Bovaer®, l’additivo prodotto da dsm-firmenich in grado di ridurre le emissioni di metano enterico delle vacche da latte fino al 30%, è finito in questi giorni al centro di una tempesta mediatica.

Tutto è iniziato lo scorso 26 novembre con la pubblicazione da parte della cooperativa lattiero-casearia multinazionale Arla Foods, una delle più grandi del mondo e la più grande in UK, di un comunicato stampa che annuncia un nuovo progetto: la sperimentazione di Bovaer® nel Regno Unito negli allevamenti conferitori della cooperativa, in partnership con i colossi della vendita al dettaglio Morrisons, Tesco e Aldi.

Il progetto, che coinvolgerà inizialmente 30 allevamenti, mira a fornire una migliore comprensione di come questi additivi alimentari possano essere distribuiti a un gruppo più ampio di aziende, del loro impatto sulle attività agricole e dell’opportunità di lavorare in modo più collaborativo con l’industria mangimistica.

La sperimentazione è parte dell’impegno di Arla per ridurre l’impatto della produzione lattiero-casearia coinvolgendo l’intera filiera, impegno che ha portato alla creazione della FarmAhead™ Customer Partnership che riunisce retailer e partner come Morrisons, Aldi e Tesco, con gli altri attori della filiera.

In un commento congiunto, Morrisons, Aldi e Tesco hanno dichiarato: “Attraverso la collaborazione come parte della FarmAhead™ Customer Partnership di Arla, abbiamo la possibilità di affrontare alcune delle sfide climatiche che il nostro sistema alimentare deve affrontare. È questo approccio collettivo che farà davvero la differenza. Essere coinvolti nell’uso di un additivo per mangimi è un ottimo modo per testare dove possiamo guidare il cambiamento su larga scala per ridurre le emissioni“.

Le reazioni negative sui Social Media

Questo annuncio ha scatenato un’imprevedibile reazione da parte dei consumatori.

Infatti, nonostante il Bovaer® sia stato approvato sia dall’autorità per la sicurezza alimentare del Regno Unito che da quelle dell’UE e di molti altri paesi extra UE (tra cui USA, Australia e Canada), diversi gruppo di ambientalisti e consumatori hanno espresso preoccupazione circa il suo possibile impatto nel lungo termine sulla salute degli esseri umani e degli animali.

I Social Media, e i media tradizionali, si sono quindi popolati di commenti negativi e di teorie, alcune anche molto articolate come quella che vorrebbe il coinvolgimento di Bill Gates nella sperimentazione e che la riterrebbe parte di un complotto per la riduzione della popolazione sulla terra. In reazione molti allevamenti e aziende hanno rassicurato i loro clienti affermando di non utilizzare il controverso additivo, e un nutrito numero di rivenditori, ristoranti e acquirenti britannici hanno lanciato una campagna per boicottare i prodotti della cooperativa e le catene di supermercati coinvolte nella sperimentazione.

L’obiezione principale riguarda la composizione dell’additivo, che contiene biossido di silicio, glicole propilenico e il composto organico 3-nitroossipropanolo (noto come 3-NOP). Secondo quanto riferito dalla Food Standards Agency del Regno Unito, sebbene il 3-NOP sia sicuro da usare negli additivi per mangimi animali e non sia corrosivo per la pelle, “dovrebbe essere considerato corrosivo per gli occhi, irritante per la pelle e potenzialmente dannoso se inalato”. Da questo alcuni utenti su X hanno concluso che si tratti di un composto pericoloso. “Tutti i prodotti che presentano controindicazioni e per i quali è necessario indossare guanti e mascherine per maneggiarli non devono entrare nella filiera alimentare”, si legge in un post su X. La paura segnalata da molti utenti è quindi la contaminazione del latte con sostanze chimiche sperimentali e nella loro opinione potenzialmente dannose.

La reazione di Arla e di dsm-firmenich

Dopo la tempesta scatenata dal comunicato stampa, sia Arla che dsm-firmenich si sono affrettate a chiarire alcuni aspetti nel tentativo di contrastare l’ondata di disinformazione e fake news generatesi.

“Bovaer® è stato oggetto di ricerca per oltre 15 anni ed è già utilizzato in molti paesi in tutto il mondo – si legge nella nota diffusa da Arla. – L’additivo ha il potenziale per ridurre le emissioni di metano delle bovini e fa parte dei nostri sforzi per ridurre l’impronta di carbonio dei nostri prodotti.  Purtroppo, da quando abbiamo fatto questo annuncio, è circolata online una notevole quantità di disinformazione e ci sentiamo in dovere di affrontarla esponendo i fatti in modo chiaro e aperto. Il nostro impegno nel ridurre l’impatto sul clima è incrollabile, ma non lo faremmo mai in un modo che mettesse a repentaglio la salute dei nostri consumatori o il benessere dei nostri animali“.

dsm-firmenich, il produttore di Bovaer, ha invece diffuso un documento che chiarisce alcuni punti relativi alla sicurezza dell’additivo (trovate qui la versione intergrale) e di cui riportiamo i punti principali:

  • Bovaer® non passa negli esseri umani quando consumano latticini
  • Gli enti regolatori, come l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e la Food Standards Agency del Regno Unito, ne hanno approvato l’uso sulla base di prove che confermano che non danneggia gli animali né ha un impatto negativo sulla loro salute, produttività o qualità del latte.
  • Bovaer® è stato sottoposto a test approfonditi per garantirne la sicurezza per bovini e esseri umani
  • Bovaer® è specificamente progettato per decomporsi rapidamente nel sistema digerente della bovina in composti naturali già presenti nello stomaco dell’animale. Ciò significa che non passa dalla bovina al latte.
  • Bovaer® è stato sviluppato per 15 anni ed è utilizzato in circa 25 paesi su più di 200.000 animali.
  • Bovaer® è attualmente approvato per l’uso in 68 paesi.

Bovaer in Italia

Anche nel nostro Paese sono state realizzate alcune prove sull’utilizzo di Bovaer® nei bovini da latte, come quella condotta nella stalla sperimentale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Piacenza (CERZOO), per conto di Parmalat che dovrebbe essere la prima azienda lattiero-casearia a sperimentare in Italia questa innovazione (leggi anche “Concluse con successo le prove su Bovaer® in Italia“).

Resta quindi da vedere se quanto è successo nel Regno Unito impatterà sull’adozione di questa innovazione in Italia e non solo.