stati membri dovranno adottare misure aggiuntive per ridurre le emissioni di ammoniaca alla fonte, in particolare promuovendo buone pratiche agricole. La relazione segnala la necessità di misure aggiuntive per limitare le emissioni di PM2,5, per le quali si prevede attualmente che otto Stati membri non rispetteranno i loro impegni di riduzione per il 2030.

Progressi verso gli obiettivi per il 2030, ma i livelli di inquinamento rimangono troppo elevati

Lo Zero Pollution Monitoring and Outlook analizza le prospettive di raggiungimento dei due obiettivi del piano d’azione per un’aria pulita a “inquinamento zero”, che sono:

  • ridurre gli impatti sulla salute (espressi come morti premature) dell’inquinamento atmosferico di oltre il 55% entro il 2030,
  • raggiungere una riduzione del 25% negli ecosistemi in cui l’inquinamento atmosferico mette a repentaglio la biodiversità, rispetto ai livelli del 2005.

Queste azioni contribuiscono inoltre agli sforzi globali One Health, che collegano la salute umana, animale e vegetale allo stato dell’ambiente.

Nel complesso, secondo la relazione, l’UE è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo sanitario del piano d’azione per l’inquinamento zero ma non per raggiungere l’obiettivo ecosistemico nel 2030.

Infatti, anche se l’inquinamento causato dai rifiuti marini, dai pesticidi e dagli antimicrobici sta diminuendo, i livelli di inquinamento acustico, da microplastiche, da molecole eutrofizzanti e da rifiuti rimangono troppo elevati. La riduzione delle emissioni di ammoniaca contribuirebbe in modo significativo a ridurre l’eutrofizzazione e quindi a migliorare la salute dell’ecosistema.

La relazione mostra chiaramente che sono necessarie ulteriori azioni per conseguire gli obiettivi UE in termini di inquinamento. La piena attuazione e applicazione della legislazione ambientale è fondamentale per raggiungere i target 2030, come stabilito nel piano d’azione per l’inquinamento zero.

Sul fronte legislativo, l’UE ha già adottato diverse misure, come le revisioni della direttiva sulle emissioni industriali, della direttiva sulla qualità dell’aria e dell’ambiente, della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, della direttiva quadro sui rifiuti, della direttiva quadro sulle acque e del regolamento sul mercurio.

Il nuovo regolamento sul ripristino della natura contribuirà a ridurre ulteriormente le pressioni sugli ecosistemi e ad aumentarne la resilienza complessiva. Inoltre, nel 2023 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento per contrastare l’inquinamento da microplastiche.

Presentato anche il primo quadro operativo sull'”inquinamento zero”

Entrambe le relazioni sono accompagnate dal primo quadro operativo sull’inquinamento zero, che mostra i progressi compiuti dalle regioni dell’UE e da tutte le capitali nel conseguire un’aria, un’acqua e un suolo più puliti.

Il quadro operativo mette a confronto le regioni tra loro e con la media dell’UE. Il confronto si basa su diversi indicatori di inquinamento ambientale che riguardano la salute, la protezione degli ecosistemi e la biodiversità, nonché la produzione e il consumo.

Il cruscotto segnala 15 regioni in Austria, Finlandia, Francia, Germania e Svezia che attualmente vantano i livelli di inquinamento più bassi.

Da leggere - Aprile 2025

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