Ismea: dopo due anni iniziano a contrarsi gli acquisti di prodotti di origine animale
L'analisi di Ismea sugli acquisti domestici effettuati dagli italiani nel 2024

Pubblicato da Ismea il report sulle tendenze degli acquisti domestici nazionali. Dopo due anni di crescita, nel 2024 si è registrata una generale contrazione per tutti i prodotti di origine animale, ad eccezione delle uova. Il latte fresco perde circa il 6% in volume a vantaggio dello yogurt (+4,9% in volume), sempre più nella colazione degli italiani. Anche per la carne flettono gli acquisti di quasi tutte le tipologie, eccetto quella avicola. Nell’articolo è disponibile un’analisi più approfondita.
I principali canali di acquisto
Dopo l’incremento nel 2023, che resta il più alto degli ultimi anni (+8,1%), nel 2024 con un +0,9% rallenta il processo di crescita della spesa agroalimentare delle famiglie che aveva caratterizzato gli ultimi due anni. A fronte di prezzi medi che in alcuni casi segnano i primi ripiegamenti, tornano ad aumentare i volumi nel carrello di alcuni prodotti. Il supermercato resta il canale predominante con il 40% di share e la miglior performance in termini di fatturato: +2,5% sul 2023. Il discount continua a migliorare le proprie performance mettendo a segno nel 2024 un aumento degli incassi dell’1,5%, dopo il +10% registrato nel 2023. In lieve aumento la spesa effettuata presso gli ipermercati (+0,8%), in riduzione, invece, la spesa presso i canali di prossimità: “liberi servizi” (-3,9%) e dettaglio tradizionale (-4,8%).
Comportamento di acquisto delle famiglie
L’atteggiamento degli acquirenti di fronte agli scaffali risulta diversificato a seconda della struttura familiare. Le famiglie più giovani (pre-family) sono quelle che fanno maggiori rinunce, riducendo il volume degli acquisti e contenendo la spesa del 3,4%. Le famiglie con bambini, invece, non sempre riescono a mantenere stabile la spesa rispetto all’anno precedente, con un aumento dell’1,9% per quelle con bambini piccoli e dell’1,2% per quelle con figli adolescenti, senza però ridurre i volumi acquistati. Le famiglie con figli maggiorenni (established e post family) riducono o contengono la spesa (rispettivamente -1,8% e -0,4%), ma senza ridurre il volume degli acquisti, focalizzandosi su cambi e offerte promozionali. Al contrario, aumenta la spesa per le famiglie più mature (older couples +1,6% e older singles +3,3%), con un incremento anche dei volumi nel carrello; già nel 2023 questa categoria aveva registrato un aumento della spesa alimentare superiore alla media (+14%). Il report evidenzia come sia cambiata nel tempo la struttura delle famiglie, con una tendenza che vede sempre più aumentare le famiglie senza figli e i “singles senior” (+9,2%) e sempre più ridursi i nuclei familiari con figli (-11,9%). Nello specifico nel 2024 l’universo delle famiglie è rappresentato per il 35% da nuclei con figli in casa, da un 20% di coppie di “mezza età” senza figli minorenni in casa e dal 46% di “over 55” senza figli in casa.
Andamento dei consumi
Nel 2024, dopo oltre due anni di crescita, si registrano contrazioni nella spesa per i prodotti proteici di origine animale: carni (-1,1%), lattiero-caseari (-0,5%), salumi (-0,5%) e ittici (-0,5%). Tuttavia, le uova sono un’eccezione, con un aumento del +2,6%. La spesa per ortofrutticoli continua a crescere (+2,2% per gli ortaggi e +2,9% per la frutta), così come gli oli vegetali (+15,6%), anche se con un rallentamento. La spesa per i derivati dei cereali è quasi stabile (-0,2%), con crescita per “pane e sostituti” (+1,4%) e “pasta fresca” (+2,4%), ma una flessione per pasta secca (-6,1%) e riso (-4,8%). I “vini e spumanti” sono sostanzialmente stabili (-0,4%), mentre le bevande analcoliche segnano un modesto aumento (+0,4%).
Nell’anno appena concluso, si osserva una ripresa generale dei volumi di acquisto, soprattutto nei prodotti legati alla salute e benessere (kefir, yogurt greco, frutta secca, prodotti vegetali) e in quelli pratici (zuppe, piatti pronti, carni avicole lavorate). C’è un’apertura verso nuove abitudini culinarie, come sushi e avocado, e una conferma delle nuove forme di convivialità domestica, con buone performance dei prodotti per l’aperitivo a casa. Si registra, infine, una tendenza opposta tra prodotti confezionati e sfusi: la spesa per i confezionati cresce dell’1,4%, mentre per i prodotti sfusi si registra una flessione dello 0,4%.
I prodotti lattiero-caseari
In lieve flessione la spesa per il comparto dei prodotti lattiero-caseari (-0,5%), all’interno del quale si riscontrano prezzi medi in ridimensionamento per tutti i prodotti ad eccezione dei formaggi duri per i quali i prezzi sono sostenuti dalle favorevoli condizioni della domanda dai paesi esteri, rafforzate nell’ultimo periodo dal timore dei dazi. Tornano ad essere apprezzati i formaggi “non stagionati” e nei carrelli degli italiani aumentano i volumi di formaggi industriali (+3,2%), di formaggi freschi (+1,1%), di formaggi molli (+0,3%) mentre flettono i volumi di duri (-0,8%) e restano per lo più stabili quelli dei semiduri (-0,1%). Le maggiori perdite in volume all’interno del comparto, si rilevano per il latte, che rappresenta oltre il 18% del valore comparto; in particolare, si continua ad evidenziare la flessione degli acquisti per il latte fresco per il quale la spesa si riduce del 7% (-6% i volumi e -1% i prezzi) in flessione, seppur meno marcata, anche gli acquisti di latte a lunga conservazione ( -4,6% la spesa e -1,8% i volumi). La colazione degli italiani vede in parte sostituire questo prodotto con lo yogurt, per il quale si rileva invece un incremento degli acquisti in volume del 4,9% (+4,7% la spesa).
Le carni fresche, le uova e i salumi
Gli elevati livelli di prezzo raggiunti nell’ultimo anno, associati a una maggiore sensibilità agli aspetti etici e ambientali, non hanno giovato al comparto delle carni, che nel 2024 ha continuato a soffrire una disaffezione dei consumatori. Flettono i consumi in volume di tutte le tipologie di carne così come quelli dei salumi, fanno eccezione, ancora una volta, solo le carni avicole, all’interno del quale si registrano incrementi dell’1,4% dei volumi, favoriti da una flessione dei prezzi medi del 3,1%.
Nello specifico per le carni bovine la spesa si riduce dello 0,4% a fronte di una contrazione dei volumi del 2,3% (prezzi medi +2% vs 2023). Per le carni suine la spesa si riduce dello 0,4% a fronte di una contrazione dei volumi del 2,7%; per le carni avicole la situazione è leggermente differente, infatti, una produzione abbondante ha “favorito” un ridimensionamento dei prezzi (-3,1%) favorendo un recupero dei volumi (+1,4%) che compensa solo in parte le flessioni degli altri due comparti. La dinamica negativa che interessa tutte le carni non risparmia i salumi (-1,9% i volumi), tutti con prezzi in aumento (+1,4% in media), colpendo con maggior intensità quelli di valore unitario più alto (-3,6% i volumi di prosciutto crudo). Gli unici prodotti di origine animale ad incrementare la presenza nel carrello sono le uova, favorite rispetto agli altri prodotti del comparto dal basso costo a parità di apporto proteico; per le uova aumentano i volumi acquistati (+4,5%) con prezzi in flessione dell’1,8%, favoriti da promozioni volte a garantire l’assorbimento completo della produzione.