A pochi passi dal lago di Bracciano, immersa nel Parco Regionale di Bracciano – Martignano, sorge l’azienda agricola Fattoria Pulcini, una realtà storica della provincia di Roma che, da qualche anno, ha messo in atto un vero e proprio “restyling”. Allevatori di bovini da latte da tre generazioni, nel 2016 Italo decide di rivisitare la tradizione della sua famiglia introducendo due novità sostanziali, e cioè: il cambio di specie allevata e la completa chiusura della filiera, trasformando e commercializzando i prodotti direttamente in azienda. Ma andiamo con ordine.

Dai bovini ai caprini, Italo quali sono i motivi che vi hanno spinto a fare questa scelta?

«Il fautore di questo passaggio sono stato io, ma devo dire che mio padre ha accolto favorevolmente l’idea di provare ad intraprendere una strada tutta nuova. Erano anni che l’andamento del prezzo del latte bovino non ci sembrava soddisfacente, e in quel periodo si erano aggiunte alcune problematiche per cui avevamo dovuto riformare diverse bovine; dunque, sommando tutto e considerando che siamo ubicati all’interno di una zona parco, abbiamo pensato fosse giunto il momento di cambiare direzione. Ho quindi iniziato ad informarmi, dapprima raccogliendo informazioni sulla specie ovina e poi su quella caprina. Per il tipo di strutture e organizzazione aziendale che avevamo a disposizione, la scelta è ricaduta sui caprini, ed in particolare sulla razza Murciano – Grandina (leggi QUI), per le sue peculiarità, una fra tante l’adattabilità alla stabulazione, la gestione dell’allevo, le notevoli produzioni di latte e la sua ottima qualità che lo rende molto adatto alla caseificazione, cosa che ci avrebbe permesso di raggiungere l’ulteriore sogno, che avevamo, di chiudere la filiera. Ma per quello c’è voluto un po’ di tempo in più ».

Una volta individuata la razza, dove avete acquistato il primo nucleo di animali?

«La capra Murciano – Granadina è un animale docile, si alleva bene, ed ha ottime produzioni, nella nostra azienda raggiungiamo una produzione di latte procapite che oscilla mediamente tra i 2,7 e i 2,9 litri di latte al giorno, con una percentuale di grasso e proteine tra 10-11% che permette di ottenere una resa casearia tra il 14 e il 15%. Dopo aver visitato alcuni allevamenti in zona, che però allevavano altre razze, mi sono iniziato a documentare assieme al mio veterinario aziendale e l’ho scoperta. Mi sono recato anche in Spagna per conoscere la sua culla di nascita e le modalità con cui viene gestita, e ho fatto la mia scelta. Ho acquistato proprio dalla Spagna un nucleo di 350 capre e 12 becchi, e l’avventura è cominciata. Essendo praticamente gli unici nel Lazio, e tra i pochi in Italia, ad allevare questa razza, dopo poco tempo ci siamo trovati ad aver bisogno di rinnovare i riproduttori e abbiamo deciso di intraprendere la strada dell’inseminazione artificiale, importando seme congelato direttamente dal centro genetico in Spagna. Posso dire che ormai abbiamo messo a punto un protocollo interno che ci garantisce ottimi risultati, e in base al quale ogni anno scegliamo un gruppo di 50 capre interessanti per morfologia, mammella e produzione di latte. Partendo da queste facciamo un’ulteriore selezione al fine di individuarne 25, che sottoponiamo poi all’inseminazione e da cui otteniamo i futuri riproduttori sia maschi che femmine. La percentuale di riuscita di questa tecnica è molto elevata negli animali maturi, ovvero dal secondo parto in avanti, e va dal 75 all’80%. I riproduttori certificati che otteniamo in questo modo li utilizziamo nel nostro allevamento o li vendiamo ad altre aziende. Sulle capre giovani abbiamo invece constatato che l’attecchimento del seme congelato è decisamente ridotto, per cui abbiamo deciso di non includerle nel gruppo annuale destinato alla FA.»

A distanza di 9 anni come si presenta il vostro allevamento?

«Devo dire che il passaggio a questa nuova specie non è stato poi così difficoltoso e siamo piuttosto soddisfatti.  Ad oggi abbiamo circa 800 animali che vivono in gruppo sin dai primi giorni di vita; l’allevo dispone di allattatrice automatica fino allo svezzamento, poi si passa ad una alimentazione a secco basata su fieno e mangime, e per gli animali giovani e le capre in asciutta è previsto anche l’accesso al pascolo durante la giornata, pratica che gli consente di rigenerare la flora microbica intestinale. Gli animali in produzione sono circa 400 e generalmente restano nelle stalle, anche per una loro maggior tutela, in quanto, avendo una mammella piuttosto voluminosa rischierebbero di ferirsi con gli arbusti.»

Quando è sopraggiunta la parte di trasformazione?

«Nell’ultimo anno siamo finalmente riusciti a chiudere il cerchio, a realizzare quel sogno che avevamo di una filiera corta, a fare in modo che, assaporando i nostri prodotti, il consumatore possa ritrovare quei sapori antichi che ormai in pochi ricordano. Attualmente trasformiamo due giorni a settimana il nostro latte, mentre gli altri giorni lo consegniamo ad un caseificio più grande. Un domani speriamo di arrivare a trasformarlo tutto.»

Che riscontro avete avuto sul mercato?

«Devo dire che i prodotti sono molto richiesti, anche per la loro delicatezza, che li differenzia dai classici caprini provenienti da altre razze. Come risaputo, il latte di capra è estremamente indicato per i soggetti allergici e quindi una valida alternativa per i bambini in età pediatrica che presentano determinate problematiche; abbiamo tante famiglie che vengono ad acquistarlo, anche perché nei supermercati si trova principalmente quello UHT. Per tale motivo lo abbiamo inserito nel paniere dei nostri prodotti, insieme allo yogurt, alla ricotta e ai trasformati che vanno dai formaggi freschi a quelli stagionati fino a 4 mesi.»

Quali sono i vostri principali canali di vendita e i progetti futuri? 

«Oltre al punto vendita aziendale, attualmente forniamo negozi locali e anche alcuni supermercati. L’obiettivo di questo anno appena iniziato è quello di avviare l’eCommerce. Progetti futuri ancora molti in cantiere, accanto ai formaggi abbiamo iniziato a produrre degli ortaggi e coltivare lamponi, sono queste le principali sfide che ci siamo posti per il prossimo futuro…ampliare la gamma dei prodotti offerti mantenendo la genuinità e il legame con il territorio

Per chi volesse conoscere l’azienda agricola Fattoria Pulcini più da vicino e fosse impossibilitato a raggiungerla di persona, è possibile consultare il loro sito internet o i canali social FacebookInstagram.