Sulla sicurezza e l’efficacia del Bovaer
Il caso Bovaer® 10 evidenzia l’impatto della disinformazione e della neofobia su tecnologie come il 3-NOP, efficace e sicuro

Continuiamo a occuparci del caso studio Bovaer® 10 per capire se dietro alla tempesta mediatica scatenata dal comunicato stampa di Arla Foods oltre alla neofobia ci sia stato qualche ragionevole sospetto di rischi per la salute, umana e animale, e per l’ambiente.
Stiamo seguendo il caso con molto attenzione e al momento Ruminantia ha dedicato a questo argomento diversi articoli. Il 4 dicembre 2024 abbiamo iniziato a parlare della polemica in un pezzo intitolato “Una bufera mediatica investe l’additivo Bovaer® nel Regno Unito” e più recentemente (19 dicembre 2024) abbiamo pubblicato un editoriale dal titolo “Non comunicare può affondare anche il prodotto migliore!” dove non abbiamo affrontato questioni tecniche ma di metodo nel presentare una novità tecnologica all’opinione pubblica.
In questo articolo vogliamo dare qualche informazione tecnica e cronologica per capire se ci sono motivi tecnici oggettivi di diffidenza e rifiuto verso questo additivo.
Innanzitutto, che cos’è il Bovaer® 10?
Si tratta di un additivo zootecnico classificato in Europa nel gruppo funzionale “sostanze che influiscono favorevolmente sull’ambiente” (riduzione della produzione di metano enterico), destinato alle vacche da latte a alle vacche da riproduzione che ha come principio attivo il 3-nitroossipropanolo (1,3-propandiolo mononitrato), anche detto 3-NOP, ad una concentrazione del 10% da utilizzare ad un dosaggio compreso tra i 53 e gli 80 mg di sostanza attiva/kg di mangime completo (con tasso di umidità del 12%).
Le autorizzazioni
Le informazioni sopra riportate sono in allegato al regolamento di esecuzione (UE) 2022/565 della Commissione europea del 7 aprile 2022 che ne autorizza l’utilizzo come additivo nell’alimentazione animale in UE. Il titolare dell’autorizzazione è la DSM Nutritional Product Ltd, che è anche il produttore. Su richiesta della Commissione europea, il gruppo FEEDAP dell’EFSA il 19 novembre 2021 ha espresso un parere positivo sulla sicurezza e l’efficacia sul Bovaer 10 per ruminanti destinati alla produzione di latte e alla riproduzione.
Chi vuole saperne di più circa l’iter autorizzativo può leggere il sottostante box.
Il regolamento (CE) n. 1831/2003 stabilisce le norme che disciplinano l’autorizzazione comunitaria degli additivi destinati all’alimentazione animale. In particolare, l’articolo 4(1) di tale regolamento stabilisce che chiunque richieda l’autorizzazione per un additivo per mangimi o per un nuovo impiego di un additivo per mangimi deve presentare una domanda conformemente all’articolo 7. La Commissione europea ha ricevuto da DSM Nutritional Products Ltd, rappresentata nell’UE da DSM Nutritional Products Sp. Z, una richiesta di autorizzazione del prodotto Bovaer® 10 (3-nitroossipropanolo), quando utilizzato come additivo per mangimi destinati ai ruminanti per la produzione di latte e la riproduzione (categoria: additivo zootecnico; gruppo funzionale: sostanza che influisce favorevolmente sull’ambiente). Ai sensi dell’articolo 7(1) del regolamento (CE) n. 1831/2003, la Commissione ha inoltrato la domanda all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) come domanda ai sensi dell’articolo 4(1) (autorizzazione di un additivo per mangimi o nuovo impiego di un additivo per mangimi). I dettagli e i documenti a supporto della domanda sono stati considerati validi dall’EFSA a partire dal 23 ottobre 2019. Ai sensi dell’articolo 8 del regolamento (CE) n. 1831/2003, l’EFSA, dopo aver verificato i dettagli e i documenti presentati dal richiedente, effettuerà una valutazione per determinare se l’additivo per mangimi è conforme alle condizioni stabilite nell’articolo 5. L’EFSA esprimerà un parere sulla sicurezza per gli animali bersaglio, i consumatori, gli utilizzatori e l’ambiente e sull’efficacia del prodotto Bovaer ® 10 (3-nitroossipropanolo, 3-NOP), se utilizzato nelle condizioni d’uso proposte. L’additivo è destinato all’uso nei mangimi per ruminanti femmine (per la produzione di latte e la riproduzione) dalla prima inseminazione all’abbattimento, per ridurre le emissioni enteriche di CH4, a un livello minimo raccomandato proposto di 60 mg di 3-NOP/kg di sostanza secca (SS) e a un livello massimo raccomandato di 100 mg di 3-NOP/kg di SS, che corrispondono a un minimo di 52,8 mg di 3-NOP e a un massimo di 88 mg di 3-NOP/kg di mangime completo (con un contenuto di SS dell’88%). L’additivo può essere incorporato nella razione totale o parziale miscelata (T-/P-MR) tramite un mangime complementare minerale o un mangime complementare concentrato.
L’8 giugno 2023 viene presentata alla U.S Food & Drug Administration (FDA) la richiesta da parte di Elanco US Inc. di consultazione in merito al 3-NOP commercializzato come Bovaer® 10.
La FDA il 24 maggio 2024 risponde di non avere dubbi sulla sua efficacia (effetto previsto) e ritiene che abbia un basso rischio per l’uomo al dosaggio consigliato, ossia di 60-80 mg per kg di sostanza secca della razione per le vacche in lattazione.
Anche la Food Safety Commission of Japan (FSCJ) ha condotto una valutazione del rischio del 3-nitroossipropanolo (3-NOP) (CAS n. 100502-66-7), utilizzando i documenti di valutazione per la designazione di additivo per mangimi. Il 28 giugno 2024 pubblica il suo parere, che riportiamo di seguito.
“Questo additivo per mangimi è un estere nitrico del 1,3-propandiolo sviluppato per ridurre il metano generato nel primo stomaco del bestiame (rumine). I dati utilizzati nella valutazione includono il destino negli animali (topi, ratti, bovini), residui (bovini), genotossicità, tossicità acuta (ratti), tossicità subacuta (topi, ratti e cani), tossicità cronica/cancerogenicità (ratti), tossicità riproduttiva/sviluppo (ratti e conigli) e altri. Il livello più basso senza effetti avversi osservati (NOAEL) per possibili effetti avversi del 3-NOP era di 100 mg/kg di peso corporeo al giorno in studi di tossicità cronica a 52 settimane, tossicità cronica/carcinogenicità a 104 settimane e tossicità riproduttiva a due generazioni nei ratti. Considerato ciò, FSCJ ha specificato un’assunzione giornaliera accettabile (DGA) di 1 mg/kg di peso corporeo al giorno applicando un fattore di sicurezza di 100 al NOAEL”.
La letteratura scientifica
Dopo questa doverosa rassegna dei fatti abbiamo voluto approfondire ulteriormente questo argomento, indagando quante pubblicazioni scientifiche sono state fatte per testare l’efficacia e sicurezza del 3-NOP e, più in generale, del Bovaer 10, e che impatto hanno avuto. Per fare questo abbiamo chiesto aiuto al Prof. Umberto Bernabucci e alla Dott.ssa Chiara Evangelista dell’Università la Tuscia di Viterbo.
Quella che hanno eseguito è stata un’analisi Test Mining e questi sono i risultati.
I ricercatori hanno utilizzato per la ricerca su Scopus le seguenti query:
Le 78 pubblicazioni trovate hanno avuto questa sequenza temporale.
La distribuzione nelle riviste di settore vede prevalere il prestigioso Journal of Dairy Science, seguito dal Journal of Animal Science.
La maggior parte delle pubblicazioni è stata fatta in USA ed UE.
Che conclusioni possiamo trarre da questa analisi?
Dalle premesse e da questa analisi sembra evidente che la disinformazione abbia nettamente prevalso su una più fredda e meno mediatica volontà di capire i punti di forza e di debolezza del 3-NOP.
Il non voler riconoscere al metodo scientifico, e quindi alla comunità scientifica e alle autorità nazionali e internazionali, il ruolo di garante insindacabile della salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente sta esponendo la popolazione mondiale a vari rischi, compresi quelli di privarsi irrazionalmente di opportunità come quelle fornite dal 3-NOP, che è solo uno tra i tanti strumenti oggi disponibili.
D’altro canto, l’immissione sul mercato di nuove tecnologie da parte dell’industria deve ormai sempre essere accompagnata dalla consapevolezza del crescere del fenomeno della neofobia e del negazionismo-complottismo, che trova nei social il suo ecosistema ideale.
Sicuramente per contrastare questo fenomeno non si possono evocare censure o limitazioni alla libertà di espressione ma solo un utilizzo consapevole ed esperto di questi nuovi mezzi d’informazione.