Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un articolo dal titolo “Passaggio alla terza mungitura o al robot: di quanto aumenta la produzione nella frisona italiana?“, nel quale si rifletteva, dati alla mano, sulla convenienza o meno del passaggio alla terza mungitura o ai sistemi di mungitura automatizzati, con particolare riferimento ai robot e all’aspetto produttivo.

Nel diffondere attraverso i canali social questo contenuto, abbiamo avuto il piacere di interagire con Lucia Cavazzuti della Soc. Agr. Cavazzuti Emilio e figli S.S., con la quale ci siano confrontati. in particolare, su una questione sottile ma decisamente determinante e cioè: quanto incide il management sulla possibilità di ottenere dei concreti miglioramenti con le nuove tecnologie?

Lucia ci ha risposto raccontandoci l’esperienza vissuta in questi ultimi anni nell’azienda di famiglia, un’azienda situata a Carpi, in provincia di Modena, dove si allevano bovine di razza frisona da più di 60 anni, e si produce latte per il Parmigiano Reggiano DOP.

La sua è una tipica azienda a conduzione familiare con circa 60 capi in mungitura e 150 totali. Dal 2014 gli animali vivono in stabulazione libera su cuccette con lettiera in paglia. Dapprima stabulati alla posta e munti tramite lattodotto, nel 2014 è stata creata una sala di mungitura a pettine dotata di 14 poste (7+7).  Nel 2017, venendo a mancare il papà, Lucia, Luca e Paolo si sono trovati a dover fare delle valutazioni importanti su come portare avanti l’attività. Una riflessione che ha portato, nel 2021, a prendere una decisione molto importante, ovvero quella di installare due robot di mungitura.

 Ma facciamoci spiegare meglio da Lucia questa decisione

«È doverosa una premessa. Come inizialmente ricordato, la nostra azienda produce latte destinato a Parmigiano Reggiano DOP e, come tutti sanno, questo formaggio sottostà ad un disciplinare molto restrittivo. Tra i vari requisiti presenti ci sono, ad esempio, l’alimentazione degli animali e le tecniche di caseificazione, e ce n’è anche uno riguardante l’orario di mungitura.  Più precisamente il disciplinare riporta questa dicitura: “Per l’intero allevamento il tempo di mungitura del latte destinato alla DOP, di ciascuna delle due munte giornaliere consentite, comprensivo del relativo trasporto in caseificio, deve essere contenuto entro le sette ore. Il latte della mungitura della sera e quello della mungitura del mattino sono consegnati integri al caseificio entro due ore dalla fine di ciascuna mungitura. Il latte non può essere sottoposto a processi di centrifugazione.” Questo significa che per le aziende del nostro circuito il robot può funzionare solo alcune ore al giorno, motivo per cui abbiamo dovuto metterne due, anche se per il numero di vacche in lattazione mediamente presenti  ne sarebbe bastato uno solo. Appare evidente come l’investimento iniziale per noi sia stato decisamente più elevato rispetto ad altre realtà, e come i robot nella nostra azienda siano sottoutilizzati rispetto al loro potenziale, ciononostante ci riteniamo estremamente soddisfatti della scelta fatta».

Quali vantaggi avete ottenuto con l’installazione dei robot di mungitura?

«Sicuramente questa novità ha portato un netto miglioramento del benessere dei nostri animali che appaiono decisamente più tranquilli e reagiscono in maniera migliore anche a situazioni di stress come le alte temperature del periodo estivo. Inoltre, in questo modo tutti i capi sono molto più controllati, c’è un’estrema attenzione al singolo e tantissime informazioni che forniscono utili indicazioni. Naturalmente questo implica una nostra presenza ancora più meticolosa, pertanto non ci si deve illudere di poter essere sostituiti da un robot! Sicuramente il suo inserimento nel management aziendale permette una diversa scansione dei ritmi giornalieri, ma pensare che ci si possa assentare magari un giorno intero è completamente fuorviante!»

Ci sono state particolari criticità per voi e per gli animali legate a questo cambiamento?

«L’avvio certamente è stato un po’ stressante per tutti, ma gli animali una volta che si sono abituati hanno apprezzato la maggior libertà nello scegliere di farsi mungere. Per quel che riguarda noi siamo stati costantemente supportati da un tecnico che ci ha seguiti da ogni punto di vista, e tuttora la ditta fornitrice prevede un’assistenza a cadenze prefissate che ritengo un plus difficile da quantificare per il suo estremo valore.»

In termini di indicatori numerici, puoi fornirci qualche dettaglio concreto dei risultati raggiunti?

«Innanzitutto vi mostro una tabella dove ho riportato alcuni dati salienti  degli ultimi anni: quantitativo di latte prodotto, incremento in peso ed in percentuale, numero di animali mediamente presenti in mungitura e media annua per capo, da cui si evince il grande salto ottenuto tra il 2021 e il 2022 con l’introduzione dei robot.

ANNOQUANTITATIVO LATTE (kg)INCREMENTO kgINCREMENTO %NUMERO CAPI MEDIOMEDIA CAPO ANNUA
2019804090255253.28%58.7238.11
2020821400173102.15%59.7737.54
2021881490600907.32%58.7241.37
2022101355213206214.98%65.3242.5
20231056626430744.25%63.5546.1
20241024154-32472-3.07%58.747.72

Mi preme sottolineare che partivamo, comunque, da una buona base genetica. Siamo sempre stati molto attenti alla selezione dei nostri animali, puntando in particolare sul latte, sulla longevità e sulla funzionalità della mammella. A proposito di questo vi racconto con orgoglio che lo scorso 25 gennaio abbiamo ricevuto il premio “Master Breeder Parmigiano Reggiano” (categoria aziende da 61 a 120 vacche) istituito dal Consorzio Parmigiano Reggiano e da Anafibj, che premia gli allevatori che si sono distinti per la qualità del loro lavoro e per i risultati ottenuti nella gestione dei propri allevamenti (maggiori info QUI).

Questo inciso per ribadire che le nuove tecnologie consentono di migliorare le performance solamente se inserite in un contesto manageriale attento che continua ad essere tale anche dopo il loro inserimento. Nel nostro caso, l’inserimento dei robot di mungitura ci ha permesso di passare da una media annua per capo di 37,54 kg del 2020 di latte ad una media annua per capo di 47,72 kg del 2024

Quanto sono necessarie, a parer tuo, le innovazioni tecnologiche attualmente proposte dal mercato?

«Direi che sono fondamentali per lavorare con un approccio di prevenzione e limitare al massimo l’insorgenza di patologie e problematiche di vario genere. Avendo a che fare con degli esseri viventi ci sono tante situazioni imprevedibili da gestire, ma l’ausilio che riusciamo ad avere con determinati sistemi ci permette molto spesso di intervenire prima che insorgano delle complicazioni importanti. Nella nostra azienda, ad esempio, oltre ai robot abbiamo messo i collari che ci danno indicazioni su calori, attività ruminanale e movimento dell’animale; dunque, possediamo un monitoraggio costante delle condizioni di salute e di benessere di ogni singolo capo. Ovviamente dobbiamo dedicare il giusto tempo ad analizzare i report forniti da queste rilevazioni per capire se c’è qualche bovina che deve essere attenzionata su un particolare aspetto.»

Quindi, in conclusione, non c’è miglioramento senza un’opportuna gestione?

«Si, esattamente. Il management è imprescindibile e il robot, come tutte le altre innovazioni tecnologiche, è sicuramente un ottimo alleato, ma non può e non deve essere considerato un nostro sostituto!»