Dopo l’avvio, lo scorso 16 dicembre, su iniziativa del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA), dei test obbligatori su scala nazionale del latte crudo per contrastare la diffusione dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (H5N1) nei bovini, l’FDA ha annunciato l’introduzione di una ulteriore strategia per salvaguardare la sicurezza alimentare. Si tratta di un programma di campionamento nazionale per il monitoraggio microbiologico dei formaggi stagionati a latte crudo vaccino, con l’obiettivo di individuare la presenza del virus H5N1.
Obiettivi del programma FDA
Il programma di sorveglianza, denominato “Microbiological Surveillance Sampling: FY25 Aged Raw Cow’s Milk Cheese Collection and Analysis for HPAI“, ha due obiettivi principali:
- Determinare la presenza di virus H5N1 attivo nei formaggi analizzati.
- Implementare azioni correttive per proteggere i consumatori qualora venissero individuati prodotti contaminati.
Questo intervento è parte di una strategia più ampia che coinvolge l’USDA, il CDC e le autorità statali, con l’obiettivo di mitigare l’impatto di un’epidemia che sta colpendo pollame, bovini da latte e, in alcuni casi, esseri umani.
Dettagli operativi
Il programma prevede la raccolta di 300 campioni di formaggi stagionati a base di latte crudo bovino, prodotti con latte non pastorizzato e stagionati per almeno 60 giorni. I campioni saranno prelevati tra dicembre 2024 e marzo 2025 da magazzini e centri di distribuzione in tutto il territorio statunitense. Le operazioni di campionamento verranno effettuate durante i giorni lavorativi e ogni sito fornirà un massimo di cinque campioni, per evitare sovraccarichi logistici.
Metodologia dei test
I campioni saranno sottoposti inizialmente a test PCR per rilevare materiale genetico del virus H5N1. In caso di risultati positivi, verrà eseguito un test di vitalità attraverso un metodo di inoculazione su uova sviluppato dall’USDA, per confermare la presenza di virus attivo.
La rilevanza per i consumatori
I formaggi prodotti con latte crudo rappresentano una nicchia per i consumatori americani, ma comportano possibili rischi legati alla sicurezza alimentare. La stagionatura minima di 60 giorni è un requisito obbligatorio per mitigare il rischio di patogeni, ma la diffusione dell’HPAI ha spinto le autorità a rafforzare i controlli.
Questa iniziativa si affianca alle attività di ricerca già in corso presso università e altri enti governativi. Tuttavia, mentre la ricerca mira a comprendere meglio la diffusione del virus, l’azione dell’FDA è strettamente regolatoria, con l’intento di garantire che i prodotti distribuiti sul mercato siano sicuri per i consumatori.
Considerando che l’influenza aviaria continua a rappresentare una minaccia per il settore agroalimentare statunitense, misure come queste sono fondamentali per tutelare la salute pubblica e mantenere forte la fiducia dei consumatori nei prodotti lattiero-caseari.