Biologico italiano in forte crescita. Gli ultimi dati presentati a Rivoluzione Bio 2025
I risultati raggiunti nel corso del 2024 dal mercato Bio italiano interno ed estero

Un quadro positivo ed incoraggiante quello che è emerso in occasione della prima giornata di Rivoluzione Bio 2025 tenutasi presso il SANA FOOD 2025 a Bologna Fiere. Un evento organizzato dagli Stati generali del biologico, in collaborazione con FederBio e AssoBio, nell’ambito del quale Nomisma ha presentato i dati dell’Osservatorio SANA.
Il mercato BIO in Italia
A livello nazionale le vendite alimentari sul mercato interno risultano cresciute del +5,7% rispetto al 2023, soprattutto grazie ai consumi domestici, che sfiorano i 5,2 miliardi di euro. Rispetto alla precedente rilevazione, invece, il consumo fuori casa registra un ridimensionamento, per un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro.
L’approfondimento condotto sui consumatori ha evidenziato, nei sostenitori del Bio, esigenze più elevate e attente nella scelta dei locali e del servizio offerto, nel menù affinché contenga prodotti freschi e di stagione e piatti poco elaborati, e nelle opzioni veg e dedicate ad eventuali intolleranze. In generale emerge poca soddisfazione nella risposta a queste aspettative, cosa che evidenzia ampi margini di miglioramento per questo settore. Altra questione ritenuta importante dai consumatori è quella del ruolo giocato dalla scuola nell’educazione alimentare di bambini e ragazzi, per quanto oltre la metà dei genitori non risulta informata rispetto alla presenza di ingredienti e prodotti bio nei pasti.
A tal proposito, Evita Gandini, Head of Market Insight Nomisma SpA, ha commentato:
“Fondamentali in tal senso risultano attività di formazione per operatori Horeca su caratteristiche e utilizzi di ingredienti/prodotti bio in cucina e attività di sensibilizzazione rivolte ai genitori rispetto alla presenza, alla qualità e le garanzie del biologico presso la ristorazione scolastica dei propri figli”.
Rispetto ai canali di vendita, iper e supermercati risultano quelli che veicolano la maggior parte delle vendite Bio, ma spiccano anche i discount, che hanno registrato un +6% rispetto all’anno precedente, ed il canale specializzato Bio con un incremento molto significativo (+9%).
Il BIO Made in Itlay all’estero
Positiva anche la performance dell’export di prodotti agroalimentari italiani Bio che cresce del +7% nel 2024, seguendo l’andamento di tutto l’agroalimentare. Le principali destinazioni dei nostri prodotti sono la Germania, la Francia, la Scandinavia, il Benelux e gli Stati Uniti, con prospettive molto promettenti, ancor di più quando alla dicitura Bio si affianca quella Made in Italy. I dati raccolti evidenziano, infatti, che per il 49% delle aziende del settore food e il 64% delle aziende del settore wine, l’origine italiana e la notorietà del territorio di produzione rappresentano uno dei principali fattori di successo dell’export Bio sui mercati internazionali.
Il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, presente all’evento, ha commentato in una nota quanto emerso:
“I dati presentati oggi al SANA in occasione di Rivoluzione Bio 2025 restituiscono il quadro di un settore che conferma un trend positivo e che ha i presupposti per poter ulteriormente crescere anche grazie alle diverse misure messe in campo dal Masaf.
(…) Gli italiani hanno una sempre maggiore attenzione verso la loro alimentazione. Non solo, quando si acquistano prodotti alimentari bio l’altra caratteristica più ricercata è l’italianità, ovvero ingredienti e materie prime 100 per cento italiane. Se l’Italia resta leader a livello europeo per superfici coltivate a biologico e prima per numero di operatori, tra gli obiettivi da perseguire c’è l’aumento dei consumi pro capite così da continuare a sostenere lo sviluppo dell’intero settore. A breve sarà ufficialmente presentato il Marchio biologico italiano, selezionato fra le proposte del concorso di idee indetto dal ministero.
(…)Una ulteriore certificazione, chiara e riconoscibile, che favorirà dunque anche la redditività delle imprese e sarà importante per distinguere i prodotti bio italiani da quelli di importazione che spesso non rispondono alle nostre stesse regole e ai nostri elevati standard, rischiando di penalizzare il lavoro virtuoso dei nostri produttori”, conclude D’Eramo.
Sul tema concorda anche Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio, che, tra le altre cose, ha sottolineato:
” Un sostegno concreto arriverà dal Marchio biologico italiano, che, oltre a favorire la presenza dei prodotti bio nei mercati internazionali, assicura un’immediata riconoscibilità, rafforzando il ruolo degli agricoltori e favorendo la collaborazione tra produzione, trasformazione e distribuzione. È proprio la capacità di fare sistema che dobbiamo spingere per favorire lo sviluppo di filiere di Made in Italy Bio al giusto prezzo, consolidando il legame tra cittadini e produttori biologici”.