Dermatite nodulare contagiosa: nuovi focolai in Sardegna. In arrivo 300 mila dosi di vaccino
Raddoppiati i focolai in Sardegna mentre in Lombardia la situazione si conferma stazionaria. In arrivo 300 mila dosi di vaccino e un fronte istituzionale unito per tutelare la filiera bovina italiana

Il quadro epidemiologico nazionale
A quattro giorni dal nostro precedente aggiornamento, la dermatite nodulare contagiosa (Lumpy Skin Disease, LSD) mostra un’evoluzione che resta circoscritta ma desta allerta. Il Bollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario (BENV) di questa mattina indica 12 focolai complessivi: uno in Lombardia – ufficialmente estinto il 28 giugno – e undici in Sardegna (dieci in provincia di Nuoro, uno in provincia di Sassari). Gli animali coinvolti sono 1 281, con 340 capi abbattuti e deceduti. Solo il 30 giugno i focolai sardi confermati erano cinque: in meno di una settimana il numero è più che raddoppiato, a conferma di una circolazione virale che gli esperti fanno risalire ai primi di aprile.
Lombardia: Beduschi conferma la stabilità e introduce nuovi protocolli sui reflui
In videoconferenza con l’Unità di crisi ministeriale del 30 giugno, l’assessore regionale Alessandro Beduschi ha ribadito che in Lombardia «resta confermato un unico episodio, circoscritto al comune di Porto Mantovano; tutti gli altri sospetti sono risultati negativi». La regione mantiene le restrizioni sul latte già comunicate e, in accordo con Veneto ed Emilia-Romagna, ha varato nuove procedure per letame e liquami: conferimento obbligatorio in impianti di biogas, anche fuori dalle zone di restrizione, e uso agronomico consentito soltanto all’interno degli anelli di protezione e sorveglianza, previa autorizzazione. Beduschi ha però rilanciato l’allerta ricordando l’inedito focolaio confermato il 29 giugno in Savoia, in Francia e sottolineando che la sorveglianza in Pianura Padana resta «ai massimi livelli».
Sardegna: vaccini, task force e sostegno economico
È l’isola il vero fronte caldo dell’emergenza. Il 2 luglio gli assessori regionali Armando Bartolazzi (Sanità) e Gian Franco Satta (Agricoltura) hanno annunciato l’arrivo, entro dieci giorni, di 300 mila dosi di vaccino vivo attenuato di origine sudafricana e la presentazione al Ministero di un piano vaccinale obbligatorio a tappeto che darà priorità ai territori già colpiti. La Regione ha attivato una task force tecnico-operativa per accelerare visite cliniche, culling selettivo e smaltimento delle carcasse, individuando già due impianti di categoria 1 nel Lazio e in Campania.
Sul fronte economico, Satta ha quantificato 5 milioni di euro in ristori regionali per compensare novanta giorni di blocco della movimentazione bovina, mentre l’abbattimento dei capi positivi resta in capo al Ministero della Salute con indennizzi calcolati sulle tabelle ISMEA. Il 3 luglio la Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni ha accolto all’unanimità l’istanza sarda per un’iniziativa condivisa che chiede al Governo un fondo straordinario a tutela dell’intera filiera zootecnica nazionale. «Un segnale forte di unità istituzionale» ha commentato Satta, auspicando un riscontro rapido dal MASAF.
La strategia nazionale e il coordinamento europeo
Il resoconto dell’Unità centrale di crisi (UCC) del 30 giugno conferma che, in virtù dei suggerimenti del team di esperti EUVET in missione sull’isola, la vaccinazione di tutti i bovini sardi – circa 300 000 capi – è l’unica via per arginare la diffusione. Il Ministero ha già inoltrato richiesta alla banca vaccini dell’Unione e attivato l’iter per l’autorizzazione all’importazione e allo stoccaggio del preparato. Nel frattempo, la Commissione europea – con decisione 2025/1318 del 27 giugno – ha confermato il blocco totale delle movimentazioni di bovini dalla Sardegna al continente, misura che il Ministero aveva esteso all’intera isola nelle riunioni del 23, 25 e 30 giugno.
L’UCC, che continua a riunirsi con cadenza ravvicinata, ha inoltre:
- tracciato oltre 8 600 animali movimentati dalla Sardegna dal 1° aprile e imposto visite cliniche nei 900 000 bovini ricadenti nei 50 km di sorveglianza attorno al focolaio lombardo;
- predisposto linee guida per lo smaltimento sicuro delle carcasse e per l’uso di insettorepellenti mirati;
- ribadito che l’abbattimento totale nei focolai è la misura di elezione finché la copertura vaccinale non sarà estesa.
Prossime tappe
I prossimi giorni saranno cruciali: l’arrivo dei vaccini e l’avvio della campagna di immunizzazione di massa, se condotti con rapidità e capillarità, potranno spezzare la catena di trasmissione proprio mentre l’estate – favorevole agli insetti vettori – entra nel vivo. Parallelamente, l’iter per i ristori nazionali e regionali dovrà procedere senza intoppi per consentire agli allevatori di fronteggiare blocchi, costi aggiuntivi e perdite produttive.
Ruminantia continuerà a seguire l’evoluzione dell’epidemia, dando voce alle istituzioni, agli operatori e alla comunità scientifica, con l’obiettivo di fornire un’informazione chiara e puntuale su una malattia che, per la prima volta, ha bussato alla porta del nostro Paese.
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