Dall’erba al ballone: come nasce un foraggio disidratato di qualità (VIDEO)
Un viaggio nello stabilimento di Mezzano (RA) del Gruppo Carli alla scoperta delle tecnologie alla base del processo di disidratazione dei foraggi

Il “vistoso” cambiamento climatico in atto, l’aumento delle dimensioni degli allevamenti e la difficoltà di reperire personale specializzato stanno creando oggettive difficoltà anche nella produzione di foraggi di qualità.
È ormai una tendenza diffusa quella di delegare al contoterzismo molte operazioni colturali come la lavorazione dei terreni, la semina, la cura e la raccolta delle colture, soprattutto per la produzione dell’insilato di mais e del pastone sia integrale che di granella. Molte aziende, soprattutto quelle di grandi dimensioni, hanno deciso di acquistare i fieni al fine di avere più terra disponibile per la coltivazione del mais e garantirsi foraggi secchi di maggiore qualità.
Per fare un buon fieno, ossia di elevata digeribilità e quindi di alto potere nutritivo, bisogna avere esperienza e idonee attrezzature, soprattutto per il taglio, l’essiccazione e il confezionamento, perché molte delle perdite di valore nutritivo del fieno si verificano durante queste fasi. La disidratazione è un complesso processo industriale tecnologico che se ben fatto può evitare molte delle perdite qualitative che si hanno durante la fienagione.
Per gli allevatori e i nutrizionisti è spesso difficile giudicare oggettivamente la qualità del fieno disidratato o semplicemente artificialmente essiccato, specialmente se di medica, e individuare quindi i migliori fornitori.
Il Gruppo Carli è un importante player della produzione e commercializzazione di foraggi artificialmente essiccati, oltre ad essere un sostenitore del progetto editoriale di Ruminantia, per cui ci siamo organizzati con loro per conoscere ogni tappa del processo di disidratazione e per capire quali siano i punti di forza e di debolezza di questo modo di produrre foraggi per l’alimentazione animale. Questo ci permette di rendere più argomentata la scelta dei fornitori, soprattutto quando si valuta l’opportunità di utilizzare fieno disidratato in quantità superiori a quelle comunemente impiegate, spesso limitate da pregiudizi più che da valutazioni oggettive. Una disidratazione a temperature troppo elevate e prolungate nel tempo aumenta il rischio di produzione di proteine legate alla fibra e, pertanto, indisponibili per l’animale e pericolose per la sua salute.
In un recente articolo, intitolato “Si fa presto a dire foraggi di qualità”, abbiamo iniziato ad affrontare questo interessante argomento e capito che i passaggi più delicati nella realizzazione di questo tipo di foraggi sono i seguenti:
- La raccolta del foraggio verde. La fienagione tradizionale prevede lo sfaglio dell’erba e la sua essiccazione al sole per un numero di giorni che dipende dalle condizioni climatiche. In questa fase, l’uso di condizionatrici moderne aiuta a ridurre al minimo le perdite di zuccheri e a contenere il surriscaldamento che causa l’aumento della quantità di proteine danneggiate dal calore. Il Gruppo Carli si limita a dare un tempo d’essiccazione naturale di 1-2 gg al solo fine di ridurre l’umidità e rendere la disidratazione meno invasiva.
- Dall’arrivo dell’erba pre-appassita alla disidratazione. Uno stoccaggio prolungato prima della disidratazione può causare importanti perdite nutritive. E’ quindi importante disporre di impianti di disidratazione grandi e veloci.
- Tempo e temperatura della disidratazione. L’esatta combinazione tempo e temperatura della disidratazione è considerato un dato sensibile per cui non esattamente divulgabile. Per quello che abbiamo potuto vedere, la bassa temperatura utilizzata dal Gruppo Carli è ideale per ridurre al minimo le perdite dando però stabilità al prodotto (surriscaldamento post-produzione).
- Eliminazione di impurità. Nell’articolo sopra citato abbiamo ricordato quanto è importante rimuovere il più possibile le contaminazioni di terra per salvaguardare la salute degli animali e la qualità dei formaggi, soprattutto se sono a lunga stagionatura. Nelle polveri, infatti, spesso si accumulano le spore dei clostridi. Oltre alle polveri si possono trovare nell’erba impurità come plastiche e residui di ferro, che è bene rimuovere perché la probabilità che possano essere ingerite dagli animali è molto elevata.
- Confezionamento dei foraggi disidratati. Il Gruppo Carli utilizza i balloni rettangolari che garantiscono un’elevata estrazione d’aria utile ad evitare fermentazioni anomale tardive che causano surriscaldamenti anche pericolosi per gli incidenti e agevolano la movimentazione e il trasporto dei foraggi.
- Condizionamento dei balloni. Nel corso della visita abbiamo notato che il Gruppo Carli dispone di magazzini pre-stoccaggio definitivo molto ampi e ventilati, dove i balloni rettangolari vengono accatastati di taglio e dove viene periodicamente controllata sia la sostanza secca che la temperatura.
- Stoccaggio definitivo. In questi capannoni i foraggi vengono stipati per tipologia di essenza vegetale, numero di taglio e in alcuni casi per DCAD, ossia per concentrazione di cationi (sodio e potassio) e anioni (cloro e zolfo). E’ noto che i foraggi ideali da utilizzare per l’asciutta dei ruminanti da latte sono quelli a basso DCAD.
- Prodotti finiti. Ci ha stimolato vedere che il gruppo Carli ha anche una “cucina”, ossia un luogo dove si possono preparare miscele di foraggi di vario tipo, e addirittura unifeed a secco o umidi (con insilato di medica), per vitelli, bovine adulti e per piccoli ruminanti.
In conclusione, conoscere nel dettaglio il processo di produzione dei foraggi disidratati aiuta ad eliminare molti di quei pregiudizi nati quando il processo di disidratazione industriale era ancora molto “artigianale” e non garantiva la costanza che possiamo vedere ultimamente. Questo permette di sapere quali parametri analizzare per valorizzare al meglio i foraggi disidratati ed impiegarne, se serve, una maggiore quantità nelle razioni o nei mangimi.
Per scoprire tutti i dettagli e le tecnologie alle base di questa produzione vi lasciamo al reportage. Clicca sul pulsante di seguito per guardarlo!