L’insilamento dei cereali autunno vernini e le variabili che possono caratterizzarlo
Fondamentale è il ruolo della flora microbica che si sviluppa sulla parte epifitica delle piante

Con il mese di maggio si entrerà di fatto nel pieno della campagna di trinciatura dei cereali autunno vernini, prodotto ormai cardine di tutte le aziende sia zootecniche che bioenergetiche.
Questo tipo di prodotti si differenziano rispetto alle raccolte estive per un’elevata variabilità della finestra di trinciatura che di fatto, sia per specie botanica, epoca di semina e maturità di raccolta, va da fine aprile a inizio luglio.
A questo va poi aggiunta la variabile metereologica che, come il 2024 ci ha recentemente ricordato, può giocare un ruolo discriminante per la buona resa dei foraggi primaverili.
Il buon esito di un insilato è infatti frutto di più fattori che devono necessariamente essere presi in considerazione quando ci si avvicina alla raccolta. Su parte di queste scelte gioca un ruolo chiave l’impostazione della campagna.
La scelta di un tipo di foraggio rispetto ad un altro determina infatti non solo quando andremo a liberare agronomicamente il campo per le colture successive, ma anche che tipo di prodotto avremo dal punto di vista nutrizionale, da inserire poi nei piani di alimentazione nel modo più efficiente possibile.
Come già detto, la variabile che può in qualche modo andare a modulare la qualità finale dell’insilato è sicuramente il meteo.
Il prolungarsi di una perturbazione piovosa, con la conseguente impossibilità di entrare in campo, porta frequentemente ad una sovra maturazione dei prodotti che, oltre a ridurre in molti casi il valore nutrizionale, aumenta contestualmente la sostanza secca.
Questo aspetto, oltre a modificare resa in campo ed efficienza alimentare, varia la risposta al compattamento durante l’insilamento, altro fattore chiave per la buona riuscita di un insilato.
C’è però un altro fattore di variabilità che bisognerebbe tenere in considerazione quando ci apprestiamo a raccogliere i foraggi, un fattore tanto invisibile quanto importante.
La flora microbica che si sviluppa sulla parte epifitica delle piante ha infatti un ruolo chiave per l’avvio corretto o meno dei processi di conservazione degli insilati.
Una forte competizione fra lieviti, muffe e batteri lattici rende infatti meno efficace l’avvio del processo di acidificazione della massa, e questo rischia di non garantire una buona conservazione dell’insilato.
Questi microrganismi, proprio come le piante sulle quali si sviluppano, vengono condizionati nel loro sviluppo dalle condizioni ambientali. In particolare, i batteri lattici sono più condizionati nel loro sviluppo rispetto a muffe e lieviti, risentendo pesantemente di forti stress termici da alte temperature o ritorni di freddo.
In relazione al monitoraggio di questi microrganismi, come per le passate campagne, Corteva Agriscience grazie al laboratorio microbiologico, pubblicherà il risultato della campagna di monitoraggio 2025, così da fornire un quadro dell’andamento microbiologico in relazione all’andamento meteo che sta caratterizzando le settimane antecedenti alla raccolta.